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Vela, America’s Cup – Il ritorno di Luna Rossa apre a nuovi scenari. Quale futuro per la Coppa?

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Neanche il tempo di celebrare la vittoria di Emirates Team New Zealand nella 35esima America’s Cup, che già è tempo di pensare alla successiva. La notizia che aspettavamo da tempo è arrivata: Luna Rossa è il Challenger of Record, ovvero il primo sfidante dei neozelandesi. Patrizio Bertelli era già alle Bermuda e non ha voluto perdere tempo, formalizzando, tramite lo Yacht Club di Sicilia, il ritorno in acqua della storica imbarcazione italiana, assente dal 2013. Era stato ampiamente detto e previsto in fase di presentazione: in palio c’era il futuro dell’America’s Cup e la vittoria di Team New Zealand apre a nuovi e diversi scenari non solo per la vela italiana ma anche per quella mondiale.

Innanzitutto, finisce l’era di Oracle, durata quasi un decennio. Neozelandesi ed italiani sono stati i due team che più di tutti hanno contestato il comportamento degli americani, più protagonisti per le vicende legali che per le loro imprese in acqua. A cominciare dalle polemiche con Alinghi e la sfida uno contro uno del 2010, per arrivare fino a questa edizione. Il team a stelle e strisce ha cambiato a suo piacimento, con arroganza e prepotenza, il regolamento negli ultimi quattro anni, costringendo proprio Luna Rossa a desistere. Team New Zealand invece no, è rimasta in gara, ha combattuto (con l’aiuto proprio di Luna Rossa, vedi la presenza di Max Sirena nel team dei kiwi) e con un budget infinitamente inferiore rispetto a quello del colosso americano ha vinto la Coppa mostrando innovazioni che hanno portato la vela in un’altra dimensione, quella della velocità. E dire che proprio Oracle aveva fortemente voluto questo cambiamento.

Come cambia dunque lo scenario? Questa Coppa ci ha regalato regate veloci e spettacolari che rimarranno nella storia ed ha segnato comunque una via difficilmente ignorabile. È difficile tornare indietro: la vela ha sempre guardato in avanti, ha tenuto la porta aperta alla tecnologia e continuerà sicuramente a farlo. Già si parla infatti, di proseguire sulla strada dei foiling cat o di virare verso monoscafi plananti. È presto per dirlo ma certamente Team New Zealand e Luna Rossa hanno già qualcosa in mente per ridare dignità e tradizione ad una Coppa che stava perdendo appeal e tifosi, disputandosi oramai più nelle aule di tribunale che in mare, a causa di un Defender che probabilmente non aveva compreso fino in fondo il suo ruolo e le sue responsabilità: “difendere” il trofeo sportivo più antico del mondo vuole dire proteggerlo, rispettarlo ed esaltarlo, non volerlo vincere a tutti i costi.

Qualunque sia il tipo di imbarcazione scelto in ogni caso, il punto dal quale si ripartirà è che finalmente si torneranno ad avere regole certe ed un Defender aperto, apertissimo al dialogo ed al confronto: italiani e neozelandesi hanno dato vita a battaglie aspre e dure in acqua, e per fortuna continueranno a farlo, ma hanno sempre nutrito grande rispetto reciproco, valore alla base di questo sport, collaborando nel nome di una tradizione secolare, quella dell’America’s Cup. Messa così sembrerebbe che Team New Zealand abbia “salvato” la Coppa da un mostro feroce e spietato, ma l’impressione è questa: la vela mondiale aveva bisogno di cambiare immagine. Non è un caso infatti, che già si parli di 9-10 sfidanti, tra i quali dovrebbero esserci anche Alinghi e perché no Mascalzone Latino. Tra qualche settimana, quando i due contendenti principali inizieranno a scrivere il Protocollo (ma di sicuro ne hanno già cominciato a parlare da tempo) ne sapremo di più. Per il momento quello che conta è che la Coppa torna ad Auckland, dove si gareggerà con molta probabilità nel 2021Le notti magiche che ci hanno fatto innamorare di Luna Rossa tornano ad essere realtà.

 

alessandro.tarallo@oasport.it

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Foto: pagina Facebook Luna Rossa Challenge

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