Formula 1
F1, GP Azerbaijan 2017: quel “matto” di Daniel Ricciardo si aggiudica una gara pazza. Sugli scudi Stroll, meno l’uniformità dei giudici della direzione gara
Un Gran Premio pazzo. Questa è la parola giusta per descrivere la gara appena archiviata in Azerbaijan, sullo stradale di Baku, che ha visto un andamento tutt’altro che lineare, con colpi di scena, emozioni ed incertezza dal primo all’ultimo metro di corsa.
A portarsi a casa il successo è stato l’australiano della Red Bull, Daniel Ricciardo. Bravo a mettere in pista una rimonta notevole, dopo il problema all’anteriore che lo ha costretto, dopo pochi passaggi, a rientrare ai box ripartendo dal fondo. Ma soprattutto, capace di sfruttare appieno le sfortune e gli errori altrui, da parte di piloti sicuramente più veloci e con maggiori possibilità, sulla carta, di andare a prendersi la vittoria. Il simbolo di questi 25 punti, comunque meritati, è il bellissimo sorpasso effettuato in una delle varie ripartenze dalla safety-car: una doppia infilata sulle Williams, motorizzate Mercedes, da parte sua che, invece, ha in dotazione una power unit Renault, è davvero un gesto da togliersi il cappello, che denota un’altra volta ancora la grande abilità del 27enne di Perth in fase di duello. Non ha avuto dalla sua la buona sorte, invece, Max Verstappen, che dopo un brillante fine settimana non ha potuto, un’altra volta ancora, giocarsi le sue carte (decisamente buone, forse anche migliori rispetto al proprio compagno di squadra), venendo costretto al ritiro per colpa di una noia elettrica.
La Ferrari vive in una condizione di sospensione il risultato del GP azero: date le premesse, vedere Sebastian Vettel terminare davanti a Lewis Hamilton è un buonissimo colpo in ottica titolo, ma certamente il passo mostrato avrebbe permesso di ambire a qualcosa di meglio di un piazzamento ai piedi del podio. A mancare è stata quella fortuna negli episodi, in questo caso legati a contatti e decisioni della direzione gara, che a conti fatti hanno tolto al tedesco la possibilità di giocarsi un posto sul podio. Certamente, reagire ad un atteggiamento non del tutto irreprensibile di un proprio avversario non è un qualcosa che scagiona da ogni responsabilità Vettel, ma sembra oggettivamente iniquo penalizzare soltanto l’alfiere della scuderia italiana. Tenendo conto, in particolare, della recidiva di certi comportamenti da parte del 32enne britannico, nonché del lassismo mostrato nei confronti di Valtteri Bottas, tutt’altro che esente da responsabilità nell’incidente che, dopo poche curve, ha compromesso la gara di Kimi Raikkonen. Il 37enne di Espoo, dal canto suo, non ha potuto praticamente provare ad impostare una sua corsa, perché oltre al suddetto episodio avvenuto con il suo connazionale, è rimasto vittima di una foratura patita per via di un detrito presente sulla pista di Baku. Insomma, non era proprio giornata per lui.
Mercedes vede salvato il bilancio da una eccellente rimonta di Bottas: precipitato sul fondo della classifica, il 27enne di Nastola ha messo in pista uno straordinario recupero, con un ritmo indiavolato ed una notevole caparbietà nel cercare di migliorare la propria posizione fino all’ultimo, bruciando in volata il rookie canadese Lance Stroll (Williams). Quest’ultimo è senza dubbio uno dei protagonisti positivi di giornata, perché sta finalmente facendo intravedere un percorso di crescita tangibile, dopo un inizio di avventura in F1 davvero difficile, avaro di soddisfazioni e che, da più parti, aveva fatto pensare ad una sua promozione nella categoria forse troppo prematura ed affrettata. Grande freddezza e sangue freddo quelle mostrate nel finale: aver fatto corsa nelle posizioni che contano, al fiando di piloti ben più navigati ed esperti, è una lezione che il teenager di Montreal deve far sua, per confermare l’eccellente performance offerta in Azerbaijan.
Con riguardo al già citato Hamilton, a mancare è stata in parte la fortuna, per via delle numerose interruzioni che non hanno permesso uno sviluppo lineare della corsa, nonché a causa della mancata corretta fissazione della protezione del pilota, che ha costretto il pilota di Stevenage ad una sosta extra che, a conti fatti, gli ha fatto perdere una vittoria altrimenti in cassaforte. Resta, come detto sopra, la tutt’altro che evidente irreprensibilità di un comportamento si concesso dal regolamento, ma che non dovrebbe essere esercitato pensando che siano solo gli altri, cioè coloro che seguono, a dover prestare attenzione alla sua andatura, avendo invece chi sta davanti la piena possibilità di fare il bello ed il cattivo tempo.
Tra gli altri, la Force India esce indubbiamente delusa dal GP di Baku, perché il potenziale per portare a casa molti più punti c’era. E, quel che è peggio, l’episodio che ha compromesso la gara di Sergio Perez è avvenuto proprio per colpa di un contatto con il compagno di squadra, Esteban Ocon. Tra i due vi era già stata tensione in Canada, e tale accadimento difficilmente potrà stemperare gli animi in seno alla scuderia indiana.
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davide.brufani@oasport.it
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