Ciclismo
Paolo Bettini: “Italia, il ciclismo deve essere riorganizzato! Giovani fermi a logiche di 15 anni fa!”
Il ciclismo italiano non sta certamente passando uno dei momenti migliori della sua storia e il primo a puntare il dito è Paolo Bettini, ex CT della Nazionale ma soprattutto due volte Campione del Mondo e Campione Olimpico ad Atene 2004.
Il Grillo, in un intervento rilasciato alla Gazzetta dello Sport, ha dichiarato che “dobbiamo avere l’umiltà di procedere a una riorganizzazione. Non solo del professionismo, ma proprio di tutta la filiera del ciclismo italiano”.
Il toscano ha criticato la gestione dei giovani: “Le nostre categorie giovanili sono ferme a logiche di 15 anni fa. Di campanile, per esempio, cercando di vincere quante più gare possibili vicino a casa che qualitativamente non dicono molto. Si chiede troppo ai giovani, gli Under23 corrono tanto, arrivano al Mondiale con quasi il doppio delle gare di un pari-età straniero. Così non c’è crescita. In Italia restiamo i maestri dell’esperienza, ma non siamo più i migliori nell’interpretazione del nuovo ciclismo. Dobbiamo riallinearci. Valutiamo quello che vediamo e purtroppo finora i pronostici sono stati rispettati. I velocisti che dovevano vincere hanno fatto il proprio dovere e i nostri non erano attesi”.
Ha detto la sua anche Maurizio Fondriest, Campione del Mondo 1988, che è sostanzialmente in linea con le parole di Bettini: “Il ciclismo è sempre più globale e ci sono meno italiani al via. Poi abbiamo assenze importanti come Aru e il povero Scarponi. Infine, i nostri corridori bravi non mancano, ma spesso sono impiegati a supporto dei capitani. Nibali lotta per vincere la rosa, ma c’è il rischio di non firmare neppure una tappa fino a Milano. Gli italiani non sono spariti, perché ce ne sono tanti anche negli staff di squadroni stranieri”.