Formula 1

F1, Mondiale 2017: Ferrari vs Mercedes, è lotta serrata. I pro e i contro delle due scuderie verso la volata iridata

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Il Gran Premio d’Ungheria, undicesima prova del Mondiale F1 2017, ha rappresentato l’ultima gara prima della pausa estiva, con i piloti che tornerano in pista a fine Agosto a Spa, in Belgio. Fin qui, la lotta al titolo è stata un affare tra Ferrari e Mercedes, con le due scuderie che hanno evidenziato punti di forza e debolezze pressoché in egual misura. Non a caso, entrambe le classifiche (piloti e costruttori) vedono distanze minime tra le due rivali. Diversi sono gli elementi, a vantaggio dell’uno o dell’altra, che hanno determinato tale situazione.

Dal punto di vista tecnico, la Ferrari ha effettuato un grandioso recupero, tutt’altro che semplice e scontato, nei confronti di una scuderia che ha dominato il triennio precedente. In particolare, la SF170H è sembrata adattarsi bene alle varie tipologie di circuiti, soffrendo meno del passato tale variabile, sfruttando al meglio anche le gomme da qualifica, soprattutto grazie alla capacità di mandarle prima in temperatura. Altro punto forte è il passo più corto che l’auto italiana possiede, e che le ha permesso di dettare legge in piste particolarmente anguste o con molto guidato, come Budapest e Montecarlo. Di contro, Mercedes ha talvolta faticato nella gestine degli pneumatici, pur facendo registrare miglioramenti nel corso delle ultime gare. Il team anglo-tedesco, a sua volta, è rimasto tuttavia indubbio punto di rifermento nell’ambito motoristico, portando in pista la power unit più potente, che ha saputo fare la differenza nei GP di Russia, Spagna ed Austria.

PRO FERRARI: vettura più completa rispetto al passato, maggiormente guidabile e gentile sulle gomme
CONTRO FERRARI: deficit di potenza nei tratti veloci

PRO MERCEDES: auto sempre molto veloce, team che sa reagire alle difficoltà
CONTRO MERCEDES: fatica nello sfruttare sempre al meglio gli pneumatici, specie quelli più morbidi




In una competizione così serrata, la gestione interna alle due scuderie risulta fondamentale, così da evitare che i piloti si rubino punti a vicenda. Sotto questo punto di vista, in Ferrari la situzione è ben delineata, con Sebastian Vettel unico alfiere di Maranello destinato a lottare per il campionato, e Kimi Raikkonen impegnato a supportarlo attivamente e passivamente a seconda dei casi, anche a discapito dei suoi risultati personali. Di contro, inaspettatamente, tra Lewis Hamilton e Valtteri Bottas vi è stato maggiore equilibrio, con la Mercedes che, pur dando l’idea di puntare maggiormente sull’inglese, ha dimostrato proprio in terra magiara di tenere in grande considerazione il ventisettenne finlandese, tanto da obbligare Hamilton a rallentare per cedere la posizione in suo favore, perdendo punti importanti da Vettel. È fuori discussione che, prima o poi, Toto Wolff e soci dovranno effettuare una chiara scelta, mettendo da parte ragionamenti “etici”. La qualità che fin qui la scuderia tedesca ha sfruttato meglio di quella emiliana ha uno sfondo strategico, ed è legata alla brillantezza maggiore mostrata, in questa prima metà di Mondiale, da Bottas rispetto al suo connazionale di rosso vestito, che ha permesso a Mercedes di giocare spesso in superiorità numerica nei confronti del rivale italo-tedesco, potendo giostrare al meglio le strategie di gara per condizionare la corsa dell’avversario, sacrificando a volte Valtteri, portando la situazione dalla propria parte.

PRO FERRARI: chiarezza nelle gerarchie interne
CONTRO FERRARI: non sempre perfetta nelle strategie di Raikkonen, anche a causa del suo rendimento ondivago

PRO MERCEDES: capacità di sfruttare Bottas per limitare i danni nelle corse più impegnative
CONTRO MERCEDES: situazione ambigua nella gestione dei piloti, con il finlandese trattato non sempre da “numero due”

Infine, ultimo ma non per importanza, il rendimento dei piloti. Come sovente gli capita quando ha pieno feeling con la vettura, nonché elevate motivazioni, Vettel garantisce un livello prestazionale eccellente, concretizzando pressoché al massimo ogni risultato a sua disposizione, mancando fin qui probabilmente solo l’appuntamento a Silverstone. Hamilton, invece, non sempre è sembrato sul pezzo in questo campionato, non tanto dal punto di vista velocistico, quanto piuttosto da quello della serenità e della determinazione, utili a combattere i momenti più duri, reagendo prontamente. Anche tra le “seconde guide” si registra una differenza, questa volta favorevole a Mercedes: Bottas, infatti, ha garantito un ottimo rendimento, ad eccezione della corsa disputata in Cina, risultando decisivo in numerosi casi per permettere al suo team di portare a casa la vittoria, tramite il nativo di Nastola o con Hamilton, sbarrando la strada a Vettel ed alla Ferrari. Capacità che Raikkonen, fin qui, ha dimostrato in misura minore, riuscendovi probabilmente oggi per la seconda volta in stagione, dopo Montecarlo, perdendosi tuttavia troppo spesso all’interno della singola corsa, con qualche momento di basso rendimento che ne ha limitato il potenziale emerso nel corso dei turni di libere.

PRO FERRARI: Vettel tirato a lucido come nelle annate migliori
CONTRO FERRARI: Raikkonen non sempre all’altezza della situazione

PRO MERCEDES: la coppia dei piloti garantisce un rendimento mediamente più elevato del duo Ferrari
CONTRO MERCEDES: il top rider designato, Hamilton, ha avuto qualche passaggio a vuoto di troppo

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davide.brufani@oasport.it

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