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Champions League 2017: la Juventus vince con il ‘Catenaccio’ giocando male? Uno stereotipo calcistico

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Nell’analisi della qualificazione della Juventus, contro il Barcellona, tiene banco un aspetto che si ripete spesso nella valutazione del darsi in campo dei bianconeri: la squadra di Massimiliano Allegri vince con il “Catenaccio” giocando male e concedendo poco o nulla all’occhio. 

Considerazioni che si sono riproposte anche nel post gara del Camp Nou dove la Juve ha suggellato la propria superiorità nel doppio confronto dei quarti di Champions League con il Barça costringendo i padroni di casa ad un pari a reti bianche. Erano da 21 partite che lo zero, alla voce gol realizzati, non compariva sul tabellino catalano ed erano da 15  che gli iberici non assaporavano un pareggio, davanti al proprio pubblico, in Europa. Un dato che secondo alcuni addetti ai lavori è figlio dell’anti-calcio e di una difesa strenua del risultato.

In verità, guardando in modo più attento si comprende che tali affermazioni sono ormai uno stereotipo calcistico. La Juve nella serata di ieri ha tirato ben 12 volte verso la porta blaugrana, inquadrando lo specchiopiù volte del Barcellona. Le occasioni non sono certo mancate: Higuain e Cuadrado poco lucidi in fase di conclusione. Non può dunque bastare il possesso di palla appannaggio dei padroni di casa a far credere che il match sia stato a senso unico.

Qualcuno ha sottolineato: Ad un certo punto la compagine di Torino si è messa con una linea di 6 dietro!”. Verissimo, ma è altrettanto evidente che Allegri sia partito con il famoso attacco a 5 stelle e che, non disponendo numericamente di attaccanti abili, sia stato anche costretto a dover rinfoltire le linee di centrocampo e difesa e non concedere nulla ai tre tenori Messi, Suarez e Neymar.

In più il pressing alto esibito per tutto il primo tempo ed alcuni momenti del secondo sono ben lontani dal classico “Pullman sulla linea di porta”. E’ evidente che vi sia stata anche sofferenza ma confrontandosi con una compagine del genere sarebbe stato strano il contrario. L’equilibrio tattico, dunque, marchio di fabbrica della squadra di Torino, è stata la vera carta vincente, confuso per un eccesso di tatticismo.

giandomenico.tiseo@oasport.it

Twitter: @Giandomatrix

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Foto da profilo twitter Uefa Champions League

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