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Golf, Phil Mickelson esce allo scoperto: “Ci sono giocatori che spostano intenzionalmente la palla”. Va rivista la regola?

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Il mondo del golf vive giorni di grande fermento. Certo, c’è il Masters di Augusta alle porte, ma non si parla solo di quello. Nei giorni scorsi infatti, parecchi commenti sono stati dedicati a ciò che è successo domenica scorsa in campo femminile, quando l’americana Lexi Thompson si è vista penalizzata di quattro colpi per un errore commesso il giorno prima. La cosa più sconcertante però, non è il fatto che la penalità sia arrivata il giorno dopo, nel bel mezzo dell’ultimo giro (mentre giocava la buca 13), ma che a segnalare il misfatto sia stato un tifoso da casa, accortosi che la giocatrice aveva riposto la palla nel punto sbagliato dopo averla marcata.

Nella settimana che conduce al Masters di conseguenza, molti giocatori sono stati interrogati sull’accaduto o hanno espresso la loro opinione sui social. Tutti sono d’accordo sul modo in cui la situazione sia stata gestita e tutti concordano sul fatto che i tifosi non possono essere arbitri e giudici. A gettare benzina sul fuoco ci ha pensato l’americano Phil Mickelson, che ai microfoni di Golf Channel ha dichiarato che “ci sono molti giocatori sul Tour che sono approssimativi nel marcare la palla e che non sono stati interrogati. Voglio dire, muovono la palla anche di qualche centimetro ed in modo tale da evitare qualsiasi tipo di sospetto. Penso che questa cosa debba finire. Ma penso anche che debba essere gestita all’interno del Tour”.

Il nodo cruciale dell’intera vicenda infatti, è stato proprio il modo in cui è stata gestita. Mickelson si è soffermato proprio su questo. “La cosa doveva essere gestita dalla LPGA dicendo ‘guarda, sei stata negligente nel marcare la palla, fa’ attenzione. Per ora è un avvertimento, poi si vedrà’. Avere un torneo deciso in questo modo invece, con tutto quello che ne consegue, oltre al fatto che si trattava di un putt corto e quindi non c’è stato un grande vantaggio, non credo faccia bene al golf. Penso che Lexi dovrebbe ricevere il trofeo.”

Il punto è quindi questo: non si contesta l’applicazione della regola (la Thompson ha ricevuto due colpi per aver giocato la palla dal punto sbagliato ed altri due, di conseguenza, per aver consegnato uno score errato), quanto piuttosto la regola in sé, che forse è ben più importante. Occorre subito chiarire che il golf è differente dagli altri sport, nei quali gli arbitri sono gli unici a poter comminare una penalità. Il golf è giocato su percorsi molto grandi, talvolta anche più di uno, e di conseguenza i giudici possono basarsi solo su informazioni ed evidenze che possono arrivare dal campo, dai giocatori, dai caddies, ed anche dai fans sul percorso o i telespettatori a casa. Una volta che i giudici hanno l’evidenza di un accaduto, non possono far altro che applicare le regole. Questo crea dunque un precedente importante e pericoloso, da non sottovalutare. Viviamo nell’era della comunicazione globale, dei social network. Tutti potrebbero sentirsi in dovere di segnalare una qualsiasi infrazione, a prescindere dal modo in cui questa sia avvenuta o peggio, dal fatto che questa sia avvenuta o meno. Il campione Tiger Woods infatti ha twittato che “gli spettatori non dovrebbero essere arbitri.” Si corre il rischio di avere polveroni sollevati inutilmente, anche ore dopo. “È una cosa che deve finire, siamo tutti d’accordo. Ma deve essere un arbitro a gestire la cosa, monitorando le immagini o guardando dal vivo. Se è così mi sta bene. Non dovrebbero esserci comunicazioni esterne, che siano email, telefonate o quant’altro”, ha fatto eco l’americano Rickie Fowler.

Questo è collegato ad un altro aspetto importante, ossia le tempistiche con cui la penalità è stata comminata. Lexi Thompson stava giocando il quarto giro. Ed è stata penalizzata per qualcosa che aveva compiuto il giorno prima e che ha compromesso la sua vittoria. Se ci fosse stato un arbitro con il solo compito di verificare le immagini, la giocatrice avrebbe potuto essere avvisata in tempo reale, o quantomeno con una buca di ritardo oppure a fine giro. Che cosa sarebbe successo quindi se l’email non fosse stata letta? O se addirittura la segnalazione fosse stata verificata con ritardo, ad esempio lunedì? Esattamente nulla. Il torneo sarebbe stato già concluso e di conseguenza nessuna penalità poteva essere applicata. Riporre la palla in un punto diverso è qualcosa che avviene, intenzionalmente o no, per questione di millimetri o di centimetri. C’è quindi una grossa possibilità che un episodio simile sia avvenuto in un giro precedente, senza però essere notato.

Non è quindi questione di applicazione ma di regole vere e proprio. Sicuri che questa regola sia giusta?

 

Foto: Twitter PGA Tour

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