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Karate, Premier League 2017: l’Italia si conferma kata-dipendente. Mattia Busato superstar a Dubai, team schiacciasassi, eterno Luigi Busà

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Le sorti dell’Italia nel karate continuano a dipendere dal kata. A Dubai, in occasione della terza tappa della Premier League 2017, si conferma una tendenza già emersa nei due appuntamenti precedenti, con gli azzurri dominanti nelle prove a squadre del kata e brillanti anche nelle due gare individuali, ma tutt’altro che convincenti nelle categorie del kumite. La nota più lieta riguarda il team femminile composto da Sara Battaglia, Viviana Bottaro e Michela Pezzetti, un’autentica macchina da guerra che ha asfaltato la concorrenza conquistando il terzo oro in altrettante tappe di Premier League e confermandosi la realtà attualmente più bella dell’intero panorama del karate azzurro.

Tra le donne del kata brilla anche la stella di Terryana D’Onofrio, che ha conquistato una fulgida medaglia di bronzo, confermando i progressi messi in mostra nel nuovo anno e coronando un bimestre eccellente, in cui ha ben figurato anche a Parigi e a Rotterdam. L’azzurra, tuttavia, non sembra avere alcuna intenzione di accontentarsi e nei prossimi appuntamenti cercherà di migliorare ancora e di puntare al gradino più alto del podio, accrescendo la gamma di scelte in una specialità che si appresta a costituire un punto di forza per l’Italia anche in chiave olimpica, anche se a Tokyo andrà in scena soltanto la gara individuale.

La vera star della spedizione azzurra a Dubai, tuttavia, si è rivelata Mattia Busato, che è tornato a casa con ben due medaglie, confermandosi il punto di riferimento azzurro del kata maschile. Busato si è tolto la soddisfazione dell’oro a squadre con Alessandro Iodice, bronzo a Rotterdam, e Gianluca Gallo, ma ha abbinato alla performance del team anche un terzo posto nella prova individuale, suggellando un weekend memorabile che ne conferma le eccellenti qualità e lo proietta sempre più in alto nelle gerarchie mondiali.

Timidi progressi si registrano anche nel kumite, dove a mettersi in luce è stato il veterano azzurro Luigi Busà, capace di conquistare una splendida medaglia d’argento nella categoria -75 kg che ha arricchito ulteriormente il suo strepitoso palmarès. Busà è approdato in finale senza subire neanche un punto, ma ha ceduto nell’ultimo atto contro lo statunitense Thomas Scott, vedendo svanire il sogno di salire sul gradino più alto del podio. Hanno ben figurato anche Simone Marino (+84 kg) e Laura Pasqua (-61 kg), quinti nelle rispettive categorie e sconfitti nelle finali per il bronzo dopo due ottime performances nei ripescaggi.

L’assenza di atleti del calibro di Sara Cardin e Silvia Semeraro, tuttavia, ha penalizzato l’Italia, anche se occorre una sterzata decisa per presentarsi alle Olimpiadi di Tokyo con importanti ambizioni nelle specialità che andranno in scena in Giappone. Soltanto Luigi Busà e Sara Cardin, infatti, ad oggi sembrano avere le carte in regola per giocarsi la qualificazione nel kumite per il torneo a cinque cerchi. Anche la Francia e il Giappone, dominatori a Parigi e a Rotterdam, si sono presentati a Dubai in formato ridotto e hanno lasciato spazio all’exploit dell’Iran, che ha conquistato ben tre medaglie d’oro negli Emirati Arabi, confermando la crescita esponenziale delle squadre asiatiche in una disciplina che ha accresciuto il livello di competitività in seguito alla storica annessione alla programma olimpico.

mauro.deriso@oasport.it

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Foto: WKF

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