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Formula 1

F1, GP Austria 2017: Con un giro in più Vettel poteva davvero vincere la gara?

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Sebastian Vettel l’ha detto anche durante le interviste ai piedi del podio: “mi serviva un altro giro“. Il distacco nei confronti di Valtteri Bottas, infatti, era ormai diventato minimo e, senza un leggero errore alla penultima curva, il tedesco avrebbe tagliato il traguardo con meno dei 658 millesimi di divario finale.

Un gap minimo che il ferrarista aveva saputo costruire con una seconda parte di gara all’attacco. Al momento del suo pit stop, infatti, il finlandese poteva vantare circa otto secondi di margine che, piano piano, il quattro volte campione del mondo ha saputo abbattere, a suon di giri veloci, mantenendo gli pneumatici efficienti, a differenza degli avversari che mettevano in mostra un notevole blistering.

A Vettel è mancato davvero poco per acciuffare il fuggitivo e fare suo il GP di Austria. Si potrebbe fare il copia incolla con il GP di Russia. Stessi protagonisti e stesso finale. Bottas che precede il portacolori della Ferrari per pochi decimi, ma che dimostra di che pasta sono fatti questi due piloti. Il quattro volte campione del mondo, infatti, non sta lasciando nulla di intentato in questa stagione. Non tutti avrebbero messo in atto un tentativo di rimonta simile, partendo da un distacco così ampio.

Vettel, invece, ci ha provato, come in Russia. Ha fatto di tutto per mettere pressione al finlandese, per non avere nulla da rimpiangere. Ogni punto, quando combatti per il Mondiale, vale oro e, il tentativo di oggi non si è materializzato solo per caso. Con un giro in più il tedesco c’avrebbe provato. Anche se il punto più semplice dove sorpassare, ovvero curva 3, in fondo la lungo rettilineo del Red Bull Ring, favorisce la Mercedes.

Non è mai giusto ragionare con i “se” o con i “ma“, ma in questo caso ci può stare. Se il GP di Austria fosse stato di 72 giri e non di 71, avremmo assistito al tentativo di sorpasso (sfruttando anche il DRS) di Vettel ai danni di Bottas. Che poi andasse a buon fine, questo sì, rimane nel campo dell’ignoto.

 

alessandro.passanti@oasport.it

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