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Judo, Europei 2017: gli Azzurri e il nuovo regolamento. Uno svantaggio per gli italiani?

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I Campionati Europei di Varsavia 2017 hanno rappresentato la prima grande rassegna internazionale (non ce ne vogliano gli atleti che hanno partecipato ai Campionati Africani) con il nuovo regolamento, introdotto da quest’anno per volere dell’International Judo Federation (IJF). Al di là dei singoli punti, che abbiamo già avuto modo di analizzare al momento della novità, il nodo cruciale sta nell’importanza maggiore che viene data ai “positive scores” (“punteggi positivi”), ovvero waza-ari e soprattutto ippon, mentre è stato ridotto il peso degli shido, le penalità considerate come “negative scores” (“punteggi negativi”).

Già al momento dell’introduzione del nuovo regolamento, molti analisti avevano sottolineato come questo avrebbe rappresentato un vantaggio per i judoka con maggior capacità di proiettare gli avversari, in particolare quelli giapponesi, mentre il judo spesso più “ragionato” e tattico degli europei ne avrebbe potuto soffrire. Quello che possiamo dire, è che in fin dei conti il cambio di regole non sembra aver influito troppo sulle gerarchie continentali: a Varsavia, infatti, abbiamo visto vincere molti campioni che si erano già affermati negli anni precedenti, accompagnati da una normale dose di sorprese e rivelazioni che ci sono sempre, indipendentemente dalle regole, soprattutto nell’anno post-olimpico.

Detto questo, che influenza ha avuto il nuovo regolamento sugli italiani? Se consideriamo le sole prove individuali, solamente tre azzurri si sono dimostrati in grado di mettere a segno almeno un waza-ari (Matteo Medves, Nicholas Mungai ed Odette Giuffrida), e di questi la sola Giuffrida ha realizzato un ippon. Aggiungendo la prova a squadre, si inseriscono nell’elenco dei waza-ari anche Antonio Esposito e Vincenzo D’Arco, ma va anche considerato che sia Medves che D’Arco hanno perso un incontro pur realizzando un waza-ari, mettendo in luce la necessità di andare alla ricerca dell’ippon.

Ovviamente questi dati, da soli, non dimostrano necessariamente che il nuovo regolamento sia “svantaggioso” per gli azzurri, ma sicuramente mettono in luce una certa difficoltà, da parte degli italiani, nel realizzare la proiezione vincente. Naturalmente va anche considerato il peso degli avversari, visto che la maggioranza degli azzurri ha subito sconfitte da atleti che erano teste di serie. Ad ogni modo, sono ancora molti i judoka – italiani e stranieri – che devono ancora abituarsi del tutto al nuovo regolamento, e che non hanno interiorizzato che “caricare” di shido l’avversario non ha più lo stesso peso che poteva avere fino allo scorso anno, a meno che non si riesca a provocare un hansoku-make. Per risultare vincenti, è necessario salire sul tatami con un unico obiettivo: quello di schienare l’avversario.

giulio.chinappi@oasport.it

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Immagine: EJU – Emanuele Di Feliciantonio

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