Formula 1
F1, Mondiale 2017: uno sguardo alle Power Unit, qual è la migliore tra Ferrari e Mercedes?
Il duello Ferrari-Mercedes sta accompagnando questo inizio di Mondiale di F1 2017. Due vittorie per Sebastian Vettel contro una di Lewis Hamilton. Grande equilibrio tra gli ex dominatori incontrastati anglo-tedeschi e gli scatenati italiani. Una sfida che si vive a diversi livelli: piloti, scuderie, strategie, aerodinamica, pneumatici, telaio, sospensioni e, su tutte, il motore.
Fino a pochi mesi fa, questo ultimo aspetto era il vero marchio di fabbrica dello strapotere Mercedes, avendo a disposizione una Power Unit che, letteralmente, non aveva rivali nel mondo della Formula Uno. Dall’avvento dell’ibrido, ovvero dal 2014, Lewis Hamilton e Nico Rosberg hanno avuto a disposizione un propulsore che non solo era il migliore, ma aveva un vantaggio sugli avversari letteralmente incolmabile.
Questo si pensava fino a poco tempo fa. Questo gap, tuttavia, sembra essersi ridotto. Non con tutti, ma la Ferrari che, dopo un lavoro veramente accurato, ha saputo pareggiare il motore Mercedes, all’inizio di una stagione quanto mai fondamentale sotto questo punto di vista.
Da quest’anno, infatti, sia per gli pneumatici più larghi, sia per il deciso aumento della resistenza all’avanzamento, si richiede ancora di più alle Power Unit, specialmente sotto forma di potenza e risparmio dei consumi. Nello specifico, infatti, i motori stanno spingendo il 25% in più nel corso di ogni singolo giro, dato che alcune curve ormai vengono prese in pieno, rispetto agli anni precedenti. Una conseguenza immediata è un minor recupero di energia (se si frena di meno si ricarica in maniera inferiore la batteria) dell’MGU-K. Per questo è molto più sollecitata la MGU-H (concentrandosi quindi sul gas di scarico)
Come se non bastasse, a fianco delle prestazioni è richiesta anche solidità, dato che, lungo tutto l’arco del campionato, saranno ammesse un massimo di quattro sostituzioni (l’anno scorso erano cinque). Per fare due numeri mediamente una Power Unit 2017 potrà raggiungere i 3500 chilometri.
La Ferrari, nonostante le numerosi voci che si rincorrevano durante l’inverno, non ha voluto stravolgere completamente la sua Power Unit (anche a livello di motore endotermico) che, ad onor del vero, non aveva fatto sfracelli negli ultimi anni. La scuderia di Maranello ha preferito proseguire sulla strada intrapresa, ma migliorandola. I risultati, a quanto pare, si stanno vedendo e la soglia dei 1000 cavalli non è certo utopia. I tecnici della “Rossa” hanno rivisto MGU-K (risolvendo i suoi limiti degli anni scorsi) e MGU-H. Per quanto riguarda quest’ultimo, poi, il lavoro è stato veramente capillare, sia a livello singolo, che di complesso.
Manca ancora l’ultimo salto in avanti in fatto di potenza durante le qualifiche, unico vero aspetto nel quale la Mercedes fa ancora la voce grossa. Dall’inizio della Q2, e anche nella Q3, le “Frecce d’argento” riescono a sfruttare il proprio motore in una maniera che i rivali non riescono ancora a pareggiare. Ma, in tutto il resto del weekend, si può parlare di pareggio tra Power Unit Ferrari e Mercedes.
In poche parole, la Ferrari è riuscita a chiudere il gap con la scuderia di Brackley a livello di motore in maniera quasi completa. A parte la leggera, ma significativa, differenza nelle qualifiche, le due Power Unit non hanno rivali e si equivalgono. Starà ora alle squadre riuscire a trovare qualche cavallo in più, o una maggiore dose di affidabilità, lungo il corso della stagione. Saranno i dettagli a fare la differenza, ma per il momento una cosa la possiamo dire: il motore Mercedes non è più di un altro pianeta. Quantomeno rispetto al Ferrari. In gergo calcistico potremmo dire “1-1 palla al centro“. Pronti per la prossima sfida in terra russa.
Alessandro.passanti@oasport.it
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