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Golf, Masters 2017: il percorso di Augusta. Le 18 buche ai raggi X

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Il grande golf entra nel vivo con l’Augusta Masters 2017. Il primo Major della stagione è ormai alle porte, con il circuito PGA reduce dallo Shell Houston Open, e l’European Tour da una settimana di riposo. Lo storico torneo della Georgia ha una particolarità importante: è l’unico Major che si disputa dalla prima edizione nella stessa location, ovvero il celeberrimo Augusta National Golf Club.

Il percorso è stato disegnato dall’ideatore del torneo, ovvero Bobby Jones. Nel corso degli anni sono state apportate diverse modifiche, ma la storia del golf passa indubbiamente da questo percorso. Tra azalee in fiore e sfondi mozzafiato, il pubblico può ammirare le gesta dei golfisti più forti al mondo. Questo rende l’Augusta Masters indubbiamente uno dei tornei più importanti e fascinosi. Nella passata stagione trionfò a sorpresa l’inglese Danny Willett. Tra pochi giorni sapremo chi indosserà la classica giacca verde. Per ricevere il simbolo della vittoria dovrà vedersela con le 18 buche del National Golf Club, andiamo ad esaminarle:

Buca 1 – Tea Olive (445 yards, par 4). L’avvio è già duro, un bunker profondo sulla destra, alberi da entrambi i lati e terreno ondulato che fanno della buca d’esordio una delle più ostiche. Media storia 4,24

Buca 2 – Pink Dogwood (575 yards, par 5). La vegetazione da entrambi i lati riduce i margini di azione, ma qui è possibile andare sotto il par. Media storica 4,79

Buca 3 – Flowering Peach (350 yards, par 4). La buca par 4 più breve, ma non la più semplice. Alberi sullo sfondo, ed un ripido pendio nascondono infatti pericolose insidie. Media storica 4,08

Buca 4 – Flowering Crab Apple (240 yards, par 3). Pendenze e tanto verde, ne sa qualcosa Phil Mickelson che nel 2012 impiegò sei colpi prima di lasciare questa buca. Media storica 3,28

Buca 5 – Magnolia (455 yards, par 4). Profondi fairway bunkers sulla sinistracostringono praticamente le giocate per circa 300 yards. Media storica 4,26

Buca 6 – Juniper (180 yards, par 3). Difficoltosa anche la sei, con molti partecipanti caduti nella trappola dell’enorme pendio nelle passate edizioni. Media storica 3,13

Buca 7 – Pampas (450 yards, par 4). Per renderla una reale opportunità di birdie è stata allungata di 35-40 yards. Aggiunti alberi, rimodellata la superficie, si contano ben 5 bunker. Media storica 4,15

Buca 8 – Yellow Jasmine (570 yards, par 5). Un largo fairway bunker rende difficoltosi i primi colpi d’approccio di questo par 5. Superato l’ostacolo, si aprono le porte verso un buon birdie. Media storica 4,83

Buca 9 – Carolina Cherry (460 yards, par 4).Trovare il par è già un risultato eccellente. Il tee-shot deve essere di una precisione totale a causa del green in contropendenza. Media storia 4,14

Buca 10 – Camellia (495 yards, par 4). Questa è indubbiamente la buca più difficile. Storicamente il Masters si è deciso alla 10. E’ qui che Rory Mcilroy nel 2011 disse addio alle speranze di vittoria impiegando 7 colpi, mentre nell’anno successivo Bubba Watson trovò uno spettacolare par venendo fuori dagli alberi. Media storica 4,31

Buca 11 – White Dogwood (505 yards, par 4). Le difficoltà non terminano di certo alla buca precedente. Qui è l’acqua a spaventare molti. Media storica 4,29

Buca 12 -Golden Bell (155 yards, par 3). Probabilmente il par 3 più famoso al mondo. Acqua davanti, guai intorno. Media storica 3,28

Buca 13 – Azalea (510 yards, par 5). C’è bisogno di trovare la massima precisione nei primi due colpi, per poi cercare di raggiungere l’imbucata evitando un ostacolo acquatico. Media storica 4,78

Buca 14 – Chinese Fir (440 yards, par 4). L’unica buca senza bunker, ma il green è tremendamente difficile. Media storica 4,17

Buca 15 – Firethorn (530 yards, par 5). Cercare il green scavalcando o aggirando lo stagno? Questo è il dilemma. Media storica 4,77

Buca 16 – Redbud (170 yards, par 3). Una delle buche più ostiche del percorso. Bunker ed un laghetto rendono arduo l’avvicinamento alla buca. Media storica 3,15

Buca 17 – Nandina (440 yards, par 4). Dopo la rimozione del famoso albero Eisenhower, danneggiato causa maltempo, è divenuta una buca meno proibitiva. Media storica 4,15

Buca 18 – Holly (465, par 4). Il passaggio attraverso gli alberi è stato reso più impegnativo per l’arretramento di 60 yards. Degna conclusione di un torneo meraviglioso. Media storica 4,22

ciro.salvini@oasport.it

Foto: Official Twitter PGA Tour

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