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Volley, l’Italia deve farsi domande: il fallimento World League, flop Mondiali U21, mancano i giovani e il futuro…

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Dopo una World League ai minimi storici (ultimi posto con ben 7 sconfitte, peggior risultato di sempre) e la precoce eliminazione ai Mondiali U21 (due ko nelle prime due partite e subito valigie), è lecito farsi qualche domanda sullo stato di salute dell’Italia del volley maschile, l’anno scorso meravigliosa medaglia d’argento alle Olimpiadi di Rio 2016 ma che ora ha un futuro abbastanza nebuloso.

Se Chicco Blengini ha dovuto fare a meno dei vari Zaytsev, Juantorena, Birarelli e Lanza è soprattutto la situazione giovani ad accendere qualche campanello di allarme. Molti anni criticato la scelta del CT della Nazionale maggiore di azzardare poco sui giovani (eccezion fatta per il centrale Fabio Ricci) ma, come si era visto in SuperLega, la linea verde italiana non è purtroppo delle più fulgide e la rassegna iridata di categoria fa emergere indubbiamente alcuni interrogativi.

Non ci sono più grossi talenti, si sbaglia l’impostazione di allenamento, non si insegnano più correttamente i fondamentali, molti sentono di essere importanti vista l’obbligo dei 3 italiani in campo, poco spazio da titolari? Sono tanti i possibili motivi per questo calo verso il basso che può indubbiamente anche essere casuale e legato a dei fattori momentanei ma le difficoltà in posto 4 e altre lacune tecniche non vanno sicuramente sottovalutate, soprattutto quando i risultati non sorridono dopo un periodo comunque positivo tra l’era Berruto delle tante medaglie (ma non vittorie) e l’approccio Blengini.

 

1 Commento

1 Commento

  1. Nany74

    25 Giugno 2017 at 12:28

    Qualcuno di un po’ più attempato, come il sottoscritto, ricorderà diverse uscite del guru Velasco e di tanti rappresentanti della cosiddetta “generazione dei fenomeni”: tale generazione non era fatta solo di super talentuosi atleti, ma era il risultato di anni (si, ANNI, non mesi o giorni, cari club…) di duro lavoro, dai primi passi sottorete, alle tecniche più complicate, passando per tutti (si, TUTTI…) i fondamentali. Lavoro non solo fisico e tecnico, ma anche mentale, di approccio, di rispetto, di disciplina. Tutti valori che molto probabilmente ci sono anche adesso, ma il moderno volley pretende di allevare una generazione di fenomeni a colpi di selfie e video tutorial. Direi che i fatti parlano da soli: servono progetti ed impegno, anche e soprattutto da parte delle varie Leghe, perché è da lì che deve partire tutto quanto. Le idee le possiamo avere tutti, ma la realizzazione transita per forza attraverso i palazzi del potere: mi riferisco alle attuali regole sugli stranieri in campo, differenti tra Italia ed Europa. E’ il solito discorso: vuoi stimolare la “produzione” di talenti nostrani? Dagli più spazio in campo. Ma poi in Champions non passiamo neanche il primo turno….ok, parliamone con l’FIVB per avere regole uguali per tutti. Non è possibile? Ok, rassegnamoci a non iscriverci a queste competizioni per almeno 3 o 4 stagioni e vedrete che qualche buon giocatore italiano lo tiriamo su…se però la filosofia è del tutto e subito, beh, allora stiamo freschi…che di questo periodo non fa neanche troppo schifo!
    A tale proposito cito anche un commento rilasciato da Maschio dell’Imoco Volley che parlava di uno scarso rientro economico della Champions League, a fronte di spese infinite tra iscrizione, trasferte, roster ecc. Come dargli torto? Devi fare uno squadrone (pieno di stranieri!!) e poi il ritorno che hai è zero? Ma a questo punto non si fa prima a creare progetti pluriennali per delle squadre con nutrita parte di italiani che costano meno e mandare aff….. Europa e Champions per un po’ ? C’è di che meditare…

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