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Ciclismo

Giro d’Italia 2017: la vittoria del più forte. Tom Dumoulin si consacra in Rosa

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La sensazione che Tom Dumoulin non fosse venuto al Giro d’Italia per assistere da un posto privilegiato all’attesissima sfida tra Vincenzo Nibali e Nairo Quintana in tanti l’avranno provata per la prima volta nella nona tappa, quella dell’arrivo in salita al Blockhaus: prima ancora del terzo posto ottenuto alle spalle solamente di Quintana e Pinot, tra l’altro con distacco risicato, su quell’ascesa l’olandese aveva palesato una gamba ancora brillante muovendosi con destrezza all’interno del gruppetto dei migliori quanto tanti avversari sembravano già al limite. Per i più attenti, un dettaglio non trascurabile.

Da lì in avanti la sua Corsa Rosa è andata in crescendo. In classifica sin dalla prima salita vera, dopo il primo giorno di riposo ha conquistato la leadership in classifica generale grazie alla cronometro del Sagrantino, in cui ha inflitto distacchi pesantissimi a tutti i contendenti per il podio. Inizialmente, questo non ha dato certezze sulle sue possibilità di fare classifica, considerando che l’ultima occasione in cui aveva provato a vincere una corsa di tre settimane risaliva al 2015, quando rischiò di vincere la Vuelta a España poi conquistata da Fabio Aru, che riuscì a mandare in crisi Dumoulin proprio nelle ultime tappe. La prima, solida risposta è arrivata ad Oropa: indossando il simbolo del primato, è riuscito a rispondere agli attacchi di Nairo Quintana e a vincere la tappa proprio sul terreno teoricamente favorevole agli avversari. In quell’occasione, ha anche inflitto distacco a Nibali e Thibaut Pinot: una dichiarazione d’intenti concreta che però lo ha esposto agli attacchi nella terza settimana, considerando la cronometro finale tutta a suo vantaggio.

A partire dalla 16esima tappa, Dumoulin ha strenuamente difeso il vantaggio accumulato di quasi 3′ su Quintana. nella tappa del doppio Stelvio si è dovuto salvare, mantenendo la maglia rosa ma lasciando sul piatto due minuti a causa dell’ormai celebre stop ai piedi dell’Umbrailpass per espletare dei bisogni fisiologici. A partire dall’inconveniente si è impegnato in una sorta di cronoscalata in cui è riuscito a tenere il passo dei migliori, arrivando a poco più di 2′ da Nibali, vincitore quel giorno. Le uniche difficoltà sono arrivate negli ultimi due giorni, dove ha dimostrato gli unici limiti: le tante giornate impegnative una in fila all’altro e la stanchezza. Con destrezza, intelligenza e gestione è comunque riuscito a limitare i danni, mettendosi in condizioni di riconquistare la prima posizione nell’ultima prova contro il tempo. Questo, in breve, il Giro di Tom Dumoulin.

Oggi, con il successo finale di Milano, Tom ha confermato di poter essere competitivo nelle corse di tre settimane anche in quella che viene considerata la più impegnativa, nonostante le ottime doti contro il tempo. Da qui, può puntare forte verso il Tour de France del 2018, imponendosi come possibile avversario di Chris Froome anche per quanto riguarda le prove contro il tempo, dove il britannico ha spesso costruito le fondamenta dei suoi successi. A dare valore a questa vittoria anche un podio regale: Vincenzo Nibali e Nairo Quintana sono senza dubbio tra i 4 più blasonati atleti per i GT e lo scorso anno si sono imposti rispettivamente al Giro e alla Vuelta a España. Con il successo di oggi, Dumoulin è diventato anche il primo olandese ad imporsi nella corsa nostrana, scrivendo la storia ciclistica del suo Paese. A dimostrare la brillantezza dell’olandese, anche 21 giorni di corsa pesantemente caratterizzati da una squadra inferiore a quella dei rivali, fattore che però non è emerso proprio grazie alle sue doti. Sulle tre settimane di gara non si può negare che sia stato il più forte del lotto, sempre davanti e sopratutto in grado di sfruttare al meglio le proprie doti per costruire un vantaggio che poi è riuscito a difendere fino a Milano.

Difficile, ora, dire dove possa arrivare nei prossimi anni: ha le doti fisiche e nervose per primeggiare, ma il processo di maturazione non sembra ancora finito. Intanto, difficile vederlo già nel mese di luglio alla Grande Boucle, considerando la possibilità di prepararsi con maggiore calma per la Vuelta a España e per i Mondiali di Bergen. Visto il percorso, dopo la maglia rosa ed un’eventuale maglia rossa potrebbe puntare anche a quella iridata nelle prove a cronometro.

Twitter: @Santo_Gianluca

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gianluca.santo@oasport.it

Foto: Valerio Origo

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