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Nuoto, Mondiali 2017 – Filippo Magnini: “Io, capitano e coetaneo dei più giovani. Ritiro dopo i Mondiali? Vedremo, ma le Olimpiadi 2020… E con Federica Pellegrini…”

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Alla vigilia dei Mondiali 2017 di nuoto, in programma a Budapest (Ungheria) dal 23 al 30 luglio, Filippo Magnini ha rilasciato un’intervista a Il Giornale. Queste le parole del Capitano della nostra Nazionale.

 

Credo di essere riuscito ad abbattere le naturali barriere che ci sono tra un uomo di 35 anni e dei 17enni. Basta pensare alla vita di tutti i giorni: quando mai un 35enne passerebbe così tanto tempo con ragazzi di quell’età? Dormendo in stanza insieme nei ritiri, condividendo momenti di quotidianità e confidenza. Credo di essere stato bravo a far capire loro che il capitano è uno che ha già vissuto quello che stanno affrontando loro e con umiltà cerca ora di fargli vedere come si deve essere professionisti per raggiungere grandi risultati. Per esempio Nicolò Martinenghi, Tete, si sta dimostrando un fuoriclasse sia in vasca che nel capire questo“.

Un vero e proprio punto di riferimento all’interno della squadra: “L’altro giorno, quando eravamo insieme in pieno in relax io, Luca Dotto e Ivano Vendrame, a un certo punto Ivano, che ha vent’anni, mi ha guardato e se ne è uscito dicendo: “Pensate come sarà bello se, fra tanti anni, riusciremo a ritrovarci così affiatati come adesso, a parlare, a confidarci, magari tutti quarantenni…”. Io ho sgranato gli occhi: ma Ivano, ho detto, io ho già quasi quarant’anni… E lui: “Cavolo, è vero, ma per me tu sei un coetaneo“.

Sto lavorando bene, da una parte ci metto la maturità che richiede il ruolo di chi ha sette Mondiali alle spalle e dall’altra riesco a calarmi nelle loro esigenze”.

Magnini pensa anche alle Olimpiadi di Tokyo 2020: “Sarebbe un bellissimo traguardo. Ma non nuoto pensando di aggiungere tasselli. Se da ragazzo mi avessero detto che avrei vinto 17 titoli europei, due mondiali, che sarei stato capitano per 11 anni, non ci avrei creduto… No. Non ci penso. Io metto davanti solo il divertimento di nuotare e la voglia di sacrificarmi e di aiutare la staffetta. In fondo, il mio ruolo di capitano è anche questo: portare le gare di squadra più in alto possibile. Mi stimola e mi dà serenità affrontare la sfida così. Di gareggiare da solo contro atleti di 15 anni più giovani no, basta“.

Dopo il Mondiale di Budapest potrebbe però anche dare l’addio: “Non nascondo che sento di voler far anche dell’altro. La parte più lunga della vita è quella che ti attende da non sportivo. Per cui diventa più importante quel che si farà dopo che il prima. Vorrei restare nell’ambiente, peccato sprecare tutto, e mettermi al servizio degli altri, continuare a sostenere Doping free“.

Glissa sulla domanda riguardo alla relazione con Federica Pellegrini:Ho lavorato tanto per questo Mondiale e adesso mi concentro solo su questo, e chi vivrà vedrà“.

 

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