500 Miglia Indianapolis 2017: Fernando Alonso fa un figurone, ma è tradito ancora una volta dal motore Honda…
L’ottima prima 500 Miglia di Indianapolis di Fernando Alonso naufraga a 20 giri dalla bandiera a scacchi…e sempre per la stessa causa che ne ha “funestato” le ultime tre stagioni dell’asturiano nel Mondiale F1: la rottura del motore Honda.
Lo spagnolo ha dovuto salutare la gara mentre era settimo, intento con la sua McLaren Honda del team Andretti ad azzerare il gap con i capofila; il terzetto Chilton-Sato-Castroneves lì davanti non era vicinissimo, ma nemmeno lontanissimo. Chissà…
Speranze in fumo, così come il propulsore, ma l’ovazione sincera dell’Indianapolis Motor Speedway non ha fatto perdere il sorriso allo spagnolo, che con la sua presenza “attiva” ha reso ancora più affascinante la mitica gara americana. “Ho sentito il grippaggio del motore – ha dichiarato Fernando a fine corsa – e capito che non c’era nulla da fare. Peccato, avremmo meritato di finire la corsa. Ho sperimentato solo in gara i giri di ingresso e rientro, ma è stata una bella esperienza, divertente. L’essere stato in testa alla gara e l’aver potuto combattere per la vittoria sono state una bella sorpresa. Tornare? Mi piacerebbe: se accadrà, adesso saprò cosa aspettarmi”.
Un figurone per Nando, negli States, con i succitati giri di ingresso e rientro che hanno rappresentato gli unici veri punti deboli della sua performance nell’Indiana; si sa, ci sono particolari nelle gare che si disputano negli “ovali” che fanno la differenza, le rendono inimitabili e non possono certo essere assimilati in un solo mese di pratica, o meno. In quanto ad arte del sorpasso, scie, intelligenza in gara e cattiveria agonistica, l’esperto pilota di Oviedo ha già dimostrato di potersela giocare con chiunque anche a bordo di una IndyCar.
L’inizio della 101^ 500 Miglia di Indianapolis è tutta del poleman Scott Dixon (poi protagonista di un incidente terribile) e Fernando Alonso perde qualche posizione pur rimanendo nel gruppo di vertice. Lo spagnolo risale con pazienza e caparbietà: 4° al ventottesimo giro e, dopo i primi pit-stop, si ritrova addirittura in testa per una manciata di tornate. Per la prima volta in carriera, il due-volte iridato in F1 ha assaporato l’ebbrezza della vetta della 500 Miglia di Indianapolis, non senza aver duellato con il campione in carica Alexander Rossi.
Al re-start dopo lo spaventoso volo di Scott Dixon, Alonso scivola al 4° posto; al giro 70 in testa c’è Sato davanti a Rossi, Hunter-Reay, Alonso e Hildebrand. Si riparte, ma per poco: al giro 81 torna in pista la Safety Car per un detrito in pista. Tutti ai box per il terzo pit stop. Di nuovo bandiera verde e Hunter-Reay va in testa, ma è Castroneves a tagliare davanti il traguardo dei 100 giri, metà gara; altri pit stop, Hunter-Reay torna in testa, con Alonso 2°, ma al giro 122 Lazier finisce a muro alla curva-2 e innesca la quarta caution della gara.
Al 130° giro si riparte e Nando torna davanti, prima di un’altra caution, la quinta. Nuovo via al giri 134 e alla 137^ tornata Hunter-Reay deve abbandonare la contesa per un KO meccanico: sesta caution, pit-stop per tutti i migliori con Alonso che si ritrova 12°, dietro a vetture con differenti strategie. Settima caution per un detrito perso da Castroneves e altra ripartenza. Al giro 150 (cioè a 3/4 esatti di gara) c’è davanti Chilton con dietro Kimball e Davison, mentre Alonso è 9°.
Gli ultimi giri sono serrati, con giochi di scie, strategie incrociate e una caution, la numero otto, per problemi al motore di Kimball. Tutti a effettuare l’ennesimo pit-stop: si riparte al giro 171 con Chilton davanti, seguito da Jones, Castroneves, Davison e Sato; Alonso nono. Non ci sono più margini per indugiare, serve recuperare: ai -25 dalla fine lo spagnolo è 8°, poi 7° dopo un magistrale sorpasso all’esterno. Ma arriva la rottura del motore e per Fernando è la fine dei giochi…
Resta l’ottima impressione destata, l’approccio giusto alla gara di ieri ed alla “preparazione” dei giorni precedenti. La Indy 500 piace ad Alonso e all’universo Indy 500 piace Alonso: il quasi 36enne delle Asturie ci riproverà in futuro. E’ molto più di una suggestione, magari da inseguire su un cavallo non motorizzato Honda…
giuseppe.urbano@oasport.it
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