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Formula 1
F1, Mondiale 2017: il duello Ferrari-Mercedes si trasferisce in Spagna, con Vettel e Hamilton insidiati da Bottas “Zar di Russia”
Il Mondiale di F1 saluta il Mar Nero, celebrando una prima fila tutta Ferrari dopo quasi dieci anni e il primo successo in carriera di Valtteri Bottas (Mercedes) ed ora si appresta a far tappa sulle sponde del Mar Mediterraneo per il GP di Spagna, a Barcellona, tra due settimane.
Come arriva il circus a questo quinto appuntamento in calendario? Per prima cosa con Sebastian Vettel (Ferrari) che guarda tutti dall’alto verso il basso della classifica con 86 punti (una quota che l’anno scorso raggiunse in concomitanza dell’ottava gara, a Baku). Un ottimo bottino frutto di due vittorie e due secondi posti. Però, in casa Maranello, c’è addirittura un po’ di condivisibile rammarico. Con un pizzico di fortuna in più a Shanghai, ed una partenza migliore a Sochi, il tedesco poteva aver già calato un poker di successi in questo 2017, proprio come Nico Rosberg dodici mesi fa. 13 punti di vantaggio su Lewis Hamilton (Mercedes) tuttavia, non se li sarebbe immaginati nessuno, nemmeno il più ottimista dei tifosi della “Rossa”. Per cui il bicchiere è assolutamente mezzo pieno.
A meno di ribaltoni difficili da prevedere, saranno proprio questi due piloti a battagliare fino in fondo per il titolo (contando che ne sommano sette nelle loro carriere). Però, il Valtteri Bottas (Mercedes) visto in Russia non lascia dormire sonni tranquilli a Vettel (comunque 23 punti avanti) né tantomeno all’inglese, sonoramente bastonato in qualifica a Sakhir e lungo tutto il weekend a Sochi. Partito in sordina e senza troppi squilli di fanfara, il finlandese ha dimostrato di avere tutte le intenzioni di inserirsi nella lotta ai piani alti, ordini di scuderia permettendo.
Il duello Ferrari-Mercedes al momento parla di un 2-2 calcistico. Regna l’equilibrio, con la SF70H che, nel globale, si sta facendo preferire rispetto alla W08. Il team di Brackley non si aspettava che la Ferrari fosse così pimpante sin dall’inizio e, in diverse occasioni, è stata sorpresa, a livello tecnico e strategico. Tutto ruoterà attorno a tre aspetti: piloti, sviluppi e dettagli. Noi, da osservatori, ci gustiamo questa splendida battaglia che si annuncia quanto mai interessante.
Una sfida che, a quanto pare, non avrà altri partecipanti, e qui ne va a scapito lo spettacolo. La Red Bull è la grande, enorme, delusione di questo inizio di campionato, a dispetto di un inverno nel quale era additata come vero e proprio spauracchio, sperando nel genio del suo direttore tecnico Adrian Newey. La RB13, invece, arranca e colleziona distacchi pesanti e continua ad incappare in noie meccaniche. Per Daniel Ricciardo e Max Verstappen (57 punti in due, 29 in meno del solo Vettel) questo avvio di Mondiale sembra un vero incubo, dopo un 2016 che li aveva visti alla ribalta e unici rivali credibili delle Mercedes. Dodici mesi fa esatti (anche per l’incidente al via tra Hamilton e Rosberg) fu addirittura doppietta in Spagna. Che ci riescano anche quest’anno è assolutamente utopistico.
Tra i “terrestri” prosegue sulla scia della continuità e della solidità Sergio Perez (settimo con 22 punti) con la sua Force India che vede crescere bene anche Esteban Ocon (9 punti). La Williams vive di alti e bassi con Felipe Massa tornato dal ritiro (brevissimo) ma sempre capace di arrivare a ridosso dei primi. Per ora il brasiliano ha già 18 punti, mentre il suo giovane compagno, Lance Stroll, è ancora al palo e combatte con la sua inesperienza.
Chi prova a guadagnare terreno sono la Renault (o meglio Nico Hulkenberg, dato che Jolyon Palmer è protagonista più di incidenti che sorpassi) e la Toro Rosso che convive con qualche balbettio di troppo con Carlos Sainz e Daniil Kvyat che meriterebbero di più.
Chi fatica, per motivi differenti, sono la Haas (appena 6 punti totali) che quando ha una macchina competitiva si ferma per problemi di affidabilità, altrimenti languisce nella pancia del gruppo; poi passiamo alla Sauber che è la vettura meno competitiva del lotto e il cui unico obiettivo è giungere al traguardo; concludiamo con la McLaren, ormai ridotta a zimbello della F1. La scuderia che una volta dominava in lungo e in largo, ormai fa fatica a partire dalla griglia. Sic transit gloria mundi. Stoffel Vandoorne appiedato prima del via a Sakhir, Fernando Alonso a Sochi. Un andamento inqualificabile per un team che fino a pochi anni fa (2008) vinceva titoli mondiali.
Alessandro.passanti@oasport.it
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