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Calcio femminile, Antonio Cabrini: “Passare il turno agli Europei? Servirebbe un miracolo ma a volte accadono…”

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Dal 16 luglio al 6 agosto l’Olanda ospiterà la dodicesima edizione del Campionato europeo di calcio femminile e l’Italia di Antonio Cabrini, inserita nello stesso girone di Germania, Svezia e Russia, dovrà compiere una vera e propria impresa per superare il turno ed accedere alla fase ad eliminazione diretta. Ne è consapevole il ct della nostra Nazionale che in un’intervista concessa alla Gazzetta dello Sport ha parlato degli obiettivi della sua squadra, nonché del movimento calcistico delle donne nei nostri confini, ancora distante dalle realtà estere.

C’è ancora molto da lavorare ma si è fatto già tanto per il calcio femminile in Italia – le prime parole di Cabrini che aggiunge: “Tavecchio e Uva sono stati i primi a crederci e ora i grandi club si stanno attrezzando per entrare nel calcio femminile. La Fiorentina è stata la prima, arriveranno Juve, Roma e si spera Milan e Inter. Cresceremo. Abbiamo un sistema che crede nel rinnovamento dello sport. Il ministro Lotti è attento. Malagò è un sostenitore del calcio femminile. Il problema è anche culturale – sottolinea il ct – Stiamo premendo molto per lavorare nelle scuole oltre che in quelle calcio. Anche la Uefa sta lavorando e sono fiducioso. Ho premuto per avere anche le nazionali Under16 e Under23, oltre a quelle che già esistevano, Under17 e 19. Vogliamo creare un sistema senza buchi, non vogliamo perdere per strada le atlete”.

Un contesto, dunque, arretrato che ancora non si è adeguato a certi cambiamenti: “Mancano le opportunità. Ho ragazze fortissime che non potrò portare all’Europeo perchè devono lavorare, e con i tipi di contratti che hanno non possono permettersi di chiedere giorni di ferie o di permesso. Una situazione di questo genere è impensabile nel calcio maschile. Le ragazze hanno possibilità di scegliere, ma viste le condizioni è una scelta obbligata. All’estero anche nel calcio femminile si guadagna. Non cifre astronomiche, ma permettono di avere una remunerazione adeguata. Altrove il calcio femminile è un lavoro. In Italia quando vai a raduni e tornei ti danno una diaria di 70 euro. Noi italiani di solito arriviamo dopo ma ci applichiamo ed alla fine facciamo meglio le cose. Ripeto sono fiducioso. Quando ci saranno campionati con tutti i grandi club potranno arrivare anche le straniere e sarà positivo perchè le nostre miglioreranno il loro tasso tecnico”.

Per quanto concerne l’Europeo, Cabrini non si nasconde: Passare il turno sarebbe un miracolo. Ma pensiamo al Galles, al Portogallo contro la Francia l’estate scorsa: a volte i miracoli accadono.

giandomenico.tiseo@oasport.it

Twitter: @Giandomatrix

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Foto da Figc

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