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Calcio, Champions League 2017 – La seconda finale di Massimiliano Allegri in tre anni: la scalata di un allenatore sottovalutato

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Non era semplice giocare una Champions così, ora siamo arrivati al momento cruciale della stagione. Da domani è il momento di raccogliere, prima il Campionato, poi la Coppa Italia e la Finale di Cardiff. Negli ultimi 15 minuti eravamo usciti dalla partita, basta vedere il gol subito, le partite non sono mai finite per questo ho cercato di spronare la squadra. Paradossalmente lo scontro tra Glik e Higuaín ha riacceso l’attenzione della squadra. Quest’anno speriamo che sia l’anno buono, abbiamo molto possibilità di vincere questa Champions, in queste mese dobbiamo migliorare sull’aspetto dell’attenzione ma sono fiducioso“.

Sono queste le parole di Massimiliano Allegri, dopo la vittoria contro il Monaco 2-1 allo Juventus Stadium, e la qualificazione all’ultimo turno di Champions League 2017 a Cardiff, programmato il 3 giugno. Bianconeri che raggiungono dunque la loro nona finale nella storia, la seconda in tre anni, guidati dal tecnico di Livorno. Un traguardo prestigioso merito dei grandi calciatori in squadra (Gonzalo Higuain, Paulo Dybala, Dani Alves ecc) ma anche di un allenatore decisamente sottovalutato dalla piazza e mai ritenuto all’altezza del suo predecessore Antonio Conte (3 scudetti vinti e 2 Supercoppe Italiane), attuale mister del Chelsea e prossimo alla vittoria della Premier League.

Quando ti siedi in un ristorante dove si pagano 100 euro non puoi pensare di mangiare con 10“, fu questa la metafora di Conte, allenatore del club juventino in quel periodo, per evidenziare la sproporzione economica della compagine con le altre grandi d’Europa e rafforzare l’idea che i bianconeri non sarebbero potuti essere competitivi in breve tempo in Champions. Caso strano, dopo il divorzio improvviso tra il pugliese e la Vecchia Signora, con Allegri le finali sono state due in un triennio e se è vero che la società, specie nell’ultimo anno, ha fatto investimenti importanti (acquisto di Gonzalo Higuain), lo altrettanto che l’essersi privati prima di Arturo Vidal e poi di Paul Pogba, totem del centrocampo “contiano” insieme ad Andrea Pirlo, sta a dimostrare che il buon Max è qualcosa di più che un buon gestore.

Il calcio del toscano, per alcuni poco spettacolare e non in linea con i dettami moderni del “Pallone”, in realtà nasconde una preparazione tattica certosina. La squadra di Allegri, come poche altre nel Vecchio Continente, è in grado di rendere ad altissimi livelli, in entrambe le fasi, con moduli diversi. Dopo la sconfitta di Firenze di inizio anno in campionato, l’idea è stata questa: “Ho molta qualità in avanti, faccio in modo da sfruttare il potenziale offensivo che ho”. L’ormai arcinoto attacco a 5 stelle è valso al 99% lo Scudetto ed un percorso netto in Champions infliggendo 3 gol al Barcellona, senza subirne neanche uno, nel computo delle due partite valevoli per i quarti di finale.

E poi la valorizzazione dei calciatori: Pjanic, il discontinuo di Roma, sempre più faro nella zona nevralgica del campo e migliorato in interdizione; Dani Alves, dato per finito in inverno, il migliore sul rettangolo di gioco nei due match contro il Monaco ed Higuain, non decisivo in Europa, a segno nel Principato. Sono tante le rivincite che l’allenatore juventino si sta prendendo ed ora l’obiettivo del “Triplete” non sembra essere una chimera.

Si potrebbe cominciare già a Roma nel match di campionato contro i giallorossi nella 36esima giornata di Serie A. Se la Juventus, infatti, dovesse vincere o pareggiare conquisterebbe il suo sesto titolo tricolore, un’impresa titanica. Poi il 17 maggio, sempre nella Capitale, l’ultimo atto di Coppa Italia contro la Lazio ed il 3 giugno a Cardiff l’appuntamento citato. Allegri ed i suoi prodi sono pronti a fare la storia!

giandomenico.tiseo@oasport.it

Twitter: @Giandomatrix

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