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Moto2, Mondiale 2018: perché la classe intermedia più essere il trampolino di lancio ottimale per Romano Fenati

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E’ di domenica la notizia del passaggio, contornato dai crismi dell’ufficialità, di Romano Fenati in Moto2, a partire dalla prossima stagione. La prima reazione che ogni appassionato ha avuto è stata, quasi sicuramente, votata al “finalmente!”. Questo perché erano ormai maturi i tempi per tale salto, essendo il 21enne di Ascoli Piceno un veterano della Moto3, in cui ha avuto un percorso di crescita non propriamente lineare e semplice, ma alquanto arzigogolato e tortuoso. Un pò per mancanze sue, un pò per episodi esterni, legati a team e mezzo a disposizione rispettivamente, che non sempre hanno arriso al centauro marchigiano. Ciò nonostante, non sono mancate vittorie e podi, con già due piazzamenti nella top-5 a fine campionato in archivio (più un terzo alla portata in questo 2017) ed un talento visibile, non sempre incanalato nella maniera corretta, che lo ha portato in ogni caso ad essere inserito tra i migliori piloti nella classe d’ingresso del Motomondiale.

La Moto2 può essere una classe dove crescere e migliorarsi ulteriormente, che si presenta come maggiormente tagliata sulle caratteristiche sin qui messe in mostra da Fenati. A differenza di una Moto3 sempre combattuta tra molti piloti, in cui è pressoché impossibile ripetere con regolarità il passo evidenziato nei turni di prove libere, la categoria intermedia vede nel ritmo e nella costanza di rendimento un aspetto fondamentale per ben figurare, più che la capacità di saper fare a spallate con i diretti rivali. Non che Romano non sia un pilota in grado di farsi rispettare nella bagarre, ma sovente le sue corse terminano con un risultato che, rispetto alle premesse palesate al venerdì ed al sabato, laddove è solito girare da solo e senza disturbi altrui, lascia quel senso di rammarico, quella percezione di occasione persa per ottenere qualcosa in più. Ciò a causa dell’impossibilità di ripetere linee e traiettorie a lui congeniali, avendo altri centauri intorno, con in più una Honda che, a più riprese, ha palesato una certa sofferenza nelle zone veloci dei vari circuiti presenti in calendario.

In tal senso sta il punto positivo della Moto2 nell’ottica dell’affermazione definitiva di Fenati, che chiaramente dovrà in primo luogo dimostrarsi in grado di adattarsi alla nuova categoria, con moto maggiormente potenti e pesanti. Il fatto di restare nella medesima struttura, il Team Snipers Marinelli Rivacold, che lo seguirà nel suo debutto nella classe intermedia, è un aspetto che gioca indubbiamente a favore dell’ascolano. Infatti, l’impressione è che il 21enne marchigiano abbia bisogno di un team con uno spirito famigliare al suo fianco, in grado di farlo sentire a suo agio invece di porlo in competizione diretta ed esasperata con il proprio compagno di squadra, come accaduto in diverse occasioni durante la sua militanza nel Team Sky VR46. Esperienza che, infatti, si concluse con una separazione brusca, netta e dai contorni ancora oggi non del tutto chiari.

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davide.brufani@oasport.it

Foto: Valerio Origo

 

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