Superbike
Superbike, Mondiale 2017: Jonathan Rea “espugna” il feudo di Sykes. Week-end complesso per Ducati
La notizia del fine settimana della Superbike, vissuto in quel di Donington (Gran Bretagna), sesto round del Mondiale Superbike 2017, è che il dominio di Tom Sykes su tale circuito è giunto al termine, dopo nove affermazioni consecutive a cavallo tra 2013 e gara-1 di ieri. E non poteva che essere il suo compagno di squadra in Kawasaki, Jonathan Rea, ad interrompere la suddetta striscia positiva. L’affermazione del due volte campione del mondo in carica, tuttavia, non ha soltanto valore statistico, ma soprattutto simbolico: questo perché “Johnny” non ha vissuto un week-end propriamente semplice, contrassegnato da tre cadute (di cui una nella prima manche, a causa dello stallonamento della gomma posteriore) ed una competività meno elevata di altre occasioni, specie se messa a paragone con quella del suo team-mate e rivale. Nonostante i punti di vantaggio sull’avversario e coinquilino in Kawasaki, uscendo dal round britannico, siano diminuiti (55, contro i 75 della vigilia), paradossalmente la forza ed il senso di superiorità che Rea esercita sul campionato sono ancora maggiori. Perché vincere gara-2 nel modo in cui il 30enne nordirlandese ha fatto, grazie ad una partenza e dei primi passaggi spettacolari, è un segnale notevole mandato alla concorrenza: la questione titolo, al momento, è ancora ben chiusa e salda nelle sue mani.
Sykes, dal canto suo, ha pagato quella mancanza di fiducia in bagarre, che con il nuovo regolamento, e l’inversione della griglia nella seconda manche, lo ha sovente penalizzato nei round precedenti. Ed anche ieri ha giocato un ruolo decisivo, poiché nonostante un ritmo anche migliore di Rea, il gap creatosi tra Tom ed il campione del mondo in carica, a seguito delle differenti partenze dei due, è stato troppo ampio da poter essere tempestivamente ricucito.
Poca gloria per Ducati, a Donington: Chaz Davies ha chiuso la prima manche in ottava piazza, cadendo quando era in testa e sembrava riuscire a tenere un buon margine sugli inseguitori, a partire da Rea in quel momento 2°. Il gallese non è nuovo ad errori di questo tipo, deleteri per la classifica Mondiale, ma in un certo senso giustificati dalla competitività di una moto, la sua Panigale, che sembra soffrire qualcosa rispetto alla “verdona” nipponica. Gara-2, per quanto senza la possibilità di lottare per la vittoria, ha se non altro rappresentato un viatico dignitoso per archiviare il week-end di casa per Chaz. Chi invece non riesce ad uscire da tale periodo difficile è Marco Melandri, compagno del suddetto Davies: il ravennate è stato sfortunato in gara-2, poiché costretto al ritiro da un problema alla catena, ma non sembrava essere così a suo agio nemmeno in tale manche, dopo una prima, al sabato, ampiamente negativa, per risultato ma soprattutto distacco dal vertice della classifica.
Il resto della griglia ha confermato i valori in campo visti fin qui in stagione, e cioè una Yamaha nel limbo tra Kawasaki e Ducati da un lato; Aprilia, Honda, MV Agusta e Bmw dall’altro. Michael Van Der Mark ha sfiorato il podio nella manche domenicale, ma si tratta più che altro di un tentativo (lodevole) di sfruttare l’opportunità venutasi a creare, con Davies intruppato nel traffico ed un Melandri fuori causa per il motivo suddetto. La novità, semmai, è stata rappresentata dal 2° posto, e più in generale dalla competitività offerta lungo tutto l’arco del fine settimana, dal 34enne Leon Haslam, che con la Kawasaki utilizzata nel BSB ha ben figurato. Il centauro britannico meriterebbe senza dubbio un posto in pianta stabile nel Mondiale Superbike.
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davide.brufani@oasport.it
Foto: Pier Colombo