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Tennis, Novak Djokovic: con Andre Agassi in panchina non ci sono più scuse

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La notizia dopo la fine degli scorsi Internazionali d’Italia, oltre alla vittoria ed alla definitiva esplosione di Alexander Zverev, è stata l’annuncio da parte di Novak Djokovic di aver scelto Andre Agassi come suo prossimo allenatore. Il serbo, dopo essersi separato dal suo storico team, aveva affermato di cercare qualcuno che potesse condividere la sua stessa esperienza a questo livello nel tentativo di uscire dal buio che lo attanaglia. Detto, fatto: l’otto volte campione Slam accompagnerà Nole già dal Roland Garros, in partenza domenica. Djokovic ha precisato che Parigi servirà per conoscersi e che non sanno se e quanto la collaborazione durerà. Difficile però, pensare che il sodalizio tra i due, anche per le modalità con cui è stato annunciato e per il risalto che una notizia del genere ha per forza di cose avuto, possa durare solo un paio di settimane o addirittura qualche giorno. Tanti sono i dubbi: è davvero l’uomo giusto, ciò che serve a Djokovic? Quanto potrà aiutarlo?

Che il giocatore serbo avesse bisogno di una scossa è sacrosanto. Un anno fa Djokovic scriveva il proprio nome nel libro di storia del tennis, diventando il primo dai tempi di Rod Laver a detenere contemporaneamente tutti e quattro i titoli Slam. Il punto più alto della sua carriera però, è diventato ben presto l’inizio di un declino inesorabile. Si è detto tanto sulle cause di questa crisi ma le motivazioni sembrano molto più mentali che tecniche. Il gioco di Djokovic è infatti rimasto intatto. Quello che è cambiato è l’incisività dei suoi colpi, ma non certo per difficoltà fisiche o per infortuni: è la testa a non essere più la stessa. Nole è remissivo e alla prima situazione critica non riesce a cambiare volto alla partita, aspettando che questa arrivi da lui piuttosto che facendo qualcosa per prendersela. Molto spesso infatti, capita di vedere il volto dell’ex numero 1 del mondo segnato da sorrisi ironici, smorfie, imprecazioni: in quei momenti sembra quasi che Djokovic sia costretto a stare in campo, senza averne la minima voglia. Un po’ come un figlio costretto dal proprio genitore a fare qualcosa e che per tutta risposta reagisce facendo il contrario. Guarda caso, un atteggiamento che ha caratterizzato gran parte della vita di Andre Agassi…

Finché non è nato Stefan, il tennis per me era al primo posto“, “sento il peso degli anni ed il logorio fisico”, e ancora la crisi matrimoniale dello scorso anno. Quante ne abbiamo sentite nel corse degli ultimi 12 mesi. Sia chiaro: l’unico che può sapere cosa è successo e cosa sta accadendo al ‘vecchio’ Nole, è Nole stesso. Vista da fuori però, la situazione è questa. Nella maggior parte degli sport (il calcio insegna), il primo a pagare quando le cose non vanno come dovrebbero è l’allenatore. Ma molto spesso, questo nasconde altro. L’abbandono al suo team di allenatori suona un po’ come una scusa in questo senso, un tentativo di scuotersi, senza che fosse necessariamente questa la causa della crisi. La domanda sorge dunque spontanea: se il problema non è tecnico, a cosa servirà Agassi? Djokovic ha compiuto 30 anni da pochi giorni, è in perfetta salute ed ha davanti a sé ancora qualche anno in cui potrà giocare in questo modo (non quello degli ultimi 12 mesi si intende) a questo livello. Non ha bisogno dunque, di un cambio radicale come ha fatto Federer qualche anno fa con Edberg.

Molto probabile quindi, che Agassi possa aiutare il giocatore serbo dal punto di vista mentale. L’ex campione americano ha vissuto un momento di crisi profonda, sportiva e personale, tra il 1997 ed il 1998, scivolando fuori dai primi 100 della classifica mondiale, dalla quale però uscì alla grandissima riconquistando la vetta del ranking ed aggiungendo altri cinque Slam alla sua bacheca. Quel periodo inoltre, coincise anche con la fine del matrimonio tra Agassi e l’attrice Brook Shields. “Sono sicuro che potrà contribuire a rendermi una persona migliore“, ha dichiarato Djokovic, e siccome le difficoltà sono più o meno le stesse (anche se il serbo è sceso “solo” in seconda posizione) questo sarà sicuramente vero. Nole però dovrà fare molta attenzione: se Agassi era un bad boy ad inizio carriera, negli ultimi anni, dopo la risalita, si è trasformato letteralmente, diventando una sorta di guru. Aveva sempre dichiarato di non voler tornare nel mondo del tennis ed ora, per Djokovic, ha cambiato idea, mettendoci di fatto la faccia. Niente più quindi, sorrisi ironici, smorfie ed imprecazioni. Niente più scuse.

 

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Foto: profilo Twitter BBC Sport

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