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Ciclismo
Giro d’Italia 2017: punti chiave e insidie dei primi 10 giorni di corsa
Da venerdì 5 a domenica 14 maggio: dieci giorni e nove tappe, da Alghero alla vetta del Blockhaus. Stiamo parlando della prima parte del Giro d’Italia 2017: due tappe impegnative e diversi arrivi insidiosi che potrebbero influenzare in maniera decisiva la corsa rosa, selezionando i pretendenti al successo finale in base alla condizione di forma su salite che possono creare ampi distacchi.
Già alla quarta frazione i corridori si troveranno a scalare l’Etna in concomitanza del traguardo e questo sarà il primo vero scontro in salita tra i big. Partenza da Cefalù e subito la lunga salita di Forcella Femmina Morta ad animare la corsa. Quasi 33 chilometri di ascesa, infinita ma da pendenze piuttosto agevoli, attorno al 4%. Nella pancia del gruppo si dovrebbe stare bene. Tutto diverso nei 18 chilometri conclusivi della tappa, che conducono al Rifugio Sapienza. 6,6% di pendenza media solo a causa dell’irregolarità di una salita che presenta anche una contropendenza. Per il resto, pendenze quasi sempre sopra il 7% che possono fare molto male considerando che arrivano dopo un giorno di riposo e sole tre tappe. Il motore di qualcuno potrebbe essere ancora ingolfato.
Il secondo banco di prova sarà il Blockhaus, nella nona tappa. Una salita di 13 chilometri con pendenza media dell’8,4%, tra le più dure dell’intera corsa rosa. Gli ultimi 10 chilometri, in particolare, presentano una pendenza del 9,4%, che spiana solamente all’interno dell’ultimo chilometro con una brevissima discesa. Da questa salita, probabilmente, inizierà il vero Giro d’Italia: il giorno seguente ci sarà il riposo, poi si riparte con una cronometro individuale, definitivo spartiacque in vista delle salite alpine. Le due tappe di Etna e Blockhaus, però, hanno tutte le carte in regola per scremare il gruppo dei pretendenti alla vittoria finale, al podio e anche alla top 5.
Non mancherà terreno anche per guadagnare secondi: già la seconda frazione con arrivo a Tortolì presenta salita e discesa nel finale, anche se piuttosto facili sulla carta. Poco respiro, invece, nel finale di Terme Luigiane, al termine di una frazione nervosa, sopratutto nell’ultima parte, di 217 chilometri. Qui potrebbero emergere delle lacune nella preparazione, sopratutto tra coloro che soffrono i cambi di ritmo. Il successo di tappa, in ogni caso, dovrebbe essere affare da fugaioli o uomini da classiche vallonate con un buono spunto nel finale. A precedere il Blockhaus la tappa di Peschici, in cui i corridori dovranno scalare la salita di Coppa del Fornaro a 6 chilometri dall’arrivo. Dalla vetta discesa, un breve tratto pianeggiante e ancora salita fin sotto lo striscione d’arrivo. Il tappone del giorno seguente potrebbe indurre qualcuno a gestire le forze, ma c’è il terreno per attaccare anche tra i migliori della classifica.
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gianluca.santo@oasport.it