Atletica
Atletica, Alex Schwazer: “Un complotto, non sono colpevole di nulla. L’urina analizzata non è tutta mia: i campioni A e B sono differenti”
Alex Schwazer non accetta la decisione presa dall Corte d’Appello di Colonia. Il Campione Olimpico di Pechino 2008 sarebbe propenso ad andare avanti fino alla Corte Europea dei diritti dell’uomo come ha dichiarato al quotidiano Alto Adige: “Siamo di fronte a una brutta storia, piena di falsi, di sfacciate forzature e di vessazioni nella quale la Iaaf è stata protagonista con diversi complici. Sono stati pochisimi i dirigenti sportivi che hanno mostrato sensibilità e attenzione ai miei disperati tentativi di far capire che io non sono colpevole di niente e che tutto è stato mostruosamente costruito a più mani“.
Alex ricostruisce la vicenda e identifica il momento in cui, secondo lui, sarebbe stata effettuata la manomissione delle provette: “Non a Colonia, bensì a Stoccarda dove le urine hanno dormito per diverse ore senza essere custodite da nessuno“.
La vicenda sulle due provette è particolarmente complessa è l’atletica prova a ricostruire: “Parlo per spiegare meglio quello che sta accadendo perché non è vero che la decisione presa dal giudice tedesco è favorevole, completamente l’opposto. La provetta A, da sola, che vogliono inviarci non ha alcun valore. La differenza con quella B è totale. La provetta B è stata aperta e poi risigillata davanti al mio perito in sede di contranalisi per cui il suo contenuto di urina è garantito, mentre la provetta A è stata aperta per l’esame iniziale dai soli responsabili del laboratorio e mai risigillata. Non credo che l’esame del Dna sia meno importante di una controanalisi“.
Schwazer respinge le accuse di una ricaduta nel doping: “Se così fosse non farei tutta questa battaglia. Assieme al mio allenatore e ai miei avvocati andremo avanti fino in fondo e chi ha la coscienza sporca non potrà stare tranquillo. Sono convinto che le urine siano mie ma non del tutto. C’è una piccola parte estranea al mio corpo che mi ha fatto risultare positivo a quel controllo. Ecco perché insisto sul fatto che devono essere analizzate per intero entrambe le provette e non solamente dieci millilitri di un campione non sigillato. Dieci millilitri sono molto pochi. Quando ho letto che la Wada provvederà a garantire il trasporto mi è venuto da sorridere. Ma quale garanzia di trasporto che quell’urina si trova in una provetta rimasta aperta da un anno e mezzo? Queste Istituzioni sono bravissime a sottolineare la propria correttezza e il rispetto delle regole ma è recente la storia della corruzione dei vertici Iaaf“.
(foto pagina Facebook Alex Schwazer)
StefanoLAS
17 Luglio 2017 at 16:08
Le provette A e B sono state entrambe aperte e richiuse per fare le analisi e controanalisi. In entrambe hanno trovato il testosterone quindi contengono la stessa urina. Se contengono DNA estraneo è ovvio che si troverebbe sia in A che B, quindi affermare che le provette sono diverse è solo una scusa. Il campione A è più che sufficiente per trovare il DNA