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Parigi-Roubaix 2017: Greg Van Avermaet firma il primo Monumento! Gianni Moscon straordinario 5°

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E alla fine giunse il giorno di Greg Van Avermaet: il Campione Olimpico ha conquistato la prima vittoria della carriera in una Classica Monumento, vincendo l’edizione numero 115 della Parigi-Roubaix al termine di una giornata molto particolare, in cui sembrava addirittura fuori dai giochi ad un centinaio di chilometri dall’arrivo. L’alfiere della Bmc è riuscito a rientrare, sfruttando un capolavoro di Daniel Oss per arrivare con energie nel finale e alzare le braccia al cielo dopo una volata a cinque. Festa anche per l’Italia e per Gianni Moscon, quinto dopo una gara generosa e corsa da assoluto protagonista nelle fasi più calde.

Complice anche il vento in coda, prima ora percorsa ad oltre 50 chilometri orari di media ma senza la formazione di una fuga, nonostante diversi tentativi che si sono susseguiti con il passare dei chilometri e l’avvicinarsi dei primi settori in pavé. Tra le squadre più attive, sopratutto nella prima fase, la Cannondale Drapac, mentre si sono fatte vedere davanti, tra le formazioni dei big, Katusha, QuickStep-Floors e Team Sky, a stoppare tutti i tentativi memori di quanto successo lo scorso anno con il successo di Mathew Hayman, in fuga sin dalla prima ora. Solo quando i corridori sono arrivati in vista del settore da Troisvilles a Inchy, il primo, hanno preso margine Yannick Martinez (Delko Marseille), Jelle Wallays (Lotto Soudal) e Mickaël Delage (FDJ). Già sul primo tratto in ciottolato, però, Martinez ha perso contatto, mentre i due compagni d’avventura sono arrivati ad avere circa un minuto di margine sul resto del gruppo.

Sin da queste fasi le cadute hanno recitato un ruolo fondamentale, spezzando il gruppo: tra i coinvolti anche Oliver Naesen (AG2R), che è stato costretto ad un inseguimento durato una quarantina di chilometri, conclusosi a 123 chilometri dall’arrivo dopo aver subito anche una foratura ed essere stato coinvolto in un’altra caduta. Poco prima il belga Stijn Vandenbergh si era riportato sulla coppia al comando, formando un terzetto in testa con 20” sul un gruppo già piuttosto selezionato, con la Katusha spesso e volentieri a dettare il ritmo nelle prime posizioni.

Spesso nelle ultime posizioni del gruppo, Greg Van Avermaet (Bmc) è stato sorpreso da un rallentamento sul settore numero 20, da Haveluy a Wallers: il belga, costretto a cambiare bici, si è ritrovato ad una quarantina di secondi dal gruppo principale. La QuickStep-Floors (perso Terpstra, ritirato quando era già staccato) ha comunque provato ad alzare il ritmo durante la Foresta di Arenberg, che non ha prodotto scossoni. Attardato, con Van Avermaet, anche Alexander Kristoff (Katusha). Entrambi comunque sono riusciti a chiudere sul gruppetto dei migliori.

Nella fase successiva il francese Sylvain Chavanel (Direct Energie) è rientrato su Jelle Wallays, che era già al comando. Dal gruppo Peter Sagan ha promosso un attacco cui si sono accodati il suo compagno Maciej Bodnar, Jasper Stuyven (Trek-Segafredo) e l’azzurro Daniel Oss (Bmc), molto brillante a circa 80 chilometri dal traguardo. Sagan e Bodnar, purtroppo, sono stati costretti a desistere per una foratura occorsa all’iridato, riassorbito dal gruppo. Oss e Stuyven sono rimasti per lunghe fasi al comando e hanno avuto un vantaggio anche prossimo al minuto. Alle loro spalle si è formato un altro terzetto con Dimitri Claeys (Cofidis), Jurgen Roelandts (Lotto Soudal) e Gianni Moscon (Team Sky) che sono evasi da un gruppo sempre più ridotto a causa delle sfuriate di Boonen e Sagan, sopratutto, nei tratti di pavé.

I due gruppi in avanscoperta si sono ricongiunti poco dopo Mons-en-Pévèle, ma anche il gruppo, tirato da Sagan, è riuscito a rientrare su questo tentativo. Davanti sono rimasti solo una quindicina di uomini, quelli con la gamba migliore e capaci di non essere coinvolti in cadute e rallentamenti, sempre numerosi su queste strade per coloro che sono meno avvezzi alle pietre. Una volta riassorbito, Oss è riuscito a trovare nuovamente le energie per uscire dal gruppetto, questa volta in solitaria: il trentino, evidentemente in gran condizione, ha imposto un passo regolare, che gli ha consentito di guadagnare margine sugli inseguitori.

Alle sue spalle si è formato un gruppetto con Van Avermaet, Moscon, Roelandts, Stuyven, Zdnek Stybar (QuickStep-Floors) e Sebastian Langeveld (Cannondale), cui sembrava potesse unirsi Peter Sagan, che però è stato vittima di una seconda foratura. Più indietro, entrando nei 30 chilometri finali, il gruppo con lo stesso slovacco, John Degenkolb e Tom Boonen, la cui azione, in questa fase, è andata via via spegnendosi. A 25 chilometri dall’arrivo Oss si è rialzato, facendosi riassorbire dal gruppo di Van Avermaet per tenere alto il ritmo e favorire il proprio capitano, con il gruppo degli inseguitori a poco più di 30” di distacco.

L’azione di Oss si è esaurita a Camphin-en-Pévèle, settore precedente al Carrefour de l’Arbre, l’ultimo a cinque stelle della corsa. Qui Van Avermaet ha provato a fare la differenza, con un attacco deciso cui hanno risposto solo Stybar, molto brillante, e Langeveld. Moscon e Stuyven sono rimasti a 10-15”, ma sul pavé non sono riusciti a tenere il ritmo di questo terzetto per entrare negli ultimi 15 chilometri.

Questi tre atleti hanno affrontato assieme la fase finale di gara, senza riuscire a fare la differenza l’uno sull’altro, ma con un margine rassicurante sugli inseguitori. Stybar, sfruttando la presenza di Boonen nel gruppo, non ha tirato e ha provato un primo attacco a 4 chilometri dall’arrivo, cui Van Avermaet ha risposto senza particolari problemi. Dopo questo tentativo velleitario, il terzetto ha evitato ulteriori scaramucce prima del velodromo di Roubaix. Qui ha rallentato in maniera vistosa, consentendo a Stuyven e Moscon di rientrare: il giovane italiano, una volta ricongiuntosi all’inizio dell’ultima curva ha provato ad anticipare lo sprint, ma Stybar gli ha preso la ruota, uscendo con prepotenza. Quando il ceco sembrava aver preso vantaggio Van Avermaet ha dato fondo alle ultime energie, ha chiuso il buco e ha vinto con oltre una bicicletta di vantaggio, arrivando al tanto agognato successo in una Classica Monumento. Stybar si è dovuto accontentare della seconda piazza davanti a Langeveld, Stuyven e un fantastico Moscon, alla fine quinto. Arnaud Démare (Fdj) ha vinto la volata dei battuti davanti ad André Greipel (Lotto Soudal) ed Edward Theuns (Trek Segafredo). Tra i 10 anche Petit (Direct Energie) e Degenkolb mentre Boonen ha quasi rinunciato allo sprint, chiudendo così la sua carriera. Anche oggi, però, ci ha regalato una corsa da protagonista.

Twitter: @Santo_Gianluca

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gianluca.santo@oasport.it

Foto: Pier Colombo

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