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Formula 1

F1, la Ferrari riparte dalla Cina con rinnovata convinzione in ottica Mondiale, ma anche con la consapevolezza che poteva fare di più a Shanghai

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La Ferrari riparte da Shanghai e si prepara per la trasferta a Sakhir in Bahrain per la terza tappa del Mondiale di Formula Uno. Con che spirito arriva la Scuderia di Maranello? Certamente con soddisfazione, dopo un inizio di campionato oltre le aspettative, ma c’è la sensazione di aver lasciato qualcosa in Cina. Forse è facile parlare dopo, ma la rossa poteva anche bissare il successo dell’esordio. E questo è un dato di fatto.

Un po’ di amaro in bocca c’è nel team di Maranello, questo è certo. Ed i motivi sono vari. In primo luogo ci s’è messo un pizzico di sfortuna. La Safety Car uscita per l’incidente di Antonio Giovinazzi ha rovinato i piani creati dall’azzardo di Sebastian Vettel. Il pilota tedesco aveva montato le Soft per primo tra i piloti di testa e, senza il botto del portacolori della Sauber, si sarebbe ritrovato probabilmente davanti a tutti dopo i pit-stop per mettere le gomme da asciutto. IL fatto che la direzione gara, giustamente, abbia costretto il gruppo a passare dentro la corsia dei box ha rovinato la strategia di Vettel che non ha potuto sorpassare i rivali ed è rimasto in sesta posizione.

A questo punto si apre il secondo capitolo dei rimpianti. Il tempo sprecato dal quattro volte Campione del Mondo alle spalle del compagno di Scuderia, Kimi Raikkonen. Lewis Hamilton la davanti scappava via, Max Verstappen e Daniel Ricciardo completavano il podio virtuale, mentre il finlandese rimanere in scia dell’australiano. Senza riuscire ad attaccarlo e, come se non bastasse, riscontrando problemi di guida. Alle sue spalle Vettel smaniava per poter passare Raikkonen ma, per una decina di giri, non è stato in grado di compiere tale operazione. Tanti, troppi, secondi persi. E GP gettato alle ortiche. Quando il tedesco è riuscito, con grande bravura e coraggio, a liberarsi del pacchetto di avversari che lo precedevano, Hamilton era ormai 10 secondi avanti e, quindi, impossibile da raggiungere.

E se la Scuderia avesse dato ordine a Raikkonen di spostarsi e far passare il compagno? Probabilmente sarebbe stata una manovra esagerata (siamo dopotutto solo alla seconda gara dell’anno) ma che avrebbe dato possibilità di giocarsi la seconda vittoria consecutiva all’ex Red Bull. In questo modo aumentano i rimpianti, perché la SF70H era competitiva, eccome, anche in Cina. E non era facile da prevedere. Su un tracciato storicamente di casa per Mercedes e Hamilton, Ferrari e Vettel hanno risposto presenti. Correndo alla pari. I tempi ed il passo gara parlano chiaro. Le due vetture sono allo stesso livello. C’è un campionato. L’equilibrio regna sovrano. Saranno, quindi, i dettagli a fare la differenza. A Melbourne il muretto Mercedes sbagliò a richiamare al pit-stop Hamilton e ne approfittò Vettel. Stavolta è stato il muretto Ferrari a non intervenire nella lotta interna, e il GP è sfuggito dalle mani.

A questo punto vedremo cosa succederà in Bahrain. Un’altra pista interessante, che richiede potenza, percorrenza in curva e ottimo comportamento degli pneumatici. Sulla carta la Mercedes dovrebbe essere, diciamo così, meno favorita rispetto a Shanghai. Starà alla Ferrari farsi trovare pronta. Perché la conferma di poter lottare per il Mondiale l’ha avuta. La nuova macchina ha ogni caratteristica positiva. Sfrutta un ottimo motore, è efficace ad ogni temperatura, con tutti i tipi di pneumatico e anche a livello aerodinamico. Senza contare che ha un Vettel in stato di grazia. Un pilota da prendere per mano e portare al quinto titolo personale. Hamilton è avvisato.

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