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Tennis, Coppa Davis: Italia squadra “vecchia”. I giovani azzurri ci sono, ma non sono ancora pronti
L’Italia ha detto addio alla Coppa Davis 2017 dopo la sconfitta nei quarti di finale con il Belgio, ma ora c’è già la voglia di ripartire e pensare al prossimo anno, quando comunque l’obiettivo sarà sempre lo stesso: confermare la presenza nel World Group ed in caso di vittoria al primo turno provare ad andare il più avanti possibile.
A Charleroi si è fatta sentire l’assenza di Fabio Fognini, che ha dovuto rinunciare alla convocazione per un infortunio al polso. Sicuramente il ligure è il giocatore sul quale puntare anche in ottica futura, il leader di un’Italia che sogna di arrivare a giocarsi nuovamente una finale dopo quella del 1998. L’esempio di come questa cosa può realizzarsi è il Belgio, squadra che può contare sulla stella di David Goffin e su un uomo Davis come Steve Darcis.
La squadra azzurra, quando è al completo, non è certamente tra le più giovani della manifestazione. Lorenzi, Bolelli e Seppi hanno superato tutti la trentina e Fognini li compirà quest’anno. In Belgio era presente al posto del ligure Alessandro Giannessi, classe 1990, che ha fatto il suo debutto in maglia azzurra, vincendo anche il proprio singolare.
L’obiettivo è quello di arrivare ad un graduale ricambio generazionale, per non trovarsi nella situazione drammatica del tennis femminile. I grandi risultati delle azzurre hanno oscurato la mancanza totale delle giovani ed ora addirittura l’Italia si trova a giocarsi la permanenza nella Serie B della Fed Cup.
Guardando il ranking ATP, però, la situazione non è delle migliori, ma ci sono comunque importanti margini di miglioramento. Detto di Giannessi, attualmente numero quattro d’Italia (121 al mondo) ci sono anche altri giocatori che possono provare a ritagliarsi un loro spazio anche in maglia azzurra. Marco Cecchinato sembra essersi un attimo perso, ma a 24 anni ha ancora il tempo per venir fuori dalle retrovie del ranking (n°154) e tornare a ridosso dei primi 80 del mondo come nel 2015.
Tra i più giovani quello che sta facendo meglio è Stefano Napolitano (21 anni), ormai entrato stabilmente tra i primi 200 (176) e con l’obiettivo di provare ad avvicinarsi alla fatidica Top 100. Non bisogna nemmeno dimenticare quel Gianluigi Quinzi, considerato da sempre l’astro nascente, ma che dopo aver vinto Wimbledon juniores non è riuscito a confermarsi anche tra i grandi a causa anche di numerosi infortuni. Intanto il classe 1996 è riuscito a centrare la prima qualificazione in un tabellone principale di un torneo ATP a Marrakech. Un piccolo passo verso una veloce risalita.
Dovrà essere bravo Corrado Barazzutti ad avvicinare alla maglia azzurra questi ragazzi, cominciando a farli provare cosa significa vivere una sfida di Coppa Davis. Il tempo comunque c’è e la situazione non è assolutamente negativa, ma comunque non va sprecato per non trovarsi tra qualche anno in una situazione difficile da gestire e con l’incubo di dover ripartire dal basso.