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Formula 1
F1, GP Azerbaijan 2017: Vettel ed Hamilton, la rivalità si infiamma per il Mondiale! Duello da far west a Baku, giuste le penalità?
Per la prima volta in questo Mondiale 2017, che li vede faccia a faccia in solitaria, senza altri contendenti a prendersi (almeno in parte) la scena, Sebastian Vettel e Lewis Hamilton sono andati oltre le consuete frasi di stima e considerazione reciproca, mettendo in pista un duello duro e rusticano. Certo, entrambi non sono stati propriamente irreprensibili nelle rispettive condotte, ma fino a quanto si resta nel limite di scaramucce il tutto può essere tollerato, ed in un certo qual modo anche perdonato.
L’episodio clou è avvenuto in regime di safety-car, con l’inglese della Mercedes che rallenta vistosamente in fase di accelerazione, per allontanare la vettura di sicurezza ed avere spazio in fase di ripartenza, con il tedesco ferrarista che non riesce ad evitare il contatto. Irritato da ciò, Vettel affianca Hamilton e lo tocca volontariamente, quasi a volerlo redarguire via auto per la condotta tenuta pochi istanti prima. Risultato di tale “diverbio”, penalità per il 29enne teutonico e nulla di fatto per il britannico. Una decisione parsa obiettivamente iniqua.
Intendiamoci, il comportamento dell’alfiere della Ferrari, per quanto comprensibile dal punto di vista umano, non è esemplare se parliamo di un professionista, con alle spalle una certa esperienza in F1, e che dunque dovrebbe essere sicuramente più predisposto a mantenere saldi i nervi. Tuttavia, è difficile non rintracciare una parte di responsabilità anche dello stesso Hamilton, che ha rallentato oltremodo resosi conto di non essere stato capace, in precedenza, di mettere adeguata distanza tra lui e la vettura di sicurezza. Per di più in un punto dove giocoforza si deve nuovamente accelerare, essendo in uscita da una curva lenta, e perciò in maniera inaspettata. Considerato che l’inglese non è nuovo a comportamenti simili, tutt’altro che rispettosi dei colleghi che lo seguono, una sanzione anche nei suoi confronti non avrebbe stonato, evitando di lasciare quel senso di “due pesi e due misure”.
Detto ciò, Vettel la risposta l’ha comunque data in pista, con una gara gagliarda e di resistenza nei confronti dell’assalto del diretto rivale, costantemente minaccioso nell’ultima fase del Gran Premio, ma mai veramente in grado di portare un attacco deciso al 29enne pilota della Ferrari. Che, al di là delle speculazioni giornalistiche che verranno fatte dalla carta stampata, è l’aspetto più importante ai fini del prosieguo del Mondiale.
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davide.brufani@oasport.it
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