Pallavolo
Volley femminile, Europei U18 – L’Italia piange in Finale, la maledizione continua: la Russia trionfa al tie-break, argento per Enweonwu e compagne
La Finale è stregata, ancora una volta. L’Italia viene sconfitta dalla Russia per 3-2 (18-25; 25-16; 26-24; 21-25; 15-10) nell’atto conclusivo degli Europei U18 di volley femminile. Ad Arnhem (Paesi Bassi) le azzurrine devono chinare il capo proprio sul più bello, dopo aver vinto tutte le partite nel torneo e avendo anche asfaltato la Russia nel match d’apertura.
L’Italia non riesce a riprendersi l’oro che manca addirittura dal 2001 e perde la quarta finale negli ultimi 14 anni: la maledizione non viene spezzata nemmeno dalle ragazze di coach Cristofani che hanno però giocato meravigliosamente per tutta la settimana e hanno dato risposte importanti per il futuro della nostra Nazionale maggiore. La Russia si conferma sul tetto d’Europa dopo il trionfo di due anni fa in Bulgaria (è il terzo titolo della storia, il primo giunse nel 1997), al termine di una partita in cui si è ritrovata avanti 2-1 e poi ha dominato la parte conclusiva del tie-break.
Oggi non sono bastati i 14 aces e i 13 muri di squadra, oltre alla solita incredibile partita dell’opposto Terry Ruth Enweonwu, ragazza copertina del torneo. L’opposto, cugina di Paola Egonu, ha messo a segno 26 punti (4 aces e 3 mui, 40% in attacco) in diagonale con Rachele Morello (5 aces). Doppia cifra anche per la schiacciatrice Elena Pietrini (19 punti, 3 aces), affiancata nel ruolo da Alice Tanase (6). Al centro Marina Lubian (10) e Sarah Fahr (12 punti con 5 muri), Serena Scognamillo il libero. Tra le fila della Russia vanno annotate le 15 marcature di Valeriya Shevchuk e le 13 di Tatiana Kadochkina, 5 muri per Viktoriia Pushina, doppia cifra anche per Olga Zvereva (11).
Medaglia di bronzo per la Bielorussia che ha sconfitto la Serbia per 3-2 (17-25; 29-27; 25-17; 22-25; 15-13). Le quattro finaliste si sono qualificate ai Mondiali di categoria, in programma quest’estate in Argentina, insieme a Slovenia e Germania.