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Volley, Leo Lo Bianco: “Inferno, Purgatorio e Paradiso: la mia vita. Le sconfitte delle Olimpiadi bruciano”

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Leo Lo Bianco è la più grande palleggiatrice della nostra storia, assoluta protagonista con la casacca dell’Italia trascinata al trionfo mondiale nel 2002 e con ben cinque Olimpiadi alle spalle. Il fenomeno azzurro ora veste la casacca di Bergamo, oggi ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport. Riviviamone alcuni passaggi.

 

INFERNO:

Quando ero giovane e ho dovuto abbandonare la famiglia, le certezze e gli affetti per andare da sola a misurarmi con le mie possibilità e vedere quanto forte fossi. Sono quelli gli anni in cui fai il passo o rimani un atleta mediocre. È stata dura e gli allenatori che ho avuto mi hanno messo in grande difficoltà. E all’inferno ci metto anche i momenti in cui ho perso sicurezza e avrei voluto smettere. Sono stati tanti: c’è tutta una parte brutta della carriera che all’esterno non si vede”.

PURGATORIO:

Vorrei accettare di essere un’atleta che ha sempre cercato la perfezione, ma che non può essere sempre perfetta in tutto. Vorrei riuscire a godere quelle che sono le mie possibilità adesso. Una volta restavo in palestra fino a che non raggiungevo la dannata perfezione, adesso non lo posso più fare.

Vorrei essere meno testarda e riuscire a dire: ok oggi è così. Non è che tutto si annulla perché non posso essere perfetta. Ma non ci riesco! Credo però che questa testardaggine sia stata anche la mia forza perché non ho mai mollato per raggiungere i miei obiettivi”.

PARADISO:

Ancora qualche successo con la pallavolo, perché la mia carriera sta andando verso la fine. Spero di poter sopravvivere senza il mio inferno e purgatorio della pallavolo. Ho vissuto 30 anni nel volley e sarà molto difficile non giocare più. Spero di poter trovare la mia pace anche senza questo sport”.

“Io esco dal campo sempre con qualcosa che non mi è piaciuto. Anche dopo la vittoria più importante della mia vita, i Mondiali del 2002, ero insoddisfatta. Ero contenta solo per la semifinale e la finale, ma del percorso no. Ma è stato un successo straordinario”.

“Le sconfitte più dolorose sono quelle dei quarti di finale delle Olimpiadi”. Leo ha un ultimo sogno, su come chiudere la prossima grande finale: “Con una murata a una russa, tipo la Goncharova, visto che mi passa un metro sopra”. E se rinascerebbe giocherebbe a tennis.

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