Tuffi
Tuffi: Elena Bertocchi regina di Kiev. Italia promossa agli Europei, ora i Mondiali
Due ori e un bronzo. Per commentare il risultato dell’Italia agli Europei di tuffi che si sono conclusi domenica 18 giugno a Kiev (Ucraina) partiamo dalla parole – rilasciate al sito della Federnuoto – del tecnico responsabile della nazionale assoluta Oscar Bertone: “Stiamo andando oltre le più rosee aspettative, considerando gli addii di Tania Cagnotto e Francesca Dallapè, ma i vari collegiali svolti all’Acquacetosa hanno creato un gruppo unito e di assoluta prospettiva. Queste medaglie sono un premio per tutti“.
SUPER BERTOCCHI – La copertina non può che essere sua, la 22enne lombarda che puntava a una medaglia e torna a Milano con due ori. Al di là che sarebbe bello che i suoi successi possano migliorare la situazione tuffi (e piscine) nella città meneghina – d’inverno Elena Bertocchi si allena al mattino in una struttura e nel pomeriggio in un’altra – le vittorie di Kiev la consacrano in una nuova dimensione. Da un metro è una garista ormai eccezionale, che può puntare anche alle prime cinque posizioni mondiali, e nel sincro misto da 3 metri con Maicol Verzotto ha sbaragliato – a sorpresa – la concorrenza calandosi subito al meglio nella parte. Fermarsi? Assolutamente no. “Una delle settimane più belle della mia vita“, come lei stessa ha scritto su Facebook, dimostra che a livello europeo l’Italia femminile ha un futuro anche senza Tania Cagnotto. Bertocchi sarà mai la sua vera erede? La vera sfida è nei 3 metri, e i margini di miglioramento sono enormi.
VERZOTTO-BATKI: LEADER – Anche qui, facciamo parlare Bertone: “Maicol quest’anno è stato bravissimo e dopo la morte del padre si è rimesso in gioco. Si è dedicato solo al sincro lasciando la gara individuale e lo ha fatto con grande impegno e costanza. E’ stato nominato all’unanimità capitano della squadra. Anche Noemi si è dedicata alle gare sincro con molta scrupolosità. Sono certo che questa medaglia la aiuterà a credere maggiormente nelle sue possibilità“. C’è tutto nelle parole dell’ex allenatore di Tania Cagnotto: il riscatto del 28enne altoatesino, che ormai da due anni va a podio in qualsiasi evento internazionale cui partecipa, cambiando continuamente partner (e quest’intervista dell’aprile 2015 sembra quasi profetica); le sue capacità di leader, silenzioso ma esperto nel guidare una squadra con l’età media di 23 anni; la trasformazione in atto di Noemi Batki, 29 anni, che ha rinunciato a giocarsi le medaglie nella gara individuale dalla piattaforma per il bronzo nel sincro misto e il quarto posto nel sincro con Chiara Pellacani. Mettere a disposizione degli esordienti le proprie qualità, sportive e umane, può allungarle ulteriormente la carriera. Anche perché la concorrenza mondiale, da 10 metri, è sempre più agguerrita e non sembra aspettare l’Europa delle giovanissime.
TOCCI, CONCORRENZA SPIETATA – Nel borsino della vigilia ci si attendeva la medaglia da 1 metro di Elena Bertocchi, si potevano prevedere quelle nei due sincro misti e sembrava esserci spazio anche per Giovanni Tocci, fresco di oro con record di punti al Grand Prix di Madrid di fine maggio. Invece il 22enne cosentino, argento in carica da 1 metro, ha raccolto un quinto e un sesto posto. Delusione? L’azzurro non è stato perfetto, ha “sporcato” un tuffo da 1 metro e due da 3 metri, eppure la sensazione è che neanche la perfezione lo avrebbe forse portato sul podio. Questo perché se al femminile il ritiro di Tania Cagnotto ha aperto una voragine europea, e non solo italiana, al maschile fuoriclasse di livello olimpico come i russi Ilya Zakharov ed Evgenii Kuznetsov, l’ucraino Illya Kvasha e il tedesco Patrick Hausding (che pure non ha brillato a Kiev) non hanno alcuna intenzione di cedere il testimone. E, sebbene si trattasse di un Europeo post olimpico per giunta privo del britannico Jack Laugher, si sono visti numeri d’alta scuola.
PROMOSSI I GIOVANI – Nel complesso comunque l’Italia è piaciuta, sia per i risultati che per l’atteggiamento. Lo si è capito subito: quinto posto nel team event del primo giorno per Vladimir Barbu e la 14enne esordiente Chiara Pellacani. La baby romana ha poi raggiunto la sua prima finale individuale da 1 metro e ha confermato il decimo posto dell’eliminatoria. Da applausi la prova nel sincro 3 metri di Lorenzo Marsaglia e Gabriele Auber, quinti senza errori alla loro prima gara europea. Finale anche per il rientrante Tommaso Rinaldi (12° da 1 metro) e per Barbu (quinto con record) e Mattia Placidi dalla piattaforma. Solo Adriano Ruslan Cristofori, nella roulette dei 3 metri che ha estromesso dal lotto dei migliori 12 due campioni come Hausding e Kuznetsov, ha mancato l’obiettivo. Brava Italia, quindi: gli azzurri si sono messi al lavoro senza aggrapparsi alla facile giustificazione “eh ma non c’è più Tania” e questi sono i risultati. In Europa ci stiamo ancora benissimo.
PROSSIMA FERMATA: MONDIALI – In Europa sì, ma nel mondo? Il prossimo test è il più duro: 14-22 luglio, rassegna iridata di Budapest. Stessi protagonisti continentali più cinesi, australiani, messicani, statunitensi, canadesi e chi più ne ha più ne metta. Soprattutto in campo femminile il livello aumenterà esponenzialmente. L’Italia cercherà di collezionare più finali possibili e proverà a far valere le medaglie vinte a Kiev. E quindi: Elena Bertocchi per un grande piazzamento da 1 metro (il podio pare distante, ma 280 punti sono da top 5), Bertocchi-Verzotto per difendere il bronzo di Cagnotto-Verzotto a Kazan 2015 e Batki-Verzotto per migliorare il sesto posto di due anni fa. Purtroppo non si tratta di specialità olimpiche, e questo non deve illudere verso Tokyo 2020. Ma se solo arrivasse una medaglia da queste tre gare, il morale dell’Italtuffi non farebbe che aumentare.
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francesco.caligaris@oasport.it
Foto da: Giorgio Scala/Deepbluemedia/Insidefoto/comunicato Len