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Formula 1
F1, Mondiale 2017: Red Bull mette a dura prova la pazienza di Max Verstappen. Daniel Ricciardo non perde un colpo
La Red Bull, dopo un inizio di stagione tutt’altro che felice, sta mostrando nelle ultime gare una crescita alquanto interessante. Resta tuttavia non così semplice leggere il livello attuale della scuderia con sede a Milton Keynes, poiché se è vero che, soprattutto sul ritmo in corsa, il team dei “bibitari” riesce a dare risposte convincenti, maggiori sono state le incertezze con riguardo all’affidabilità, con una serie di noie tecniche che, caso vuole, si sono sovente manifestate anche durante i Gran Premi, segnando fin qui la stagione delle vetture anglo-austriache. Al momento, la performance raggiunta non è sufficiente per permettere ai due piloti, Daniel Ricciardo e Max Verstappen, di lottare per il titolo, e forse nemmeno con continuità per la zona podio. Ma Red Bull è una scuderia che sa crescere e sorprendere, dunque non sarebbe così assurdo vederli sempre più rapidi e pericolosi con il prosieguo del campionato.
A farne le spese di quanto sopra detto, in maniera tragicomica, è stato soprattutto Verstappen, che si è visto fino ad ora letteralmente falcidiata la stagione, collezionando ben 5 ritiri sui nove round andati in archivio. Un problema ai freni in Bahrain, alla batteria in Canada ed alla pressione dell’olio in Azerbaijan, unito a due contatti in fase di partenza, hanno limitato il potenziale dell’olandese, non permettendo di comprendere il suo effettivo livello, dopo un 2016 in cui si era proposto in maniera estremamente convincente, al debutto nelle posizioni che contano della categoria. La sensazione è che, in quanto a velocità, sia pienamente in grado di tenere il confronto con Ricciardo, se guardiamo ai risultati in qualifica e, più in generale, agli spunti sul giro singolo. C’è da sperare che la iella lo abbandoni alla domenica, così da poter avere un ulteriore protagonista nelle primissime piazze del Mondiale. In più, per Red Bull è fondamentale dare delle risposte positive al suo giovane pilota, poiché c’è in ballo la prosecuzione del rapporto: non nel 2018, in quanto Verstappen è già legato al team da un contratto in essere valido per il prossimo campionato, ma a partire dalla stagione successiva, quando Max sarà libero di guardarsi intorno. E non riuscire a mettergli a disposizione, nel frattempo, una macchina veloce ed affidabile, ben difficilmente potrà essere un biglietto da visita buono, se si vuole ambire alla sua permanenza.
Chi si è dimostrato, sin qui, pressoché perfetto, è stato Ricciardo. Anche lui falcidiato da qualche problema di affidabilità, ha avuto tuttavia maggiore fortuna (e capacità) di restare fuori dai guai in altre occasioni, confermando quell’impressione già ricavata nel precedente triennio in Red Bull: non si tratta, probabilmente, del pilota con la velocità pura migliore, tra quelli presenti nella griglia attuale, ma è un mastino, un “animale da gara” che, una volta in corsa, si trasforma e difficilmente lascia qualcosa per strada, rispetto a ciò che il potenziale del mezzo a sua disposizione gli consente di ottenere. Qualità, questa, che risalta maggiormente nel Mondiale corrente, dal momento in cui Mercedes e Ferrari, al sabato in qualifica, hanno sempre un margine (in termini di cavalleria sfruttabile) rispetto alla scuderia dei tori rossi, i quali sono costretti perennemente sulla difensiva, potendo tuttavia farsi più vicini alla domenica, esaltando la suddetta capacità di Daniel. La vittoria di Baku conferma quanto detto sopra, e non è un caso che, un’altra volta ancora, come già accaduto in passato, sia stato proprio il nativo di Perth a sfruttare una giornata-no degli avversari diretti, dotati sulla carta di una vettura maggiormente competitiva.
davide.brufani@oasport.it
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