Formula 1
F1, GP Russia 2017: le cinque risposte che dovrà darci la gara di Sochi
Il Mondiale di Formula Uno inizia la sua campagna europea, partendo dalla Russia, con il duello tra Sebastian Vettel e Lewis Hamilton che sta calamitando tutte le attenzioni. La particolare pista di Sochi, tuttavia, ci dovrà dare diverse risposte. Andiamo a vedere quali.
1) La Ferrari sarà in grado di vincere anche su una pista “nemica” come Sochi?
Dopo un inizio di stagione nel quale la “Rossa” ha rischiato di vincere tutte e tre le gare che ha disputato, il GP di Russia si staglia all’orizzonte come un vero e proprio banco di prova già quasi definitivo. Se, anche a Sochi, vedremo all’opera una SF70H performante e pronta a vincere, vorrà dire che la vettura di quest’anno può davvero lottare per il titolo fino alla fine. Sulle rive del Mar Nero, nelle tre edizioni disputate, sono arrivati pochi sorrisi per i piloti di Maranello che sono stati costretti ad assistere al dominio della Mercedes. Se invece, dopo le vittorie a Melbourne e in Bahrain, arriverà ancora un successo targato Ferrari, non si potrà che parlare di un segnale di capitale importanza. La pista di Sochi, come ben sappiamo, non s’è mai sposata bene con le vetture italiane. Se ci sarà l’inversione di tendenza il Mondiale potrebbe prendere una piega davvero interessante per Sebastian Vettel (soprattutto) e Kimi Raikkonen.
2) La Mercedes sa di non poter più sbagliare?
Sia ben chiaro, siamo solamente ad aprile, e la strada che porta ad Abu Dhabi è ancora lunghissima, ma la Mercedes è già chiamata ad una prova di forza. Dopo aver perso in Australia e Bahrain, non si possono permettere di fallire un altro GP. Il successo di Shanghai, con il generoso aiuto della buona sorte, ha reso meno doloroso un avvio di campionato che a Brackley si aspettavano decisamente meno complicato. Gli avversari, o per meglio dire, la Ferrari ha dimostrato di essere alla pari, se non superiore, per cui non c’è più l’ampio margine degli ultimi tre anni. Risultato? Le “Frecce d’argento” non possono più dormire sugli allori, correre in tranquillità o tentare strategie alternative. Sin da Sochi sarà necessaria tanta concretezza e serietà. Se dovesse arrivare un altro colpo da ko firmato Sebastian Vettel, per Lewis Hamilton e tutto il team potrebbero iniziare a suonare campanelli d’allarme pericolosi e non certo preventivabili fino a due mesi fa.
3) La Red Bull è già all’ultima spiaggia?
Daniel Ricciardo e Max Verstappen hanno vissuto un inverno condito da numerose speranze. La rivoluzione tecnica prevista per il 2017 lasciava ben sperare un team che ha a disposizione un “mago” della tecnica come Adrian Newey. “Fast forward”. Nel giro di poche settimane tutto è cambiato. La nuova RB13 che doveva stupire il Mondiale di F1 lo sta facendo sì, ma in negativo. La vettura, infatti, non è competitiva e paga a caro prezzo in fatto di affidabilità. Risultato: un solo podio in tre gare, e i due piloti che, assieme (25 l’australiano, 22 l’olandese), sommano 21 punti in meno del solo Sebastian Vettel (68). Le spiagge attorno al Mar Nero saranno già le ultime per la scuderia di Milton Keynes? Forse è prematuro, ma non del tutto. Se, quantomeno, non arriverà qualche segnale di risalita, la crisi sarà ufficiale e il sogno iridato si farà già pressochè remoto. Non c’è altro termine per descrivere una eventualità simile che fallimento. Ricciardo e Verstappen incrociano le dita ma, a quanto filtra dal team, i primi veri aggiornamenti arriveranno solamente a giugno in Canada.
4) I secondi piloti sapranno riscattarsi?
Una caratteristica di questo campionato è il gap di rendimento tra prime guide, ufficiali o meno, e compagni di squadra. A parte rare eccezioni, i secondi piloti in questo 2017 stanno subendo discrete bastonate somministrate dai propri vicini di box. Partiamo, ad esempio, da Kimi Raikkonen che, rispetto al leader del Mondiale, Sebastian Vettel, sta faticando in maniera sorprendente, dato che la macchina è la stessa. Per ora nemmeno un podio per il finlandese, e distacchi a fine gara davvero ampi. Non va molto meglio, con i dovuti distinguo, a Valtteri Bottas in Mercedes. 38 punti e terzo posto in graduatoria non sono un bottino da buttare, ma il confronto con il compagno Lewis Hamilton (in Bahrain è stato nettissimo) è impietoso. A parte la Red Bull, che vede Max Verstappen primeggiare su Daniel Ricciardo, nelle altre scuderie il gap è notevole. In Williams, ad esempio, Felipe Massa è settimo in classifica con 16 punti, mentre il suo giovane scudiero, Lance Stroll, ha accumulato solo ritiri, per ora. La Force India vede il consueto solido Sergio Perez a quota 14, mentre Esteban Ocon è fermo a 3. In Renault, Nico Hulkenberg ha già concluso in zona punti, mentre Jolyon Palmer fa fatica a concludere i GP. In Sauber, invece, Antonio Giovinazzi e Pascal Wehrlein hanno saputo portare la non eccezionale vettura svizzera a ridosso della zona punti, mentre Marcus Ericsson ha due ritiri e un quindicesimo posto. Urge una riscossa per i secondi piloti che, in fatto di rendimento e prestazioni, stanno lasciando molto a desiderare.
5) La McLaren riuscirà a dare segnali di risveglio?
L’andamento del team di Woking in questo primo scorcio di campionato è da mettersi le mani nei capelli. Quattro ritiri, un arrivo in tredicesima posizione per Stoffel Vandoorne e, addirittura, una non partenza per il pilota belga. Il suo illustre compagno, Fernando Alonso, non ha ancora concluso una corsa e, dalla disperazione, si sta preparando per la 500 Miglia di Indianapolis. La scuderia inglese sta tornando rapidamente ai livelli (quasi tragici) del 2015 e davanti a sé vede addensarsi nuvoloni neri. Se, anche in Russia, le cose proseguiranno all’insegna di assenza di prestazioni e motori che si rompono persino nel giro di allineamento, si rasenterà ufficialmente il drammatico e, la stagione, sarà già da buttare.
Alessandro.passanti@oasport.it
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