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500 Miglia di Indianapolis 2017: Fernando Alonso in scia ai suoi predecessori? I precedenti dei piloti di F1 vincenti negli Stati Uniti

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Il tentativo di Fernando Alonso alla 500 Miglia di Indianapolis, in programma domenica sull’ovale situato nella capitale dell’Indiana, ha riacceso la discussione intorno all’intreccio tra piloti di F1 ed un evento, come quello facente parte del calendario della IndyCar Series, a lungo snobbato dai corridori della categoria “regina” delle 4 ruote in epoca recente.

In realtà, la commistione tra F1 e 500 Miglia è stata forte sin dagli albori della prima competizione, poiché nel decennio che apre la storia del campionato (1950-1960) l’evento disputato sul circuito di Indianapolis era parte integrante del calendario Mondiale della F1, all’epoca sensibilmente più ridotto rispetto all’attuale. Curiosità, nelle 11 edizioni disputate in tale lasso di tempo, a vincere furono esclusivamente drivers “made in Usa”, che partecipavano alla competizione senza, tuttavia, collezionare altre presenze nel corso della loro carriera in F1, a testimonianza del sostanziale disinteresse, all’epoca, degli Stati Uniti verso una categoria dal cuore prettamente europeo. In tale periodo, il recordman di vittorie è Bill Vukovich, trionfatore nel biennio 1953-54, che proprio nel corso di una edizione della 500 Miglia, quella dell’anno 1955, troverà la morte a seguito di un incidente durante la corsa.

Archiviato tale periodo “particolare”, di convivenza quasi forzata, bisogna aspettare il 1965 per avere il primo vincitore della 500 Miglia realmente protagonista nel mondo della F1: il britannico Jim Clark, che riuscì tra l’altro nell’impresa di aggiudicarsi, sempre nella medesima annata, il titolo Mondiale piloti, suo secondo ed ultimo alloro nella categoria. Ancora più nell’obiettivo di Alonso, tuttavia, è la figura di un altro pilota inglese, Graham Hill, unico capace di ottenere la c.d. “tripla corona” fino ad ora: vinse infatti la 500 Miglia di Indianapolis nel 1966, al debutto, due campionati del Mondo di F1 (1962 e 1968), nonché la 24 ore di Le Mans nel 1972.  Chi è andato molto vicino ad eguagliare il suddetto “record” di Hill è stato Mario Andretti: l’italo-americano, che ha disputato diverse edizioni della 500 Miglia prima, nel corso e dopo la sua esperienza in F1, ha vinto la corsa sull’ovale nel 1969, il Mondiale F1 nel 1978, salvo però non riuscire a trionfare nella competizione di durata sul circuito francese, piazzandosi 2° nel 1995 come miglior risultato.

Si passa poi agli anni ’70, quando Mark Donohue vinse la 500 Miglia nel 1972. La sua esperienza in F1 fu piuttosto breve: dopo qualche fugace apparizione nel 1971 e nel 1974, sempre in gare disputate nel Nord-America, si iscrisse a tempo pieno nel Mondiale nel 1975, non riuscendo a terminare la stagione a causa dell’incidente mortale occorsogli durante il GP d’Austria.

Bisogna aspettare 13 anni per vedere un altro ex pilota F1 vincere ad indianapolis: è il 1985, quando lo statunitense Danny Sullivan conquistò il trionfo sull’ovale dell’Indiana, due anni dopo l’unica stagione disputata nel “circus” (tutt’altro che memorabile) alla guida della Tyrrell. Un terzo iscritto al gruppo dei “campioni del Mondo F1 vincenti ad Indy” è il brasiliano Emerson Fittipaldi, che conquistò la 500 Miglia nel 1989 e nel 1993, dopo aver vinto il titolo Mondiale in altrettante occasioni (1972 e 1974). Vicinissimo alla “triple crown”, in tempi recenti, c’è andato il canadese Jacques Villeneuve: il figlio d’arte ha vinto la 500 Miglia nel 1995, per poi passare in F1, laddove conquistò il Mondiale nel 1997. A mancargli è solo la 24 Ore di Le Mans, conclusa al 2° posto nel 2008. Nel 1998 è invece Eddie Cheever, pilota statunitense con il maggior numero di GP disputati in F1 (132 in 11 stagioni, tra il 1978 ed il 1989) a vincere la 500 Miglia.

Il nuovo millennio si apre con la vittoria di Juan Pablo Montoya, pilota colombiano visto poi in F1, capace di giocarsi fino all’ultimo il titolo Mondiale nel 2003. Il nativo di Bogotà si è ripetuto poi nel 2015. Ultimo in ordine di tempo è Alexander Rossi: protagonista di una fugace apparizione in F1, con al suo attivo soli 5 GP corsi nel 2015 con la Manor, l’italo-americano ha conquistato la 500 Miglia nell’ultima edizione, vincendola al debutto. Riuscirà Alonso a ripercorrere le sue orme?

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davide.brufani@oasport.it

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