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Ciclismo
Giro d’Italia 2017: i giovani italiani ci sono, ma la strada da fare è ancora lunga
Il Giro d’Italia numero 100 si è appena concluso ed è giunto il momento dei bilanci. Questa volta andiamo ad analizzare il rendimento dei giovani italiani nella Corsa Rosa e le loro speranze per il futuro.
Partiamo dall’unico giovane azzurro nella top 10 della generale, si tratta di Davide Formolo. Un corridore che era chiamato per la prima volta a onorare i gradi di capitano e ci è riuscito egregiamente. In salita è stato quasi sempre con il gruppo dei migliori, ma al momento degli scatti non è riuscito mai a rispondere. Il vero tallone d’Achille sono state però le cronometro, dove ha perso complessivamente oltre 7 minuti da Dumoulin. Per questo motivo, Formolo dovrà migliorare moltissimo nelle prove contro il tempo, se vorrà diventare competitivo per una vittoria di un grande giro. Si sono visti comunque dei miglioramenti rispetto allo scorso anno e la strada è quella giusta.
L’altro grande protagonista tra i giovani azzurri è stato indubbiamente Jakub Mareczko. Il velocista della Wilier Triestina – Selle Italia ha centrato due volte il podio, concludendo al 2° posto le tappe di Messina e Reggio Emilia. La vittoria è sfumata quindi per un soffio, ma considerando che si tratta della prima grande corsa in cui è protagonista, è un ottimo risultato. Tra i giovani velocisti italiani è quello più promettente e quando tornerà l’anno prossimo potremmo già vederlo sul gradino più alto del podio.
Tra gli altri corridori che si sono messi in mostra troviamo Simone Petilli e Valerio Conti per la UAE Team Emirates. Il primo si è messo in luce in salita, dimostrando di avere una buona gamba e chiudendo sempre a ridosso dei migliori. Conti invece è stato protagonista della tappa di Peschici con quella caduta all’ultima curva, che gli ha impedito di trovare una probabile vittoria. A parte l’episodio si è dimostrato un corridore capace di fare la differenza in fuga e ha confermato di potersi giocare il successo in un grande giro.
Infine è doveroso citare Vincenzo Albanese, che con i suoi vent’anni è stato il corridore più giovane di questo Giro. Ha cercato più volte di mettersi in mostra andando in fuga e anche se non è arrivato il risultato bisogna premiare il suo coraggio e la voglia di provarci.
Tirando le somme possiamo dire che i giovani italiani ci sono, seppur non tantissimi, e alcuni di loro si sono messi anche in luce nella Corsa Rosa. Quello che però è mancato, è stato l’acuto. Infatti nonostante le buone prestazioni non è arrivato nessun successo e in generale i risultati degni di nota scarseggiano. C’è quindi ancora molta strada da fare prima che sboccino dei veri campioni e solo continuando a lavorare sodo si potranno vedere dei risultati concreti nei prossimi anni.
alessandro.farina@oasport.it
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Foto: Valerio Origo