Senza categoria
Atletica, Gianmarco Tamberi: “Il Mondiale è il mio progetto diabolico. Debbo ricostruire il mio salto per Tokyo 2020”
Un’intervista a 360° quella concessa da Gianmarco Tamberi a La Stampa relativamente ai prossimi progetti ed al sogno di essere ai Mondiali.
“Proseguo con il progetto diabolico, un mondiale da affrontare solo se posso saltare oltre i 2.30 – le parole del campione italiano che sta investendo molto nella preparazione fisica e nella cura dell’alimentazione – Dieta rigida, mental coach e sacrifici…Tutto questo deve avere una finalità. Mi sono sfinito a stare fermo ed ho capito che dovevo mettere un punto saltando in una garetta a San Marino con 12 persone intorno. Era solo un 2.18 ed è stata una vertigine. Lo consiglio a chiunque si sia fatto male: sceglietevi una gara regionale anonima, portateci le persone che vi sono state vicino, vivetelo come un rito di passaggio. Alleggerisce”.
Tamberi poi sottolinea il suo rapporto con i social network condividendo ogni emozione: “Sono così. Nel bene e nel male e non mi interessa far vedere solo la mia parte forte. E’ il limite dello sport attuale: i campioni voglio farsi passare per super uomini. In effetti esistono quelli a cui riescono risultati straordinari, ma se togli agli atleti quattro punti di riferimento è la fine, siamo più fragili degli altri. Mi piacciono quelli che vincono e sanno lasciarsi andare. Il mio amico Paltrineri è tra questi: senza filtro non trattiene le emozioni. Se vuole spaccare tutto e invece la gara finisce così così, ammette di essere deluso. Il politicamente corretto strozza le emozioni. Penso ad alcuni miei colleghi che saltano 2,40 senza scomporsi un secondo, senza guardare il pubblico. Poi esci a bere con loro e sono delle altre persone: simpatici, brillanti ma in pedana non è uscito nulla. Fate vedere chi siete, la personalità fa parte del risultati“.
Sull’essere alle Olimpiadi di Rio 2016 da spettatore ha spiegato: “Ho scelto di getto. Mi sono logorato, adesso ci ripenserei cento volte anche se alla fine ci andrei. Pure lì, piangere davanti alla gara dove avrei voluto essere protagonista è stato utile. Ho dato un cazzotto in faccia all’opportunità persa invece di tenermi il rimpianto dentro. Prima di farmi male mai avrei pensato di avere tanta forza”.
E guardando ai prossimi Giochi: “Prima del mio infortunio avevo costruito la tecnica del mio salto come un muro, un mattone alla volta. Ora è venuto giù tutto. Ricostruisco per questi Mondiali, per Tokyo 2020. Vedremo, dipende dai mattoni rimasti“.
giandomenico.tiseo@oasport.it
Clicca qui per mettere “Mi piace” alla nostra pagina Facebook
Clicca qui per iscriverti al nostro gruppo
Clicca qui per seguirci su Twitter
Foto da pagina facebook Gianmarco Tamberi