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MotoGp, GP Olanda 2017: i precedenti di Valentino Rossi ad Assen

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Valentino Rossi è reduce da un periodo non esattamente dei migliori: dopo le prime tre gare, con altrettanti podi, l’arrivo in Europa del Mondiale MotoGp 2017 avrebbe dovuto, sulla carta, dare il là ad un periodo di crescita ulteriore, nell’affinamento del feeling tra il nove volte campione del mondo e la Yamaha M1, e di conseguenza nei risultati ottenuti. Invece, sono arrivati quattro piazzamenti decisamente deludenti, con in mezzo un infortunio patito in allenamento, su di una moto da cross, che ha parzialmente condizionato l’esito del Gran Premio disputato al Mugello. La situazione in classifica non è delle più semplici, per quanto tutt’altro che compromessa dato l’equilibrio fin qui avuto nella “top class” del Motomondiale. Certo è che l’impressione, ricavata fino ad ora, è quella di un Rossi che ha corso soprattutto sulla difensiva, non riuscendo mai a gareggiare per aggredire i 25 punti della vittoria, ad esclusione del GP di Francia a Le Mans, conclusosi con un errore molto pesante in termini di classifica generale.

La pronta occasione per provare ad invertire la rotta si presenta nel prossimo round previsto dal calendario MotoGp 2017, in programma sul circuito di Assen, in Olanda, nel week-end del 23-24-25 Giugno. Il rapporto tra Rossi ed il tracciato sito nel paese del Nord Europa è storicamente eccellente, risalendo infatti la prima vittoria addirittura al 1997, anno del suo primo titolo nella allora 125. Un successo anche in 250 nel 1998 e ben 7 in MotoGp, con la sola 500 come categoria in cui il “Dottore” non è riuscito ad ottenere una affermazione, vantando un 2° posto nel 2001 come piazzamento migliore.

Alcune di queste vittorie, ottenute nella massima categoria, sono rimaste come vere pietre miliari nella storia del Motomondiale, accompagnando molte delle rivalità vissute dal 46 nel corso della sua carriera: si pensi alla bellissima rimonta del 2007, con Rossi che recupera dopo una negativa qualifica e riesce a prevalere al termine di un bel duello con Casey Stoner; il 2009, laddove il pesarese domina dal primo all’ultimo metro, chiudendo davanti a Jorge Lorenzo e toccando, con tale successo, quota 100 Gran Premi terminati in prima posizione nella sua carriera; il 2013, con Rossi in piena difficoltà di risultati anche dopo il ritorno in Yamaha, capace di riconquistare i 25 punti dopo oltre due anni e mezzo di astinenza; infine l’affermazione nel 2015, al termine di un duro confronto con Marc Marquez, conclusosi tra le polemiche a seguito del contatto con lo spagnolo di Honda all’ultima curva, e la successiva decisione di Rossi di tagliare la chicane, andando a prendersi la vittoria.

Oltre al particolare rapporto che lega Rossi ad Assen, le caratteristiche della cosidetta “Università delle due ruote” rendono tale scenario particolarmente favorevole a Yamaha, con i suoi tratti guidati, la necessità di una maneggevolezza eccelsa e di grande stabilità in fase di staccata. Tutte qualità che, tradizionalmente, appartengono alla M1 prodotta ad Iwata.

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davide.brufani@oasport.it

Foto: Valerio Origo

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