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Nuoto, Mondiali 2017: il settore femminile resta Pellegrini-dipendente?

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Il conto alla rovescia prosegue assai velocemente per l’inizio delle gare in piscina dei Mondiali di nuoto di Budapest (23-30 luglio). La vasca magiara è pronta per esser teatro di esibizioni di grande livello da parte degli atleti e l’Italia, come al solito, avrà poche frecce nella propria faretra per centrare l’obiettivo “Medaglia”. Una tradizione che si rinnova coi soliti Gregorio Paltrinieri, Gabriele Detti e Federica Pellegrini che, nello stile libero, cercheranno di regalarsi e regalarci tante emozioni. Tuttavia, se nel settore maschile qualche novità importante c’è, rappresentata dall’astro nascente della rana Nicolò Martinenghi, tra le donne la situazione appare ancora molto Pellegrini-dipendente.

Spieghiamoci meglio: avere in squadra una fuoriclasse che punta alla decima medaglia iridata non è certo un aspetto negativo ma è anche vero che, alle spalle della nuotatrice di Spinea, il ricambio generazionale non c’è. Certo, è difficile pretendere di avere una ragazza delle stesse qualità, in grado di salire sul podio olimpico a 16 anni,  però, a livello qualitativo e quantitativo, il bilancio è fortemente in rosso.

Una condizione, se vogliamo, perfettamente rappresentata dalla crisi della 4×200 stile libero femminile che nel 2014 e 2015 era riuscita a fregiarsi di un oro europeo a Berlino e di un argento mondiale a Kazan ma che poi si è persa, lasciando Federica un po’ sola. A detta della veneta non c’è stata organizzazione nella gestione di una specialità, non curata come avrebbe meritato. Se, infatti, tra gli uomini uno staff di tecnici si è attivato per la salvaguardia delle staffette, lo stesso, a detta della “Divina”, non si può dire per la prova a squadre femminile tricolore.

Alcune domande sorgono spontanee: si è voluto ancora una volta caricare sulle spalle solo della Pellegrini tutta la responsabilità delle donne? La figura della 28enne è così ingombrante negli equilibri del movimento? Di fatto, all’ultimo momento, vi è stata la convocazione di Annachiara Mascolo, classe 2001, che negli Eurojunior ha ottenuto un crono al di sotto della fatidica soglia dei 2’. Un’integrazione che rappresenta perfettamente tutte le difficoltà del movimento al femminile in Italia che, forse, solo Simona Quadarella, nelle distanze lunghe, può mitigare.

La settimana ungherese saprà fornirci altre indicazioni utili al riguardo anche se di elementi concreti ve ne sono già abbastanza.

giandomenico.tiseo@oasport.it

Twitter: @Giandomatrix

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Foto di Diego Gasperoni

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