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Giro d’Italia 2017: una corsa più aperta che mai. Decisivo il tappone dolomitico, ma Piancavallo e Monte Grappa…

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Non nei modi preventivabili, ma il Giro d’Italia 2017 è profondamente mutato con la 16esima tappa, 222 chilometri da Rovetta a Bormio. Tom Dumoulin ha perso circa 2′ sui più diretti avversari con Nairo Quintana e Vincenzo Nibali che si sono portati rispettivamente a 31” e 1’12” dalla maglia rosa dell’olandese. La frazione di oggi ha ribaltato anche i valori in campo: Nibali si è esaltato sulle salite alpine dove ha scritto le pagine più bella della carriera e per la prima volta è sembrato avere qualcosa in più di Quintana. Dal canto suo, Tom Dumoulin ha risposto presente, esprimendosi ad alti livelli in salita ma lasciando sul piatto un paio di minuti molto preziosi fermandosi prima dell’ultima salita per un bisogno fisiologico urgente. Cosa vuol dire in vista delle prossime tappe? Dove si può decidere il Giro? 

Partiamo dal fatto che Tom Dumoulin ha una condizione eccezionale: nonostante il fisco imponente rispetto agli avversari diretti oggi ha dato l’impressione di non patire il dislivello e l’altitudine, se non per i problemi intestinali che potrebbero influenzare pesantemente il suo risultato finale a fine Giro. Questo gli consente di guardare con rinnovata fiducia alle prossime tappe nonostante un vantaggio in classifica che ora è veramente esiguo. Quintana e Nibali sono chiamati ad attaccare, certo, ma senza la necessita di distanziare di oltre 4′ il rivale in 4 tappe. Ora pochi e studiati attacchi potrebbero essere sufficienti, anche se fino ad adesso staccare Dumoulin è sembrata quasi un’impresa, riuscita solo sul Blockhaus. Oltre a questi tre atleti tutti gli altri hanno evidenziato dei limiti, a partire da un Thibaut Pinot che a differenza di Nibali non è riuscito ad invertire il trend di Oropa, dove aveva faticato e non poco.

Domani la tappa numero 17 dovrebbe consentire ai corridori di tirare il fiato: le uniche salite impegnative sono Aprica e Tonale nella fase iniziale di corsa prima di un lungo falsopiano verso Canzei: giornata molto adatta alle fughe, sulla carta. Si torna a fare sul serio dalla giornata di giovedì, con il classico tappone dolomitico. Pur senza salite estreme, la tappa di 137 chilometri non presenterà pianura con Pordoi, Valparola e Gardena in successione nei primi 85 chilometri prima di una lunga discesa verso Ponte Gardena (inframezzata dalla salita di Passo di Pinei). Prima dell’arrivo ci sarà ancora la salita di Pontives, un prima categoria molto insidioso che si concluderà 4 dall’arrivo. Qui, ancora una volta, conteranno le gambe e l’adattamento all’altitudine, oltre che un motore performante anche dopo una giornata sfiancante. Quintana e Nibali, in teoria, potrebbero trovare qui il terreno adatto per mettere in difficoltà Dumoulin e avvicinarlo ulteriormente o scavalcarlo verso la crono di Milano. Da valutare, per l’olandese, la possibilità di trovarsi invischiato in altri problemi fisiologici: sicuramente porrà maggiore attenzione all’alimentazione in corsa per evitare il ripetersi di una situazione simile.

Il giorno dopo a Piancavallo verrà affrontata una frazione caratterizzata da una sorta di salita secca nel finale: anche se il contesto è molto diverso considerando le fatiche dei giorni precedenti e il fatto che saremo abbondantemente all’interno della terza settimana, Nibali potrebbe essere costretto a difendersi per quanto visto fino ad ora, anche se già oggi i valori in campo sono stati ribaltati rispetto alle attese. Questa potrebbe essere la frazione buona per Dumoulin anche se la salita non è scontata, con 13 chilometri duri sopratutto nella parte iniziale con pendenze che poi vanno leggermente a scemare. L’ultima occasione per Nibali e Quintana di scavare un margine di sicurezza nei confronti di Dumoulin prima della crono conclusiva sarà la tappa di Asiago: nella fase centrale il Monte Grappa (non dal versante più difficile, ma sempre una salita lunga e impegnativa), poi la Foza, 14 chilometri piuttosto regolari al 7% dove si consumerà l’ultimo scontro testa a testa tra i big. C’è ancora spazio per fare la differenza e sopratutto tutti possono trovare terreno adatto per farsi valere tra i pretendenti alla vittoria finale: il Giro d’Italia 2017 è più aperto che mai. 

Twitter: @Santo_Gianluca

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Foto: Foto LaPresse – Fabio Ferrari

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