Biathlon

Biathlon, intervista a Samuela Comola: “La costanza al poligono è la mia forza, voglio crescere anche sugli sci”

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Dopo le interviste a Michela Carrara e Irene Lardschneider, non poteva certo mancare Samuela Comola. La valdostana classe 1998 dell’Esercito ha saputo mettersi in mostra grazie ai risultati ottenuti a livello individuale ai Giochi Olimpici giovanili di Lillehammer, confermando la propria crescita anche in questa stagione che l’ha vista salire con le due grandi amiche sul podio. La più solida tra le atlete azzurre al poligono sa che ha ampi margini di miglioramento e vuole crescere anche sugli sci, per arrivare un giorno in Coppa del Mondo.

La stagione 2015/2016 ti ha visto conquistare il bronzo alle Olimpiadi Giovanili di Lillehammer con Irene Lardschneider, Patrick Braunhofer e Cedric Christille, quest’anno ne sono arrivati ben tre a livello iridato a Brezno-Osbrlie nella categoria giovani, sei diventata una collezionista di terzi posti…

“Si è stata sicuramente una bellissima stagione, anzi un bel fine stagione. Non mi aspettavo di poter raggiungere quei risultati, soprattutto perché a inizio stagione ho iniziato ad avere il mal di schiena, che mi ha poi costretto a star ferma tra dicembre e gennaio. Dopodiché rientrare in gara è stato difficile, sia fisicamente che mentalmente. Sono poi riuscita a riprendermi proprio nel periodo dei Mondiali, menomale!”.

Nella staffetta è arrivata la medaglia di squadra, con Irene Lardschneider e Martina Vigna per incorniciare un Mondiale superlativo per i colori azzurri.

“Vincere una medaglia in staffetta è sempre qualcosa di speciale, perché vuol dire che il lavoro di squadra ha funzionato!”.

La tua stagione si è conclusa poi al meglio con il successo nella mass start valida come Campionato Italiano la scorsa settimana ad Anterselva. Hai dimostrato ancora una volta che la costanza al tiro è uno dei tuoi punti forti.

“La costanza al tiro è sempre stato un po’ il mio punto di forza, purtroppo durante la stagione ho affrontato anche un grosso punto debole, ossia la schiena che quest’anno mi ha un po’ rallentato”. 

Tu, Irene e Michela Carrara formate un bel terzetto di amiche, oltre che avversarie in pista. L’abbraccio di gruppo al termine delle gare deve essere stato davvero emozionante.

“Sicuramente ero molto felice per entrambe, si sono sempre allenate al meglio, se le sono proprio meritate quelle medaglie”.

A livello giovanile per quanto riguarda l’Italia, avete ottenuto risultati comparabili a Dorothea Wierer, Nicole Gontier e Alexia Runggaldier, eguagliati anche da Lisa Vittozzi. A quale tra queste atlete pensi di assomigliare come caratteristiche in pista?

“Se devo dire quella che mi assomiglia di più dico Alexia Runggaldier, perché è molto costante al tiro, anche se non sono ancora così costante come lei, ma spero di esserlo un giorno”.

Va dato merito dei vostri risultati anche ai tecnici che vi stanno seguendo nella squadra juniores, tra gli altri cito Alex Inderst, Samantha Plafoni e Michela Ponza. Che consigli vi danno durante i ritiri e le manifestazioni e come ti trovi con loro?

“Mi trovo molto bene con la squadra, Alex ci fa lavorare molto e i risultati si vedono. Inoltre riesce a modificarci il programma anche in base agli impegni scolastici, come per esempio i rientri a scuola. Poi c’è anche Nicolò Maule che ci segue soprattutto per la tecnica e per lavorare quando siamo a casa dato che anche lui è valdostano. Per il tiro invece Samantha e Michela fanno sicuramente un ottimo lavoro, sono molto attente ai dettagli”.

Riesci a conciliare al meglio il tuo sport con la scuola oppure riesci con difficoltà a conciliare i due impegni? Ti è stato vicino in questo l’Esercito, il tuo gruppo sportivo?

“Riesco a conciliare abbastanza bene le due cose grazie anche alla comprensione dei miei professori e grazie ai compagni di classe che mi mandano spesso gli appunti quando sono assente! Si, anche l’Esercito mi sostiene e per questo devo ringraziare!”.

Se volessi convincere una bambina/bambino delle elementari a praticare biathlon, cosa gli diresti?

“Penso che gli farei provare a sparare con la carabina, sperando che ne rimangano attratti come è successo a me”.

Qual è il tuo sogno da realizzare quando diventerai grande e che obiettivi ti poni per la prossima stagione?

“Il sogno per un atleta penso che sia un po’ lo stesso per tutti, ovvero arrivare a gareggiare in Coppa del Mondo. Guardando invece per la prossima stagione, oltre ad augurarmi di non avere di nuovo dolori vari, vorrei trovare un po’ di costanza sugli sci e anche migliorare un po’ la tecnica di sciata, magari partecipando a qualche gara internazionale in più visto che un po’ di esperienza non guasta mai!”.

Foto: pagina Facebook Samuela Comola

nicolo.persico@oasport.com

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