Tuffi
Tuffi, Tania Cagnotto story: gli anni più belli
Tania Cagnotto resiste. “Durante la mia carriera agonistica ho imparato che non ci sono successi senza sconfitte. Gli ultimi quattro anni sono stati i più belli proprio grazie alla delusione di Londra 2012“, dirà a febbraio 2017 dopo le due medaglie olimpiche di Rio. La vacanza in barca inglesi è rigenerante. Il 2013 si apre con Oscar Bertone allenatore al fianco di papà Giorgio, la copertina di Playboy e la partecipazione (con vittoria) al talent della Rai “Altrimenti ci arrabbiamo”.
Nonostante un lieve infortunio alle World Series, agli Europei di Rostock domina la gara da 1 metro, vince il quinto oro consecutivo nel sincro con Francesca Dallapè ed è argento da 3 metri dietro alla tedesca Tina Punzel. Sono i Mondiali di Barcellona, però, a rappresentare la vera svolta psicologica per dimenticare Londra e iniziare a guardare verso Rio. Senza pressioni, Cagnotto e Dallapè sono agevolmente seconde come quattro anni prima a Roma e, da 1 metro, la bolzanina perde l’oro con la cinese He Zi per soli 10 centesimi. Da 3 metri, stanca, è quarta in rimonta. Ma il bilancio al ritorno dalla Spagna è totalmente diverso da quello dell’estate precedente: “Ho già avuto la stessa esperienza a Londra, ma là sono rimasta senza medaglia e qui sono felice. Così vicino dovrebbe far male, ma sono arrivata qui dopo un anno speciale, differente, di poco allenamento e per questo va bene così“.
“Un anno speciale“. E’ un’altra Tania Cagnotto quella che torna da Barcellona. La parola chiave è serenità. Anche il 2014 si conclude con una doppia gioia europea: a Berlino è oro nel sincro e da 1 metro, mentre dal trampolino olimpico è seconda buttando all’aria il successo con un errore nel doppio e mezzo rovesciato conclusivo. Poco male, perché la voglia di gareggiare fino a Rio prende il posto dei “vediamo anno per anno” e gli allenamenti a inizio 2015 tornano pesanti come quando di anni ne aveva dieci in meno. Ma, quasi 30enne, l’azzurra sa che deve gestirsi. Non può forzare in primavera, come invece fa la 23enne Jennifer Abel, e nelle prime due tappe delle World Series manca sempre la finale.
Campanelli dall’allarme? Tutt’altro. E’ una pianificazione quasi da robot che la porta a un’altra tripletta europea, la seconda dopo Torino 2009: a Rostock vince 1 metro, 3 metri e sincro. E si presenta ai Mondiali di Kazan in corsa su quattro fronti, contando anche il nuovo sincro misto dal trampolino con il concittadino Maicol Verzotto. La Russia è magica, nonostante la delusione d’apertura per il quinto posto con Francesca Dallapè che significa niente medaglia e, soprattutto, niente qualificazione diretta per le Olimpiadi di Rio. Il 28 luglio, da 1 metro, fa il capolavoro. Perché è vero che nei tuffi il bronzo dietro a due cinesi spesso vale come una vittoria, ma vuoi mettere l’emozione di un oro mondiale? Che per l’Italia manca da 40 anni? Davanti alle cinesi? Ecco.
https://www.youtube.com/watch?v=_fM8-omGQRI
L’ottava medaglia iridata trova poi altre due compagne: il bronzo da 3 metri, sottratto proprio a Jennifer Abel con l’ultimo tuffo, il solito rovesciato, e il bronzo nel sincro misto con Maicol Verzotto. “Ho sempre messo sullo stesso piano vincere un Mondiale o prendere una medaglia olimpica. Volevo raggiungere uno di questi due obiettivi, finalmente è successo“, dice. Ma c’è tempo anche per il secondo. Perché nel 2016, prima di volare in Brasile, accade in serie che: si qualifica per Rio anche nel sincro con la Coppa del Mondo di febbraio; arriva seconda da 3 metri nella tappa delle World Series – guarda caso – di Kazan ad aprile; vince tre ori e un argento agli Europei di Londra a maggio e conquista il suo nuovo record di punti (366.90) a Roma a giugno.
“Ho un buon presentimento. Penso che, al di là di come andrà, Rio non sarà così brutta e deludente come è stata quattro anni fa Londra“, dichiara prima della partenza per il Brasile. Ma sa anche che, vada come vada, da Ferragosto sarà un’ex atleta. Il 7 agosto è il giorno del sincro, sera in Italia. Otto coppie, cinque tuffi, finale secca. Vietato sbagliare. E, a differenza del 2016. Tania Cagnotto e Francesca Dallapè non sbagliano. Soffrono ma vincono la battaglia di nervi prima di tutto con se stesse. Dietro alle cinesi Shi Tingmao e Wu Minxia (345.60) ci sono loro con 313.83 punti: argento. E la terza coppia, le australiane Maddison Keeney e Anabelle Smith, resta addirittura sotto quota 300 (299.19).
Una settimana dopo, il 14 agosto, ecco i 3 metri individuali. Tania Cagnotto è quarta dopo l’eliminatoria e settima in semifinale. Tutti i pronostici la danno come principale rivale di Jennifer Abel per il terzo posto: da una parte la freschezza e la potenza della giovane canadese, dall’altra l’esperienza dell’azzurra. Che, all’ultima gara internazionale della carriera, salta con la mente libera. Si gode ogni sensazione di una quotidianità che, dopo oltre 20 anni, verrà a mancare già dal giorno dopo. E ce la fa: con un 9.5, quattro 9 e due 8.5 nel doppio e mezzo rovesciato – sempre lui, il “cavallo di battaglia” – rimonta Abel e vince la medaglia di bronzo con il suo nuovo record di punti, 372.80. Chiudendo una carriera sempre in ascesa dal punto più alto della montagna, per fermarsi (finalmente) e godersi il panorama.
https://www.youtube.com/watch?v=4Z3TIWJusZY
Tania Cagnotto il 24 settembre 2016 ha sposato Stefano Parolin all’isola d’Elba, dove i due si erano conosciuti durante una vacanza in barca. Ha trascorso la luna di miele in Polinesia e in California, non prima però di partecipare al talent “Dance Dance Dance” su Fox con il compagno di nazionale Giovanni Tocci, tra i giovani più promettenti dei tuffi italiani. Qualche mese fa ha ripreso gli allenamenti nella sua Bolzano e domani, sabato 13 maggio, gareggerà per l’ultima volta da 1 metro ai Campionati assoluti indoor di Torino. Deve ancora decidere cosa farà da “grande”: vorrebbe allenare i bambini, aspetta a diventare mamma e, intanto, segue corsi di cucina e coccola i suoi pappagalli domestici. Al di là di ogni parola, puramente retorica, con il suo ritiro si chiude l’era più gloriosa della storia tricolore di questo sport. Mancherà, certamente, ma ha regalato emozioni indimenticabili. E per questo va ringraziata, eternamente.
(4-fine)
Le puntate precedenti:
Episodio 1: dagli esordi alla prima medaglia mondiale
Episodio 2: la consacrazione e il sincro con Francesca Dallapè
Episodio 3: il pianto “necessario” di Londra 2012
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francesco.caligaris@oasport.it
Foto da: DeepBlueMedia