Ciclismo
Giro d’Italia 2017, quali scenari tattici verso Milano? Mortirolo e doppio Stelvio il giorno della verità
Quattro tappe di alta montagna, una cronometro individuale di 30 chilometri e una frazione, sulla carta, più agevole. Questa in breve, l’ultima settimana del Giro d’Italia 2017, edizione numero 100 della corsa. Tom Dumoulin, domani, ripartirà da Rovetta con la Maglia Rosa sulle spalle. Nairo Quintana, Vincenzo Nibali e Thibaut Pinot conservano ancora fondate speranze di attaccare l’olandese sul terreno loro più adatto, la salita. Quali possono essere i possibili snodi tattici delle prossime tappe?
Molto, se non tutto, dipenderà dalla tappa di domani. Mortirolo e doppio Stelvio per un tris di salite che potrebbero favorire attacchi da lontano e crisi, sopratutto se qualche corridore resta isolato dai compagni di squadra e si sviluppa una lotta testa a testa tra gli uomini di classifica lontano dal traguardo. Sia Nibali che Quintana avrebbero tutto l’interesse di muovere le loro pedine già sul Mortirolo, magari mandando un paio di compagni in fuga, da sfruttare più avanti come punto d’appoggio. Dumoulin, invece, potrebbe puntare ad una gara controllata, con una prima salita percorsa a basso ritmo per rimanere circondato dai compagni il più a lungo possibile. Lo Stelvio, poi, è una salita pedalabile ma la sua lunghezza e la sua altitudine (si arriva a 2700 metri) possono comunque fare la differenza, esaltando le difficoltà e producendo distacchi anche senza dei veri e propri attacchi. In questo contesto, l’Umbrailpass (pendenza costantemente oltre l’8,5%) potrebbe scavare distacchi enormi.
Solo sul traguardo di questa frazione, tra le più impegnative degli ultimi anni al Giro si potranno tirare le somme: Dumoulin si è staccato? Quanto ha perso? La squadra come ha reagito? Chi è riuscito a guadagnare terreno? Tutte domande che non hanno risposta ma che andranno a delineare le chiavi tattica della corsa. Nelle frazioni successive, in ogni caso, c’è ancora spazio per fare la differenza: il tappone dolomitico è un classico che pur senza salite impossibili si presta sembra a sorprese e attacchi, la salita di Piancavallo è molto dura nella prima parte ma successivamente spiana e serviranno le gambe per produrre velocità in vista della cima. Difficile interpretazione per la tappa di Asiago, che però arriverà al termine di una settimana senza respiro e presenta due salite comunque impegnative. Basterà pochissimo per andare in crisi nella frazione che determinerà la classifica prima della cronometro di Milano, 30 chilometri da fare a tutta e che, per come si sono messe le cose, potrebbero anche risultare risolutivi nella lotta per la Maglia Rosa e per il podio.
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gianluca.santo@oasport.it
Foto: Foto LaPresse – Gian Mattia D’Alberto / Rcs