Nuoto
Federica Pellegrini, Araba Fenice che demolisce i robot! Il grande ritorno dopo 6 anni: cuore e potenza scenica. Riscritte le logiche della biologia, demolite le giovani
Federica Pellegrini oggi è andata oltre ogni legge della fisica, ha superato tutti i limiti dell’umano, è entrata in una nuova dimensione, ha infranto l’ennesimo muro di una carriera memorabile. La Divina ha riscritto le regole della biologia, ha trionfato a 29 anni (li compirà il prossio 5 agosto) contro avversarie più giovani e che sulla carta le erano anche superiori. I freddi cronometri, i freddi personali, i freddi numeri, i freddi calcoli per una volta hanno lasciato lo spazio al cuore caldo di una Campionessa infinita e monumentale, hanno lasciato margine al carattere, al talento, alla grinta, alla potenza scenica, al carisma, al dinamismo di chi ha l’esperienza dalla sua ma soprattutto una convinzione incredibile nei propri mezzi, un feeling unico con le imprese.
Semplicemente oggi Federica è stata leggendaria, ha scritto una pagina mitologica dello sport azzurro in generale, ha firmato un record assurdo nel nuoto internazionale (sul podio iridato per sette edizioni consecutive, nessuno meglio di lei neanche tra gli uomini) ed è tornata a far risuonare l’Inno di Mameli ai Mondiali dopo sei anni dall’assolo di Shanghai, per la terza volta in carriera sulla distanza (la prima indimenticabile in casa a Roma 2009). Nella Capitale, quando nuotò il record del mondo, era la superfavorita della vigilia, tutti se la aspettavano, tutti la desideravano. In Cina il bis arrivò con assoluta tranquillità al termine di un’edizione passata agli onori della cronaca più per la love story con Magnini che per il risultato in vasca.
Oggi no. A Budapest la Pellegrini era data per battuta, massimo poteva puntare al podio e sarebbe già stato un traguardo egregio considerando la delusione delle Olimpiadi di Rio 2016. Battere l’imbattuta Katie Ledecky è stato qualcosa di unico che rimarrà nella memori di appassionati e addetti ai lavori per lungo tempo. Oggi Federica si è trasformata in aliena, è ringiovanita di colpo e la sua ultima vasca ci ha riportato indietro negli anni, facendoci ricordare nelle stagioni dei domini. Biologicamente infinita: alle Olimpiadi di Atene 2004 vinse l’argento, sono passati 13 anni… Tre ere sportive, generazioni su generazioni, passando anche per l’epoca dei costumoni, tra delusioni e gioie. Lei c’è sempre stata, toccando il cuore di tutti. Non è un robot, non è meccanica, è pura passione.
Katie Ledecky, classe 1997, quattro ori olimpici individuali, 9 ori mondiali in solitaria. Battuta per la prima volta in carriera. Emma McKeon, classe 1994, bronzo a Rio 2016 proprio davanti a Federica. Veronika Popova, classe 1991, russa sempre demolita dalla Pellegrini. Tutte sverniciate in un’ultima vasca, 50m finali da antologia. Sei da clonare, che la biologia ti studi. Rigenerata dagli anni, quasi come Roger Federer…