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Ciclismo

Giro d’Italia 2017: Pierre Rolland, una vita all’attacco. Vittoria meritata

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Sembrava dovesse essere il nome nuovo in casa Francia per placare una crisi che continua negli anni nelle grandi corse a tappe. L’ottava piazza al Tour de France del 2012 e la quarta al Giro d’Italia del 2014 erano stati purtroppo soltanto dei casi isolati. La sua umile carriera Pierre Rolland l’ha vissuta all’attacco, provandoci spesso e volentieri nelle frazioni di montagna. Oggi nella diciassettesima tappa della Corsa Rosa è arrivata l’ennesima soddisfazione, con un’azione ben studiata e messa in atto.

Le lacrime all’arrivo sono state emozionanti per tutti. Erano più di due anni che Rolland (all’ora al Team Europcar, ora passato alla Cannondale-Drapac) non alzava le mani al cielo. Era una tappa della Vuelta Castilla y Leon nell’aprile del 2015, che gli era valsa anche il successo nella classifica generale. Da lì in poi tante buone prestazioni, ma una grandissima incostanza di rendimento. Un paio di giornate al top durante l’anno, moltissime invece a staccarsi in montagna da addirittura 30-40 corridori.

La rinascita è arrivata in questo Giro numero 100. Praticamente ogni giorno che presentava una salita più o meno dura si è fatto vedere all’attacco, con il suo stile e la sua pedalata molto dura. Il francese ci aveva provato già sull’Etna, nella prima settimana, venendo respinto però dal forte vento contrario. A Bagno di Romagna ha pescato la fuga giusta, ma si è ritrovato davanti dei corridori più forti in volata come Fraile e Rui Costa, accontentandosi dunque della terza piazza. La svolta però è stata oggi: all’attacco sin dal mattino, ha preferito aspettare il gruppo degli inseguitori invece di spremersi nella prima parte di giornata. Ha aspettato il momento giusto, lasciando sfogare gli avversari e a 8 chilometri dal traguardo è partito sorprendendo tutti: gli ultimi chilometri sono stati una vera e propria passerella verso Canazei.

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Foto: RCS – Foto LaPresse – Massimo Paolone

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