Ciclismo
Giro d’Italia 2017: chi sale e chi scende dopo la scalata all’Etna? Promossi tutti i big, Rosa meritata per Jungels
Trovare vincitori e vinti, al termine della quarta tappa del Giro d’Italia 2017 con arrivo sull’Etna, sembra alquanto difficile. I big hanno dato poche indicazioni sul loro stato di forma, complice anche un forte vento contrario che ha di fatto scongiurato ogni tentativo serio di attacco. Proviamo, comunque, a tirare le fila di quanto emerso da questi primi 18 chilometri di vera salita.
Arrembante, ma con riserva, Vincenzo Nibali. Lo Squalo dello Stretto ha onorato la salita di casa con uno scatto a 3 chilometri dall’arrivo. Un cambio di ritmo discreto, anche se non straripante e circa 500 metri in avanscoperta con vento contrario. Poco o nulla sostanzialmente, quasi un test a valutare le reazioni degli avversari, che però non sono arrivati: gli altri pretendenti al podio e alla Maglia Rosa, con Quintana in prima linea, si sono fatti trascinare sotto da un convincente Andrey Amador, che ha preso la testa del gruppetto in progressione riportandosi sulla ruota di Nibali all’apparenza senza faticare troppo.
E questa potrebbe essere la migliore notizia per Nairo Quintana, atteso ad un Giro molto particolare considerando le sue ambizioni di doppietta con il Tour de France. Il costaricense può rivelarsi un comodissimo punto d’appoggio in casa Movistar per consentire al colombiano di risparmiare energie che poi potrebbero rivelarsi utili nelle tappe e nelle corse successive. Oggi Nairo si è limitato a controllare, saldamente nelle prime posizioni. Domenica, però, potrebbe essere chiamato ad attaccare o a reagire in prima persona sull’ancora più impegnativa salita del Blockhaus.
Stessa medaglia ma facce ben diverse per il Team Sky. Geraint Thomas, pur senza compagni a scortarlo, non ha mai lasciato le prime 5 posizioni e anche prendendo un po’ di vento ha dimostrato di avere la gamba, vincendo anche la volata dei battuti su un mastino come Thibaut Pinot, anche lui tra i promossi della tappa odierna con buoni voti per l’intraprendenza con cui ha guidato la sua Fdj. Soffre e non poco, invece, Mikel Landa. L’iberico del Team Sky ha subito una foratura in salita e per lunghe fasi è stato costretto ad inseguire: una volta rientrato ha dato l’impressione di fare molta fatica ma è riuscito a resistere con i migliori nonostante un tentennamento quando Nibali ha provato ad attaccare. Conoscendo anche i suoi trascorsi, un ostacolo superato indenne nella prima settimana non può che fare bene al morale in attesa delle fasi di corsa che potrebbero esaltare le sue caratteristiche nella terza settimana.
Ovviamente nota di merito per Ilnur Zakarin, che ha recuperato negli ultimi 2 chilometri una decina di secondi, la metà di quelli persi a Tortolì a causa di una caduta, che tra l’altro l’ha coinvolto anche oggi, assieme a tutta la Katusha, poco prima di iniziare la salita finale. Con lui a terra anche Steven Kruijswijk (LottoNL-Jumbo), abbonato a questo genere di situazioni. L’olandese, che già lo scorso anno ha buttato all’aria la possibilità di vincere il Giro proprio finendo a terra, è comunque riuscito a difendersi e a salvare il salvabile, nascondendosi nel gruppo principale e arrivando sul traguardo con gli altri big, purché dolorante. Tra gli altri, Tom Dumoulin (Sunweb) ha provato un attacco che però non ha fatto sfraceli mentre Adam Yates (Orica-Scott) ha palesato una pedalata brillante pur senza mettere il naso fuori dal plotoncino di cui faceva parte. Chi invece è già chiamato ad abbandonare le velleità di classifica è uno spento Rui Costa (UAE Emirates), lontanissimo dai migliori per quanto riguarda la prestazione in salita: il portoghese, se le premesse sono queste, farebbe probabilmente meglio ad uscire dalla lotta per la top 10 e riciclarsi come uomo da fughe.
Chiudiamo con Bob Jungels, che questa sera indosserà una meritatissima Maglia Rosa dopo il numero di Cagliari quando ha aperto il ventaglio decisivo rispetto agli altri pretendenti alla classifica consegnando anche la vittoria al compagno di squadra Gaviria. Oggi il lussemburghese della QuickStep-Floors non si è mai esposto, limitando i danni al minimo e chiudendo in top 10: testa della classifica e un arrivo in salita alle spalle. Da non sottovalutare, anche perché nelle due cronometro potrebbe guadagnare anche un paio di minuti sui rivali e far saltare il banco, nonostante sia meno adatto sopratutto alla terza settimana.
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Foto: comunicato RCS
gianluca.santo@oasport.it