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Ciclismo

Giro d’Italia 2017, IMPRESA LEGGENDARIA di Vincenzo Nibali! Trionfa nel tappone alpino, staccato Quintana! Dumoulin paga 2’12”. Corsa ribaltata!

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Finalmente l’Italia, finalmente Vincenzo Nibali. Inizia la terza settimana e le doti del siciliano escono prepotentemente sulle salite e le discese della 16esima tappa del Giro d’Italia 2017 con arrivo a Bormio, 222 chilometri dopo la partenza da Rovetta. Lo Squalo dello Stretto ha vinto in una tappa caratterizzata da Mortirolo e doppio Stelvio in cui Tom Dumoulin ha dovuto difendere la leadership in classifica anche da alcuni problemi intestinali che gli hanno fatto perdere oltre due minuti sul traguardo. A cinque tappe dal termine, il Giro è tornato a parlare italiano ed è più aperto che mai.

I primi chilometri, pianeggianti, non hanno favorito la partenza della fuga. I tanti scatti hanno prodotto un ritmo molto alto, ma nonostante la formazione di qualche gruppetto nessuno è riuscito ad evadere in maniera definitiva. Solo una volta che il gruppo si è avvicinato ai piedi del Mortirolo, e con una prima ora a 50km/h nelle gambe, si sono staccati circa 25 atleti. Il plotone, tirato da Bahrain-Merida e Gazprom-Rusvelo ha tenuto gli attaccanti a tiro prima della salita inaugurale della giornata. Su questa si sono susseguiti gli attacchi, anche dal gruppo, e le carte si sono nuovamente mescolate, fino alla formazione di un gruppo che ha finalmente preso un paio di minuti di vantaggio formato da Pello Bilbao, Luis Leon Sanchez (Astana), Manuel Senni (Bmc), Jose Mendes (Bora-Hansgrohe), Joe Dombrowski, Pierre Rolland, Michael Woods (Cannondale-Drapac), Felix Grossschartner, Jan Hirt (CCC Sprandi Polkowice), Alexander Foliforov (Gazprom-RusVelo), Andrey Amador, Gorka Izagirre, Winner Anacona (Movistar), Carlos Verona (Orica-Scott), Laurens De Plus (QuickStep), Igor Anton, Natnael Berhane, Omar Fraile (Dimension Data), Steven Kruijswijk (LottoNL-Jumbo), Mikel Landa, Sebastian Henao, Vasil Kiryienka, Philip Deignan (Team Sky), Laurens Ten Dam (Team Sunweb), Rui Costa ed Edward Ravasi (UAE Emirates).

Alle loro spalle il gruppo si è mantenuto compatto, con il Team Sunweb a fare un ritmo controllato per mantenere una certa compattezza al fianco della Maglia Rosa Tom Dumoulin. Luis Leon Sanchez è stato il primo a passare sul Mortirolo, denominato Montagna Scarponi in ricordo del ciclista marchigiano scomparso poco più di un mese fa. Alle spalle dei fuggitivi, che si sono ricompattati a fine discesa, il gruppo dei big non ha subito scossoni, e ha continuato la processione fino a Bormio, con la Trek-Segafredo ad aiutare la Sunweb per limitare il vantaggio di Amador e Kruijswijk, comunque tra i migliori 10 della classifica generale e insidiosi per Bauke Mollema. Lo stesso canovaccio è proseguito anche sulla salita dello Stelvio, quasi castrato dall’atteggiamento dei big che si sono lasciati trascinare dal ritmo prima della Trek e successivamente dalla QuickStep-Floors di Bob Jungels con Eros Capecchi, senza dei veri e propri forcing neanche nei chilometri conclusivi per scremare il gruppetto. Nel contempo, Vincenzo Nibali (Bahrain-Merida) rimasto solo con Franco Pellizotti ma per il resto si segnala solo un velleitario scatto di Tejay Van Garderen (Bmc).

Più interessante, invece, quanto successo al comando della corsa: la fuga è andata via via selezionandosi con il passare dei chilometri. Kiryienka ha fatto il ritmo per Landa nella prima parte di salita e successivamente il Team Sky ha sfruttato al meglio Deignan, che ha fatto la selezione definitiva. Alle spalle dell’irlandese, oltre a Landa, sono rimasti Sanchez, Deignan, Izagirre, Amador, Kruijswijk, Anton e Hirt, con Anacona che è rientrato verso la vetta dopo che inizialmente aveva lasciato le ruote di questo gruppo. In cima, Mikel Landa è passato per prima sul Gpm della Cima Coppi, ad oltre 2700 metri di altitudine. Nella successiva discesa ha allungato Amador, compagno di Nairo Quintana alla Movistar ma, come già accennato, a sua volta in classifica: l’unico che ha trovato la lucidità per accodarsi sui tornati dello Stelvio è stato ancora una volta Landa, che ha palesato una brillantezza che fa aumentare i rimpianti per la caduta subita ai piedi del Blockhaus. Anche loro, però, sono stati riassorbiti una volta iniziato il fondovalle verso Santa Maria Val Müstair, in cui il gruppo tirato da un’alleanza di diverse comprendenti Katusha e Orica-Scott, davanti per lunghi tratti, si è mantenuto a circa 2′, guadagnando qualcosa con il passare dei chilometri.

Steven Kruijswijk ha rotto definitivamente gli indugi a 33 chilometri dall’arrivo, ancora prima dell’inizio dell’ascesa finale. L’olandese, che lo scorso anno ha perso il Giro proprio negli ultimi giorni di corsa, è stato seguito da Mikel Landa e questo tandem ha creato una prima differenza rispetto ai vecchi compagni di avventura. Solo successivamente si è accodato anche Hirt, sicuramente tra i migliori di questo tappone, bravo a centrare la fuga giusta e a rimanere sempre nel gruppetto buono.

A pochi chilometri dall’inizio della salita finale, l’Umbrailpass, Tom Dumoulin si è fermato a bordo strada per espletare bisogni fisiologici impellenti: la maglia rosa, che potrebbe aver subito il freddo in cima allo Stelvio dove era stato tra i primi a mettere la mantellina, è ripartito con quasi due minuti di ritardo dagli avversari diretti. Dopo alcuni attimi di tentennamento la Bahrain-Merida e la Movistar hanno alzato il ritmo con il ritardo dell’olandese che si è stabilizzato a oltre un minuto e 30 secondi. A metà della scalata Nibali ha fatto la prima mossa tentando un allungo, cui Quintana ha risposto prontamente: a questa coppia, che si è punzecchiata a più riprese nel chilometro successivo, si sono uniti anche un Domenico Pozzovivo (AG2R) e Ilnur Zakarin (Katusha-Alpecin). Nel contempo, in testa alla corsa Landa aveva fatto una netta differenza, rimanendo da solo al comando della gara

Con un Quintana impostato sull’ormai solito copione di passività, forse favorito da gambe non eccezionali, è stato ancora Nibali ad attaccare in vista dello scollinamento. In un primo momento ha risposto solamente il colombiano, mentre Pozzovivo e Zakarin sono rientrati sui due uomini di classifica proprio sul Gpm. Già nella prima fase di discesa, Nibali ha alzato il ritmo in quello che è il suo terreno di caccia preferito, andando a riprendere Landa a 10 chilometri dal traguardo con lo Squalo che ha scavato un buco di circa 100 metri nei confronti del colombiano, mentre Pozzovivo e Zakarin sono rimasti ancora più indietro. Il siciliano e il basco hanno trovato subito l’accordo per andare al traguardo, mentre Quintana è sempre rimasto a tiro ma senza la capacità necessaria per chiudere il buco.

Landa ha imboccato in prima posizione il chilometro finale, molto tortuoso: Nibali, dalle sue spalle, si è fiondato all’interno nell’ultima curva, uscendo appaiato all’avversario e battendolo allo sprint per una ruota, sufficiente per dare all’Italia la prima vittoria del Giro d’Italia 2017. Quintana ha chiuso in terza posizione a circa 10”, mentre Pozzovivo e Zakarin hanno tagliato il traguardo più indietro. Davide Formolo (Cannondale-Drapac) con 1’26” da Nibali ha preceduto sul gruppo degli altri uomini di classifica, nell’ordine sul traguardo Mollema (Trek-Segafreo), Jungels (QuickStep-Floors), Yates (Orica-Scott) e Pinot (Fdj), che sono arrivati a Bormio con un 1’35” di ritardo. Tom Dumoulin, invece, ha mantenuto anche in discesa il distacco che aveva in vetta alla salita, quantificabile in circa 2’15” che comunque gli consentono di mantenere la Maglia Rosa e la leadership della classifica dopo una difesa rocciosa anche in una giornata condizionata da un problema fisico.

 

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Foto: Pier Colombo

1 Commento

1 Commento

  1. Luca46

    23 Maggio 2017 at 17:43

    Un altra impresa leggendaria per Nibali. Non vanno però dimenticati Pozzovivo autore di una prestazione magistrale e di uno strepitoso Formolo.

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