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Tuffi
Tuffi, Elena Bertocchi: “Per non sprecare l’eredità di Tania Cagnotto bisogna fare qualcosa in Italia, magari ripartendo dalle basi e iniziando a investire maggiori risorse. E ai prossimi Europei…”
ESCLUSIVA OA SPORT – L’Italia dei tuffi ha ormai dato il suo addio definitivo a Tania Cagnotto, colei che ha riscritto meravigliosamente la storia azzurra di questa affascinante disciplina. Il trono è stato lasciato vacante dalla sua Regina indiscussa, eppure, la speranza di trovare una rigenerante oasi nel deserto c’è sempre… Una di queste speranze, oggi ancora “acerba” ma senza dubbio incoraggiante, è legata al nome di Elena Bertocchi. La giovane tuffatrice milanese si è già resa protagonista di ottime performance a livello internazionale, dal trampolino più basso però, quello per intenderci da sempre assente ai Giochi olimpici. Elena sta lavorando alacremente (e da tempo) per eccellere anche dai 3 metri, arrivando un giorno, magari, a ben figurare altresì nel sincro tanto caro al fantastico tandem Cagnotto-Dallapé. Rallentiamo un attimo, procediamo step by step, come dicono gli anglofoni e godiamoci, per il momento, pensieri e parole di Elena Bertocchi. Buona lettura a tutti!
L’argento dal metro agli Europei 2016 ti ha fatto entrare in una nuova dimensione. Quest’anno punterai a fare ancora meglio nella rassegna continentale?
“Ripensando all’anno scorso, mi vengono ancora i brividi, è stata un’esperienza davvero magnifica, difficile dimenticare le emozioni che ho provato gareggiando e soprattutto salendo sul podio europeo insieme a Tania. Londra rimane sicuramente la trasferta più bella della mia carriera, sino ad ora… L’anno scorso sono stata un po’ spavalda dichiarando ‘vorrei prendere una medaglia’, ma è stata proprio questa audacia a farmi salire sul podio. Quest’anno vorrei ripetermi e, se possibile, fare ancora meglio…”.
Per ambire ad un’Olimpiade da protagonista, dovrai migliorare dal trampolino 3 metri. Stai lavorando su alcuni tuffi in particolare per aumentare il coefficiente? Cosa manca oggi per diventare competitiva ai massimi livelli?
“No, per ora non sto aumentando il coefficiente di difficoltà dei tuffi, ma mi sto impegnando per cercare di stabilizzare i voti al di sopra del 7, lavorando duramente ogni giorno per poter competere con le migliori tuffatrici al mondo, sperando che questo mi porti in futuro molte soddisfazioni… Attualmente, solo due ragazze al mondo, la canadese Jennifer Abel e l’australiana Maddison Keeney, hanno aumentato il coefficiente di difficoltà inserendo il 5154B, vale a dire il doppio e mezzo avanti carpiato con 2 avvitamenti”.
Quanto pesa, per il vostro movimento, raccogliere l’eredità di un monumento assoluto come Tania Cagnotto? Pensi che questo sport possa continuare a far parlare di sé in futuro anche senza colei che è stata la sua stella più lucente per anni?
“Secondo me, grazie a Tania, alcune persone dei ‘piani alti’ hanno aperto gli occhi su questo meraviglioso sport che potrebbe davvero essere molto più seguito, perché alle gente piace vedere i tuffi. Purtroppo, però, in italia c’è ancora molto lavoro da fare, mancano strutture, piscine, palestre e una scuola sportiva che consenta agli atleti, non solo di tuffi, di poter conciliare in maniera ottimale attività sportiva e studio”.
Ci hai servito un assist… Ma quanto è difficile, causa carenza di impianti, fare tuffi ad alti livelli in Italia?
“Pensiamo al fatto che solo a Roma e Bolzano c’è una piscina con palestra specifica per i tuffi. E il resto d’Italia…? Io pensavo di essere fortunata, vivendo a Milano, cioè in una città che pensavo potesse offrire molto di più in proposito, invece, sono ‘costretta’ ad allenarmi avendo a disposizione un solo trampolino da 3 metri da condividere con i corsisti, nonché con i vari frequentatori della piscina comunale (nuoto, pallanuoto, sincro e acquagym). Il tutto senza nemmeno una palestra dedicata. Io parlo di Milano, la mia città, ma la situazione è uguale in tutta Italia. A Como, ad esempio, non c’è ancora il trampolino da 3 metri, quindi anche ragazzi di 15 anni per 2/3 volte a settimana sono costretti a prendere il treno per venire ad allenarsi a Milano. A Bergamo, ci sono solamente i trampolini da 3m e 1m, senza piattaforme e senza palestra, e così via a Genova, Verona, Cosenza, eccetera… Se vogliamo dare visibilità a questo sport e portare avanti l’eredità che ha lasciato Tania, bisogna fare qualcosa, ripartire dalle basi e iniziare a investire maggiori risorse, pensando soprattutto alle generazioni future”.
Stai pensando alla possibilità del sincro? Quale eventuale compagna pensi possa avere le caratteristiche giuste per affiancarti?
“Per adesso, mi sto concentrando sull’individuale e sul sincro misto con Maicol Verzotto, ma in futuro mi piacerebbe poter fare il sincro donne. In passato, ho fatto sincro donne con Maria Marconi, trovandomi sempre molto bene, ma poi abbiamo smesso perché giustamente doveva concentrarsi sull’individuale da 3 metri per le Olimpiadi di Rio, consapevole che la coppia olimpica sarebbe stata Cagnotto-Dallapé. Spero di poter riprendere questo cammino ‘doppio’ l’anno prossimo…”.
A proposito di sincro misto, anche nei tuffi sta prendendo sempre più spazio questo tipo di gare miste con uomini e donne impegnati insieme: che idea ti sei fatta in proposito?
“Come già detto, attualmente sto facendo sincro misto con Maicol Verzotto, con il quale mi trovo molto bene anche se per me è una disciplina relativamente nuova, mentre Maicol in coppia con Tania ha già vinto una medaglia iridata. Le tappe di Kazan e Windsor delle Word Series sono state un buon banco di prova, sperando di continuare a migliorare il nostro affiatamento per poter partecipare ed essere maggiormente competitivi agli Europei di Kiev e ai Mondiali di Budapest”.
Un tuffo al cuore senza fine chiamato Tania, un tuffo nel futuro prossimo (si spera roseo) di nome Elena…
giuseppe.urbano@oasport.it
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Foto: archivio privato – Instagram Elena Bertocchi