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Superbike, Round Olanda 2017 – Analisi: Jonathan Rea inarrestabile ad Assen. Davies bello a metà, a Skyes manca l’acuto, Melandri in grossa difficoltà

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Il week-end olandese del Mondiale Superbike 2017, disputato sul tracciato di Assen, ha avuto un’altra volta ancora un chiaro dominatore: Jonathan Rea ha infatti conquistato pole (poi revocata per una penalità), due giri veloci ed altrettante vittorie di manche, a suggellare un feeling incredibile con il prestigioso circuito situato nel Nord Europa. Con le due affermazioni del fine settimana appena archiviato, Rea è giunto a quota 11 successi sulla pista olandese, già territorio di conquista sin dai tempi della sua esperienza in Honda, a -1 dal record di vittorie assoluto su quel tracciato detenuto dall’inglese Carl Fogarty, icona della Superbike anni ’90.

Le due vittorie del campione del mondo in carica, tuttavia, non sono state così semplici, nonostante un vantaggio sul ritmo parso evidente sin dai turni di libere: in gara-1 ha dovuto fronteggiare la determinazione di Chaz Davies, che gli ha tenuto testa alla grande fino al penultimo giro quando, prossimo ad un attacco sul pilota di Kawasaki, ha dovuto ritirarsi a causa di una rottura sulla sua Ducati; gara-2 è stata maggiormente lineare, con Rea che, dopo aver rimontato dalla nona posizione di partenza, ha preso il comando della corsa e non l’ha più mollato, resistendo al ritorno di Tom Sykes alle sue spalle, arrivato a pochi millesimi dal nordirlandese pur senza aver mai dato l’impressione di poterlo attaccare. Insomma, Rea ha dimostrato di saper gestire al meglio anche fasi concitate della gara, coadiuvato da quel pizzico di buona sorte che è una compagna imprescindibile di ogni vincente che si rispetti.

Sykes, compagno di team di Rea, ha chiuso con un doppio secondo posto, perdendo altri punti buoni in ottica iridata (ora si trova alla piazza d’onore della classifica generale, staccato di ben 64 punti dal nordirlandese). Tuttavia, in gara-1 ha dovuto mollare la presa a pochi passaggi dal termine, mentre in gara-2 è riuscito a resistere sul ritmo dell’avversario fino all’ultimo giro, senza però impensierirlo con un attacco al di là dell’esiguo distacco finale. In sostanza, un altro round che ha dato la netta impressione di un pilota, il campione del mondo 2013, ormai rassegnato al ruolo di seconda guida, consapevole del fatto che già correre sul livello di Rea sia un mezzo successo, senza avere però lo spunto per provare a batterlo con continuità.

Davies è stato l’eroe della gara del sabato: raramente si è visto un pilota correre con così tanto cuore e determinazione, sopperendo ai limiti del proprio mezzo su di un tracciato come Assen. Purtroppo la fortuna non è stata dalla sua parte, costringendolo al ritiro senza aver ancora iniziato l’ultimo giro, togliendogli la possibilità di giocarsela fino in fondo con Rea. Non sarebbe stato facile prevalere, ma arrivati a quel punto è certo che il britannico di Ducati ci avrebbe provato: crudele che non ne abbia avuto l’opportunità. Sicuramente tutt’altro che memorabile è stata gara-2, in cui Davies semplicemente non aveva il passo dei due ufficiali Kawasaki, accontentandosi del 3° posto utile comunque a smuovere la sua classifica.

Marco Melandri, invece, ha vissuto un week-end davvero negativo, non riuscendo mai ad essere competitivo con Rea, Sykes e Davies. Il 3° posto di gara-1 è stato un dono della buona sorte, ma restano i 17 secondi presi dal vincitore in tale manche, che fanno comprendere come il pilota di Ravenna non avesse un ritmo competitivo. Peggio ancora è andata la corsa della domenica, in cui Melandri è caduto, ritirandosi, quando stava battagliando per una tutt’altro che esaltante quinta posizione, un’altra volta ancora lontano da quelli che dovrebbero essere i suoi avversari principali. Serve reagire dopo il primo vero round difficile di questo Mondiale 2017.

Tra gli altri, merita di essere menzionata la positiva prestazione dell’idolo di casa, il pilota Yamaha Michael Van Der Mark, giunto 4° nella seconda manche, in cui a lungo ha insidiato la terza piazza occupata da Davies, salvo poi dover alzare il proprio ritmo nel finale. Un peccato che sia caduto in gara-1, nella foga di voler rimontare quanto prima a causa di una brutta partenza. L’aria di casa non ha giovato ad una Honda ancora in grossa difficoltà: il team Ten Kate, struttura che gestisce le moto della casa nipponica, ha infatti sede a pochi chilometri dal circuito di Assen, ma nonostante ciò sono arrivati soltanto degli anonimi piazzamenti nella top ten, sempre ben distanti dalle posizioni di testa.

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davide.brufani@oasport.it

Foto: Fabio Bosi

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