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Giro d’Italia 2017: Tom Dumoulin brilla sulle Dolomiti e resiste agli attacchi. Tappa a Tejay Van Garderen

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Il riscatto di Tejay Van Garderen e la conferma di Tom Dumoulin. La 18esima tappa del Giro d’Italia numero 100, 137 chilometri da Moena ad Ortisei con 5 vette da scalare, ha visto due protagonisti e vincitori assoluti. Lo statunitense ha dato un senso alla sua corsa rosa vincendo una tappa in volata contro un ancora superlativo Mikel Landa mentre l’olandese ha dimostrato di non temere gli attacchi di Nairo Quintana e Vincenzo Nibali, che hanno provato a stanarlo a 50 chilometri dall’arrivo. L’olandese è riuscito a resistere e nel finale ha dato anche la sensazione di avere più benzina rispetto ai rivali.

Sin dai primissimi chilometri sono andati in fuga Manuel Boaro (Bahrain-Merida), Diego Rosa (Team Sky), Natnael Berhane (Dimension Data) e Joey Rosskopf (Bmc). Alle loro spalle si è creato un gruppo di oltre 30 unità che però ha indotto al gruppo ad inseguire già sul Passo Pordoi, prima salita di giornata. L’alto ritmo e i tanti scatti dal gruppo hanno portato ad un riassorbimento degli inseguitori, con lo stesso gruppo che però si è molto selezionato, arrivando a contare una quarantina di unità prima di un rallentamento prima della parte finale.

Nella fasi di gara successive si è creato un nuovo gruppo nutrito di contrattaccanti, che è uscito a più riprese dal plotone principale per andare a riportarsi sui fuggitivi della prima ora (da cui si era staccato un sofferente Boaro) nella prima parte del Passo Valparola. Al comando, dunque, abbiamo trovato: Siutsou (Bahrain Merida), Cataldo (Astana), Van Garderen e Rosskopf (BMC Racing), Rolland, Dombrowski e Villella (Cannondale Drapac), Hirt (CCC Sprandi), Foliforov (Gazprom Rusvelo), Amador e Anacona (Movistar), Plaza (Orica Scott), Berhane ed Fraile (Dimension Data), Landa, Deignan e Rosa, (Team Sky), Pedersen e Stuyven (Trek Segafredo).

Il gruppo, tornato praticamente compatto, è scivolato ad oltre 2’30”: sul Valparola, però, la Orica-Scott ha alzato il ritmo in maniera decisa in testa al gruppo principale: oltre a ridurre il gap dai fuggitivi, tornati a circa 2′ in vetta nonostante un ottimo lavoro di Rosa in favore di Landa, anche il plotone principale si è pesantemente selezionato con il passare del tempo al ritmo imposto dalla squadra australiana in favore di Adam Yates.

Nonostante questo, però, non ci sono stati attacchi e lo stesso copione si è confermato anche sul Passo Gardena, dove i distacchi sono rimasti immutati (sempre nell’ordine dei 2′) ma con i due gruppi sempre più ridotti. La Movistar, che sin dalle prime fasi di corsa aveva mosso i suoi uomini, ha alzato il ritmo favorendo un attacco di Nairo Quintana ad un paio di chilometri dalla vetta. Il colombiano, partendo da dietro, ha guadagnato quasi subito un buon margine, trovando sulla sua strada poco dopo i compagni Amador e Anacona. Vincenzo Nibali (Bahrain-Merida) ha fiutato l’occasione e ha attaccato a sua volta aiutato da Dario Cataldo (Astana) p rientrato sul gruppetto di Quintana ma dalle sue spalle è risalito come una furia la maglia rosa Tom Dumoulin, abbandonato dai compagni della Sunweb ma capace di ricucire proprio in vista del Gpm, gestendo poi alla perfezione la discesa verso Ortisei, dove Orica-Scott e Quintana avevano provato ad attaccare. Questo tentativo, però, è stato stoppato da Siutsou, della Bahrain-Merida.

Il Passo di Pinei non ha creato problemi a nessuno e il ruolo di salita decisiva è scivolato nelle mani del Pontives. Gli attaccanti (ridotti a Landa, Dombrowski, Hirt, Van Garderen, Berhane e Villella) sono scollinati con circa 50” di vantaggi sulla penultima salita. Nell’ultimo tratto di discesa Landa e Van Garderen hanno staccato i compagni di avventura e hanno imposto un ritmo alto, tanto che il gruppo nella prima parte di salita, condotto dai gregari della Movistar, ha addirittura perso terreno dalla coppia di testa andando ben oltre un minuto di svantaggio.

Quintana ha provato un attacco assieme ad Anacona all’inizio del tratto duro: gli ultimi 3 chilometri. Ancora una volta, però, il colombiano non è mai sembrato straripante e non ha mai preso più di 50-60 metri di vantaggio sul gruppo, tirato dalla Fdj. Ormai in vista dello scollinamento hanno provato degli allunghi anche Nibali e Dumoulin, ma senza rinforzare e creare veri e propri buchi, con l’olandese che però ha mandato dei segnali chiarissimi ai due contendenti quando mancano solo due tappe di montagne alla conclusione del Giro d’Italia. Sfruttando il marcamento tra i tre contendenti per la maglia rosa, tutti gli altri sono riusciti ad evadere senza essere contrastati. In particolare, Thibaut Pinot (Fdj) e Domenico Pozzovivo (AG2R) si sono riportati in prossimità della coppia al comando, sempre con Landa e Van Garderen al comando della corsa.

Il basco, come nella tappa di Bormio, ha provato ad impostare la volata di testa in un finale molto contorto: Van Garderen l’ha affiancato nell’ultima curva andando a scavalcarlo nettamente nella volata valida per il primo posto. Pinot ha chiuso al terzo posto, staccato di 8”, davanti a Pozzovivo e Hirt, mentre più indietro sono arrivati Zakarin (24”), Kruijswik e Mollema (entrambi a 34”). Tom Dumoulin ha controllato in scioltezza e condotto il gruppetto con Nibali e Quintana sul traguardo ad 1’06” dal vincitore, perdendo, abbuoni compresi, 1’02” da Pinot che sostanzialmente è rientrato in lotta per il podio, con meno di 30” da recuperare su Nibali e le giornate peggiori alle spalle. Adam Yates, arrivato poco dietro, è salito in prima posizione nella classifica dei giovani con Formolo e Jungels che hanno pagato distacchi importanti.

Twitter: @Santo_Gianluca

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gianluca.santo@oasport.it

Foto: Valerio Origo

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