Formula 1

F1, Mondiale 2017: la “pattuglia” dei giovani viaggia a due velocità. Bene Verstappen, Sainz ed Ocon

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Una delle tendenze maggiormente palesi, nel motorsport attuale e dunque anche in F1, è quella di bruciare sempre più le tappe. Se un tempo i “baby-piloti” erano una rarità, e debuttare poco più che 20enni spesso non accadeva nemmeno a coloro i quali, nel corso della loro carriera, si sono distinti per essere dei campioni di alto rango nella loro disciplina, oggi è un qualcosa all’ordine del giorno, che non stupisce più di tanto. Anzi, arrivare nella massima formula delle quattro ruote, piuttosto che in MotoGp, ad una età più vicina ai 30 è vista quasi come una discriminante in senso negativo, che rende improbabile un futuro radioso e chiude molti sbocchi di carriera, teorici e pratici. Anche per tale motivo, la presenza di giovani nella griglia di partenza, in questo caso della F1, impone di guardare loro con grande attenzione, perché facilmente saranno i rappresentati futuri del campionato per molto tempo, specie laddove si abbia a che fare con piloti di talento puro.

In questo ambito, Max Verstappen non ha niente da invidiare a nessuno. Fa strano parlare di un già vincitore di una gara in F1 come di un giovane di belle speranze, ma non bisogna dimenticarsi che l’olandese ha solo 19 anni, ed è di fatto alla sua terza stagione piena nel campionato, con ancora la necessità di maturare appieno. Specie per ciò che si è visto l’anno scorso, quando il figlio d’arte della Red Bull si è fatto notare si per le sue eccezionali doti velocistiche e di cattivera agonistica, ma anche per qualche eccesso di troppo, che lo ha portato ad essere inquadrato come corridore spesso oltre il limite della legalità, sporco ed in un certo senso pericoloso per i propri avversari. Complice forse una vettura, quella anglo-austriaca fin qui ammirata, davvero modesta nelle prestazioni, se messa a paragone con le avversarie designate Mercedes e Ferrari, Verstappen è sembrato essere molto più riflessivo nelle fasi calde dei Gran Premi sin qui disputati, pur provando a cogliere ogni occasione utile ad ottenere il risultato pesante, come accaduto in Cina (3°) ed in Bahrain, fino a quando i freni non lo hanno tradito (era 2°).

Chi si è messo in luce, anche qui positivamente, sono Carlos Sainz Jr. ed Esteban Ocon. Lo spagnolo della Toro Rosso sta confermando un percorso di crescita lineare e convincente, coadiuvato da una vettura, quella del team italiano, quasi sempre competitiva per permettergli di lottare per la zona punti. Velocità ma soprattutto consistenza, quest’ultima dote forse la migliore evidenziata dal 22enne di Madrid, potrebbero ben presto aprirgli le porte per una scuderia top, o quantomeno con maggiori possibilità di emergere rispetto alla ex Minardi. Il 20enne francese della Force India, invece, sta dimostrando di reggere il confronto in maniera dignitosa, per quanto fino ad ora sempre perdente, nei confronti del proprio compagno di squadra, un Sergio Perez giunto probabilmente al punto di massima maturazione nella sua carriera, ed anche lui desideroso di riprovare il salto in un top team. Passo che Ocon non è ovviamente ancora pronto per compiere, ma il corridore di Evreux è da tenere d’occhio: buona velocità e, anche nel suo caso, ottima regolarità. Basti pensare che, nelle 13 gare fin qui disputate in F1 (ha infatti corso la parte finale del 2016 con la Manor), Esteban è sempre giunto al traguardo, e nelle ultime quattro occasioni (cioè da quando corre con la scuderia avente licenza indiana) occupando un piazzamento nella zona punti. Se la Mercedes ha già messo l’ipoteca su di lui qualcosa, forse, vorrà pur dire.

Chi non sembra rientrare esattamente nelle primissime mire del team di Stoccarda è Pascal Wehrlein, altro prodotto del “vivaio” tedesco. Difficile giudicare la sua stagione 2017 ad oggi, poiché l’infortunio patito alla Race of Champions, che lo ha costretto a saltare i primi due appuntamenti stagionali e parte dei test, indubbiamente gli hanno fatto perdere tempo utile a prendere maggiore dimestichezza con la sua Sauber, restando indietro rispetto agli avversari. Il giudizio, nei confronti del 22enne di Siegmaringen, non può dunque che rimanere in sospeso.

Chi non può vantare un bilancio positivo, invece, sono Daniil Kvyat e Lance Stroll. Il primo ha, dal momento del suo ritorno in Toro Rosso, sofferto il confronto con Sainz, nonostante la maggiore esperienza vantata nella categoria. Oltre a ciò, l’impressione è che l’esperienza in Red Bull, non del tutto negativa ma in cui la sua immagine, volenti o nolenti, ne è uscita alquanto danneggiata dal siluramento subito in favore di Verstappen, rischi di chiudergli a prescindere le porte di team di alta classifica, e soprattutto nella passata stagione lo abbia (umanamente) demotivato. Insomma, procedendo sulla attuale falsariga, il 23enne russo facilmente potrebbe andare incontro ad una carriera da comprimario. Peggio ancora stanno andando le cose al teenager canadese della Williams, che fino ad ora non ha collezionato alcun punto e, soprattutto, sta pagando nettamente il confronto diretto con un Felipe Massa ripescato dalla scuderia britannica, ed in ogni caso entrato pienamente nella fase calante della sua carriera. Stroll non è stato sin qui nemmeno troppo fortunato (due contatti lo hanno messo ko in Cina e Bahrain rispettivamente, in cui lui era sostanzialmente incolpevole), ma nonostante una pazienza iniziale che era giusto concedegli, l’impressione è che sia arrivato un pò troppo preso in F1, non del tutto pronto per poter giocare un ruolo all’altezza di ciò che la Williams, ora come ora, potrebbe permettergli.

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davide.brufani@oasport.it

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