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MotoGP, analisi GP Spagna 2017: Pedrosa e le Honda dominano a Jerez, risale la Ducati mentre le Yamaha ufficiali crollano
Il GP di Spagna di Jerez ha fatto saltare il banco e ha cancellato in un colpo solo ogni previsione fatta prima di venerdì. Si diceva che il tracciato andaluso, come la storia aveva raccontato, sarebbe stato a favore delle Yamaha, difficile da masticare per le Honda e nemico delle Ducati. In un colpo solo tutto è stato ribaltato. Dani Pedrosa e Marc Marquez hanno fatto il vuoto, le Ducati hanno centrato il podio con Jorge Lorenzo e punti importanti con Andrea Dovizioso, mentre le Yamaha sono naufragate in un GP letteralmente da incubo, nel quale hanno preso pugni in faccia dal team satellite Tech3 e, come se non bastasse, anche da Danilo Petrucci e Aleix Espargaro nel caso di Valentino Rossi.
Il fine settimana andaluso è stato dominato da un redivivo Dani Pedrosa che, dopo il podio di Austin, ha dimostrato di essere ancora un pilota di primo livello non sbagliando nulla lungo il corso dei tre giorni. Primo sempre, pole position, vittoria in gara e giro più veloce (martellando sotto l’1:41 per tutta la corsa). Cos’altro chiedere al numero 26? Il suo compagno di team Marc Marquez c’ha provato finchè ha potuto, cercando di far leva anche sulle gomme Hard, ma oggi non c’era gara.
Il podio di Jorge Lorenzo, e nel complesso l’ottimo andamento della Ducati, è la sorpresa positiva emersa in terra spagnola. In un circuito mai troppo amico i due ducatisti hanno centrato un ottimo risultato, con un terzo posto quasi insperato per il maiorchino e una solida quinta piazza per Dovizioso. La Desmosedici qualche problema ce l’ha ancora, com’è ovvio, ma l’ottimismo del post-Texas aveva radici profonde.
Chi esce con le ossa rotte, senza giri di parole, è la Yamaha ufficiale. Maverick Vinales chiude al sesto posto precedendo di poco Danilo Petrucci, mentre Valentino Rossi trascina letteralmente al traguardo la sua moto in un incredibile decimo posto (con un ritmo spesso ben oltre il secondo più lento dei primi). Nel corso del weekend i due yamahisti non hanno mai avuto la sensazione di avere a disposizione una moto competitiva, ma la gara è andata ben oltre le più nere previsioni. Quando un nove volte campione del Mondo viene passato da Jonass Folger e Aleix Espargaro in pochi giri significa che qualcosa, o molto, non va. Male in ingresso curva, ma pessimo andamento con le gomme.
Dopo un inizio di stagione interessante, Johann Zarco finalmente piazza la zampata. Chiude quarto dopo essere stato anche secondo e dimostra di essere un pilota già pronto per arrivare sul podio in MotoGP. Tra sorpassi elettrizzanti e, finalmente, anche costanza, il team Tech3 può leccarsi i baffi con il francese. Non dimentichiamoci anche di Jonas Folger, ottavo al traguardo.
Un altro buon risultato, anche in questo caso insperato, lo piazza Danilo Petrucci che chiude settimo e si permette anche il lusso di sorpassare Valentino Rossi. Se il ducatista sorride, c’è poco di cui gioire per Andrea Iannone che, dopo un’ottima qualifica, rovina tutto in gara con l’ennesima caduta della sua stagione. L’inizio gara lo vedeva addirittura sul podio poi, mano a mano, ha perso posizioni e velocità, fino ad andare a fare conoscenza con la sabbia di Jerez. Chi, su tutti, ha motivi per recitare il “mea culpa” è però Cal Crutchlow, finito a sua volta fuori pista quando poteva lottare ancora per il podio. Con il senno di poi poteva, o forse doveva, essere la terza Honda che andava a completare un podio che nessuno venerdì avrebbe mai potuto ipotizzare.
Domenica trionfale per la Spagna, dunque, che cala il “triplete” di vittorie nelle tre classi e monopolizza il podio anche della MotoGP assieme a numerosi spunti. La Honda sta bruciando le tappe per tornare a essere la moto da battere, la Yamaha balbetta e Rossi, che comunque mantiene la leadership del campionato, è in continua lotta con il proprio mezzo che proprio non riesce a capire. La Ducati, dopo tre tappe negative, piazza i risultati che non ti aspetti e concede segnali incoraggianti. Per tutti gli altri, Suzuki in primis, c’è tantissimo da lavorare.
Alessandro.passanti@oasport.it
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